“Beati coloro che coltivano la voluttà dell’attesa.” J.Josipovnici
In questi giorni di Maggio caratterizzati da un’incertezza metereologica forte e stridente, dentro una primavera insolita e con un broncio perenne, l’idea diffusa è che si stia preparando tutto per un tempo assai migliore dell’attuale.
Accade copiosamente che alcuni mesi dell’anno, e il rosato Maggio ne è la prova, possano rappresentare stati d’animo in bilico, momenti in cui si tende a pianificare per qualcosa che accadrà domani, o in un future vicino.
E quello che ci limitiamo a fare noi teneri esseri umani è una pratica antica come la nostra storia e che racchiude in sè una serie di significati e precisi riferimenti personali: l’attesa.
In un’ottica più concreta e meno aulica l’attesa si può sostanziare in esami, universitari e non,che devono essere affrontati a breve e che vincolano mente e cuore in una morsa ansiogena e soffocante, oppure progettualità di coppie in fiore, maggio è notoriamente il mese dei matrimoni o delle nascite, o in planning di estate che dovrebbero fare capolino nei mesi a seguito, anche se l’estate è in ostaggio di mancanza di sole.
Ancora, l’attesa può vertere su un lavoro da tempo bramato e che fatica ad arrivare, oppure in una speranza di incontri fortuiti e passionali, che possano rendere la nostra vita meno monotona o scialba.
Ma l’attesa è anche e soprattutto un esercizio quotidiano di cui spesso non calcoliamo la vera valenza. Si aspetta al bancone del bar, alla fermata della metro, in fila alla cassa di Zara. Si aspetta per pagare le bollette, per ritirare i soldi in banca, per pagare la spesa al supermercato.
Si aspetta davanti alla pentola della pasta, davanti alle pubblicità in tv, davanti a un libro il cui finale sembra ancora lontano.
Si attendono segnali, intrisi di speranza e leggerezza, si attendono nuove energie positive, si attendono persone a noi care, si aspettano eventi che possono segnare un’esistenza, o semplicemente si aspetta, perchè non c’è niente di meglio da fare.
Ma se restare in attesa non sembra preoccuparci, salvo se escludiamo i soggetti che non godono di necessaria pazienza, non ci preoccupiamo abbastanza dei pensieri e degli atti che scandiscono le nostre attese.
Accade che spesso tendiamo a tenere chiuso il rubinetto della mente, per evitare perdite celebrali e tumulti psichici, roba da romanzi a basso costo, oppure diversamente, approfittiamo a perderci in elucubrazioni intime e afone all’esterno, che si svolgono dentro la nostra testa e che spesso vengono interrotte quando l’attesa sembra esaurirsi.
In alcuni casi riusciamo a serbare quei pensieri e quelle emozioni, ma nella gran parte dei casi tendiamo a cancellare ciò che rapiva il nostro tempo in attesa e ci faceva compagnia in una pratica molto solitaria e diffusa.
Ma non si può non considerare le occasioni in cui l’attesa è riempita dalla Musica che siamo soliti ascoltare per mangiare il tempo di colpo fermatosi, nell’istante in cui decidiamo che anche il “pensare” varrebbe uno sforzo eccessivo e non abbiamo garbo nè voglia per parlare con nessuno.
Le note e le parole come unico passatempo praticabile, e l’attesa sembrerà meno lunga o accidiosa.
E se l’attesa si atteggia a femmina a volte letale a volte accomodante, non è un caso che le tracks che compongono la freak’s note di questa settimana siano state selezionate da donne, ognuna di loro con una precisa idea dell’attesa, che passa da quella di un amore, di un uomo, di un figlio, di un tempo buono, di pace.
E mi rivolgo a coloro che si metteranno in ascolto.Prendetevi un pezzo di attesa e godete della sua più preziosa veste, contro una certa freneticità di vivere, a favore di istanti di pura e semplice stasi.
Good sound.
You can never hold back spring – Tom Waits
Le notti di maggio – Fiorella Mannoia
Song to the Siren – Tim Buckley
What you waiting for – Gwen Stefani
Minuetto – Mia Martini
True Love Waits – Radiohead
L’appuntamento – Ornella Vanoni
Accidental Babies – Damien Rice
Amore lontanissimo – Antonella Ruggiero
Waiting for the end – Linkin Park
Semore e per sempre – Francesco De Gregori
Until the last moment – Yanni
The Build up – King of Convenience