‘Noiannes’ è il primo EP dei Giorgieness, inciso al Morbid Sound Studio di Milano tra il Novembre 2012 e il Marzo 2013 ed uscito lo scorso 31 maggio.
Il trio, composto da Giorgia D’Eraclea (voce\chitarra), Samuele Franceschini (basso) e Andrea De Poi (batteria), si affaccia nel panorama musicale italiano con un album originale e irriverente.
La loro esperienza inizia nel Giugno 2011 quando Giorgia, in veste di cantautrice, scrive e compone la propria musica. Nei mesi seguenti si aggiungono gli altri due componenti del gruppo, creando così un sodalizio artistico che li porterà ad esibirsi sui palchi di numerose città italiane.
Ispirati dal rock degli anni ’90 e dai suoni decisi, I Giorgieness fanno notare la voglia di realizzarsi in campo artistico grazie ai suoni decisi e alla sfrontatezza tipica dei giovani dalle idee molto chiare.
Il lavoro contiene quattro brani inediti. La traccia introduttiva ‘Sai parlare’ descrive i termini del disco: velocità musicale e testi molto personali. La voce di Giorgia è dolce ma incisiva, in grado di coinvolgere il pubblico. Il secondo pezzo ‘Magari stasera’ risulta più accattivante: la base stavolta riprende fedelmente il twist anni ’60 e certe sonorità retrò. I testi, fuori dai soliti schemi, raccontano di amori difficili andati male o riflettono sul caos veloce nel quale è immersa la società, sposandosi bene con la musica che li accompagna. ‘Brividi/lividi’ è, a mio avviso, il pezzo che domina il disco. È chiaro l’intento di unire la forza del rock con la freschezza dell’improvvisazione. Chitarra e batteria viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, funzionando bene. ‘Lampadari’, invece, più lenta e malinconica, ricorda molto Le luci della centrale elettrica e i testi realistici di Vasco Brondi. Inizialmente, i contorni musicali sfumano in una leggera ed impalpabile armonia, il tono di voce si abbassa, fluidificandosi fino a diventare un pezzo quasi romantico, per poi riacquistare nuovamente energia e vitalità in un crescendo sorprendente.
È un album diretto principalmente a chi è nostalgico della musica passata, ripresa e sviluppata in questo debutto dal rock-pop trascinante. In “Brividi lividi” è distinguibile la chitarra elettrica accanto alla sinuosa linea di basso di Samuele Franceschini.
Il ritmo è imprescindibile, sia per il cospicuo uso di suoni alti e dirompenti, che per l’approccio anti- conformista nella composizione dei testi.
Si passa da brani di facile ascolto che potrebbero far ballare chiunque, come nel caso di “Magari stasera” , a brani più elaborati come ‘Lampadari’.
È un ottimo esordio per un gruppo giovane e appena nato, un modo giocoso per iniziare una carriera, si spera, ricca di successi.
Abbiamo chiesto alla cantante di darci qualche informazione in più.
Come nasce la vostra idea di formare un gruppo?
Ci siamo trovati in momenti diversi e nel giro di un anno si è creato un gruppo. Io e Andrea De Poi ci siamo incontrati prima e abbiamo deciso di incidere il disco. Samuele è arrivato dopo, adesso tutti e tre stiamo scrivendo i nuovi pezzi e suoniamo live.
Come descrivereste in poche parole il vostro genere musicale? E a quale band\artista vi sentite più vicini?
Abbiamo ascolti abbastanza distanti che cerchiamo di mischiare e rimasticare. Tanto cantautorato sicuramente, ma anche tanta musica casinista (che piace solo a me) e un po’ di elettronica. Non ci sentiamo influenzati da nessun artista in particolare, ma ogni tanto ascoltiamo qualcuno per qualche ora, tipo i Placebo.
Questo primo EP ‘Noianess’ rappresenta per voi l’ingresso nel panorama musicale italiano. Riascoltandolo, dopo il lavoro di mastering in studio, cosa vi convince e cosa ritenete di voler modificare nei prossimi lavori?
Credo che siamo tutti d’accordo su un punto: la voce era troppo avanti, ma va bene così: ci piace tanto come risuona nelle casse grosse. Nei prossimi lavori serviranno più immediatezza e più tempo, per provare i pezzi in modi diversi.
Quali sono i vostri progetti per il futuro e quale strada vorreste percorrere per giungere al successo?
Al momento vorremmo un sacco di date, penso sia il modo più bello per pensare di andarci vicino ad aver quel successo lì. Alla fine, non credo ci sia altro modo, penso che l’onestà sia lenta ma se ci arrivi con quella, ci arrivi davvero, altrimenti vuol dire che non era la tua strada, ma ci hai provato. Comunque, stiamo lavorando ai pezzi nuovi in vista di un disco-disco.
A cura di Cristina Comparato
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