Una settimana fa è intercorsa la Pasqua santa, quella religiosa, che porta con sè il mistero della Resurrezione. Paganizzando il concetto, arriviamo a contemplare l’immenso significato della Rinascita, Renaissance, Re-birth o Renacimiento, come dir si voglia.
In un qualsiasi dizionario contemplabile, la parola Rinascita, scorporata dal suo significato mistico, è indicata come “momento in cui si è toccati da uno stato di grazia”. Full of Grace, tanto per cominciare.
Come le bellissime albe che hanno ammaliato e stordito i nostri giorni più o meno giusti o sbagliati che siano, la rinascita, con la sua luce potente o diversamente fioca, ha toccato un po’ tutti nella scanzione delle proprie vite.
Se provassimo a porre un’amplificatore a poca distanza dall’anima, potremmo ascoltare il fiato profondo di sensazioni che profumano di continui ricicli, di confessioni liriche e fotografie di momenti completamente inzuppati di nuova energia, perchè sfiorati da quella grazia che porta Rinascita.
Da qui sorgono splendide immagini che viaggiano sospese come fotografie appese a fili sottili, dentro mostre personalissime di cui tutti abbiamo assistito da protagonist o comparse, perchè quelle fotografie sono state spesso lo specchio dei nostri giorni.
Vengono in mente passeggiate solitarie nel cuore delle città, in cui si appoggiano i corpi sul cornicione di un ponte, ad ammirare il silenzio intorno e la pace di occhi che si aprono a un mondo rinnovato, occhi sgranati verso le scie di lampioni lontani, il cuore in modalità relax e sospiri che corrono su echi delle mura intorno.
Pensiamo alle corse in macchina verso luoghi prescelti o casuali, in cui ci accasciamo nel posto passeggero e miriamo fuori dal finestrino, ci facciamo cullare dalla velocità della strada, da quel movimento schizzato di campagne e paesaggi che fuggono via, come se si fosse premuto a lungo il tasto di scorrimento avanti.
Ancora tutte le volte in cui siamo rimasti fermi dentro i non luoghi quotidiani, negli ascensori, dentro gli autobus, in fila ovnuque, al bar aspettando un caffè, seduti in ristoranti che profumano di pellicole cinematofrafiche, e restiamo così a pensare.
Li scappa un sorriso sornione che è il manifesto ideale di pensieri accuratamente inseriti nel tritacarne del passato, nell’intento di riciclare una pelle celebrale ormai vecchia e scaduta, e aprire ogni impulso mentale a tutta l’aria pulita e il presente sperato che quei momenti ci stanno regalando.
E chi di noi non si è ritrovato a ridere forte e di gusto, mentre il sole fa l’amore con la nostra carne, in quei pomeriggi d’estate in cui ogni precarietà lascia il tempo che trova, in cui il mare funge d’altare e si è intenti a sposare la meraviglia che solo l’orizzonte scandito dalla sabbia e dalle onde ti sta regalando? Non sei solo, sei in mezzo a persone scelte e ad altre estranee, e godi di quella salsedine che è anche brivido e pizzichio sublime, di quella luce perfetta, continui a ridere e a intonare le canzoni che riproporresti in qualche falò, ridi e sei felice, perchè quell’immagine è il tuo stato di grazia, quello scollarsi dal tempo e dallo spazio, quel godere tanto e gratis, quell’azzerare paturnie sbagliate e lasciarsi andare senza sentirsi minimanente in colpa.
Sei in rinascita, li.
Siamo noi li, coccolati da quell’estemporaneità che ci avvolge, con la mente libera e che potrebbe liberarsi più e più volte, perchè si può morire un po’ ma non totalmente, come sotto effetto di un’anestesia totale, ma si può ritornare alla vita, ogni volta che troviamo e rubiamo l’attimo perfetto che ci porta a rinascere.
Sarebbe bello se ognuno di noi componesse una bacheca sul cuore o sulle pareti casalinghe e fissasse dentro i post-it tutte le volte in cui ci siamo sentiti davvero Rinati, in cui siamo stati in grado di reagire un’ altra volta ancora, one more time, in cui eravamo forti e impavidi, in cui la timidezza delle nostre azioni si è tramutata in consapevolezza dei nostri rinnovati fatti.
La musica rappresenta l’arma migliore nonchè necessaria per comprendere quando e come possiamo ammettere di essere stati toccata dallo stato di grazia, costituisce il megafono dei ricordi in cui ci riversiamo per rimembrare le infinite date in cui si sono celebrate le nostre rinascite, ripropone quei sorrisi sornioni, quelle risate accese e quel silenzio di seta che chi più chi meno si è ritrovato almeno una volta a vivere.
La chart firmata TheFreak di questa settimana è dedicata proprio alla Renaissance, quindi vi consigliamo di dispiegare i vostri timpani e accogliere ogni brano trasportati dalla scia di un’armonia nuova, rinfrescare membra e rinnovare pensieri, rilassarvi e godervi il tempo tra un brano e un altro, e provare sul serio ad accogliere la potenza della grazia salvifica che la musica porta con sè.
Buona Rinascita a tutti.
What else is there – Royksopp
Zoo Station – U2
Little lion man – Mumford and sons
Brand new day – Ryan Star
The show must go on – Queen
Salirò – Daniele Silvestri
It takes a fool to remain sane – The Ark
Exogenesis Symphony Part 3 (Redemption)
Sigur Ros – Agaetis Byrjun
Back to life – Giovanni Allevi
Champagne Supernova – Oasis