La cosa sorprendente è che ogni atomo nel tuo corpo viene da una stella che è esplosa. E gli atomi nella tua mano sinistra vengono probabilmente da una stella differente da quella corrispondente alla tua mano destra. È la cosa più poetica che conosco della fisica: Tu sei polvere di stelle. (Lawrence Krauss)
Esistono dei momenti precisi e dei luoghi ( o non luoghi) altrettanto indicativi in cui possiamo ritrovarci in compagnia di persone sconosciute e apprendere, spesso fantasticando, informazioni sulla loro vita o particolari del loro vissuto, semplicemente osservando la gestualità e i movimenti dei loro corpi.
Una caffetteria o un ristorante, ad esempio, sono posti particolarmente affollanti e in cui una persona spesso non fa molto caso ai messaggi che va ad inviare mentre parla o mentre resta in silenzio, e in quel caso è tutto il resto di sé che va a comunicare. Provate a stare al centro di un bar o magari in una posizione strategica che vi permetta di avere ampio raggio visivo. Queste pratiche sono consigliate da svolgersi da sole, senza compagnia, perché è più difficile soffermarsi nei dettagli, quando si è in due.
Provate quindi a badare con normale attenzione a chi è seduto intorno o poco distante da voi. Soffermatevi sulla loro postura, sulla circonferenza del viso, su come muovono le mani, se palesano determinati tic come toccarsi i capelli in modo continuo, o sfregarsi l’orecchio con battute ripetitive, o accelerare il battito di ciglia o mordersi le labbra con una certa cadenza.
Gesti che possono assurgere all’insieme dell’ordinario vivere, rientrano in un codice comportamentale definito come CNV, e cioè Comunicazione non verbale. Dialogare servendoci del nostro corpo, far filtrare le informazioni senza utilizzare parole né concetti, semplicemente attraverso gli occhi, la pelle, le mani, le gambe i piedi, la testa. Ognuno di noi possiede un proprio vocabolario gestuale, che costituisce il 55% degli output che inviamo all’esterno, ai nostri potenziali interlocutori che albergano insieme a noi nell’hall del quotidiano vivere.
L’espressione: il silenzio è d’oro, non vale per il corpo. Perché al netto di mutismi vocali, la nostra fisicità non resta mai senza fiato. Spesso i nostri movimenti sono irrazionali e non ponderati, il nostro corpo esprime le emozioni e le sensazioni che pulsano sotto pelle e che non vengono codificate dal dialogo verbale.
Una stretta di mano flebile corrisponde molto spesso a una fiacchezza caratteriale ed è indicativa di mancato interesse da parte di chi porge la mano.
Un paio d’occhi, sgranati e vispi, possono rappresentare uno stato di stupore e perplessità rispetto a un evento “x” al quale stiamo assistendo o a una scena che suscita particolare enfasi, eppure non abbiamo sprecato mezzo suono, la bocca serrata ed è tutto un susseguirsi d’iride, ciglia e pupille.
Il modo di accavallare le gambe o di giocare con le mani, la tenuta delle braccia (se conserte, libere o poggiate svogliatamente sul piano di un tavolo), inviano precisi messaggi e altrettanti stati d’animo da comprendere al pari di come si comprende o segue un discorso orale.
Noi siamo il nostro corpo. L’apparenza fisica è il nostro passaporto identificativo da scambiare e condividere nello spazio in cui ci troviamo a risiedere. Il linguaggio che noi inviamo con il corpo marca la differenza che sussiste tra un Io, e un altro Io, e siamo sempre noi a decidere se approfondire il nostro dizionario carnale, etero-dirigerlo, oppure serbare spontaneità e lasciare che il nostro corpo parli da sé.
Esistono molteplici gesti, infinite variazioni motorie, sterminate sfaccettature visive e corporee, che compongono la “sintassi” del corpo.
Pensate alla linea dei vostri corpi, come quelle foto o quei quadri che mostrano una nudità spontanea e quindi perfetta, anche se ricca di imperfezioni, e immaginate che sia carta su si possono leggere infinite parole impresse con un inchiostro trasparente, che abbiamo impresso noi, ognuno di noi, servendoci di una penna tutta personale.
Pensate altresì a una camminata sensuale di una donna bellissima, e qui mi viene in mente la camminata di Monica Bellucci in Malena, in cui va a scorrere la potenza di una vita a confine tra il mediterraneo e la terra, e tutta la forza di un certo tipo di sud che è filtrato tra i fianchi di una donna, nelle sue gambe tornite, visibile sulla sua pelle vispa e intrecciata nei suoi capelli neri, come lo sono certi pensieri oscuri e liberi nel vento. Sono gambe e fianchi che tagliano l’aria, non vi è alcun suono vocale, nessuna parola, e in ogni caso il racconto di una vita intima fuoriesce potente e immediato, e si serve solo del corpo per amplificare il tutto.
Pensate alle linee della danza, all’emotività che scorre durante un balletto, alla forza scenica dei ballerini, al grammofono sensoriale cui si atteggiano i loro corpi durante l’esecuzione dei passi.
Pensate infine all’amore, al suo lessico più dolce come più irriverente. Ai gesti che gli amanti si scambiano, al profilarsi di sguardi complici, di mani vincolate, di gambe intrecciate le une alle altre, ai dettagli che i rispettivi corpi mostrano reciprocamente, a quanto spesso i singoli particolari possano legare più di fiumi di parole a volte scontate e prive di utilità, a quanto certi scorci carnali possano stupire e saldare oltremodo.
Il sesso è un trattato alla bellezza più autentica. I corpi non rispondono a canoni formali, svincolano ogni controllo per poi scomporsi e ricomporsi, perdersi e ritrovarsi, aumentare intensità e schiudere ogni bruttura appartenente all’ordinario. È un valzer di carne e sangue, un alfabeto di spinte e pulsazioni, è una ricerca dell’altro che passa dalla conoscenza di ogni lembo di pelle, che segna il percorso dei nei, delle linee della schiena, del calcolo delle ossa.
Il corpo non mente mai, a dispetto di eventuali bugie che possiamo utilizzare nei nostri sproloqui lessicali.
Resta solo abbandonarsi per aumentare la consapevolezza della nostra fisicità, calibrare e schiudere ogni arto come ogni capillare che si propaga oltre l’epidermide. Serve cura e servono occhi in grado di poter leggere lo straordinario epistolario che ne segue. Serve passione.
La musica di questa settimana è un prontuario di gesti e di echi corporei. Ogni brano dovrebbe rappresentare la parte del corpo che i ragazzi di The Freak hanno deciso di esaltare, pensando al linguaggio del corpo e ai suoi comandamenti. Non vi resta che mettervi in ascolto e sostare la vostra attenzione su un possibile componimento fisico, dato da singoli arti e immaginare il vostro alfabeto carnale.
Buon ascolto
New Sensations – Inxs (Piedi)
Wash my Hands – Kormac (Mani)
Body Language – Queen
All eyes on me – The Goo goo dolls (occhi)
Pelle – Afterhours (Pelle)
Around the world – Daft Punk (Fianchi)
Con le mani – Zucchero (Mani)
So Easy – Royksopp (labbra)
Twist in my Sobriety – Tanita Tikaram (Seno)