Le coreografie sono di Bill Goodson, musiche di David Yazbek e libretto di Terrence McNally.
Gli attori di The Full Monty alla conferenza stampa
Lo spettacolo sarà presentato in anteprima nazionale il 30 gennaio e resterà in scena fino al 17 febbraioSergio Muniz
Quello che va in scena al Sistina è un adattamento, sempre a cura di Piparo, che trasporta la vicenda dalla periferia industriale inglese a Torino. Insomma la scelta è quella di dargli una connotazione tutta italiana per far sentire il pubblico più vicino alle vicende di questo gruppo di disoccupati che, dopo la perdita del lavoro, si improvvisano spogliarellisti. Un musical che porta sul palco immutato lo spirito del film. Grazie a questa trasposizione di "casa nostra" lo spettacolo si arricchiesce di un racconto autentico, quello del dramma di chi rimane senza lavoro, soprattutto in una città come Torino che per tre generazioni ha rappresentato la speranza in un futuro migliore. A questo proposito Piparo ha voluto fare un'operazione nuova, direi anche coraggiosa, quella di cercare un disoccupato vero, poi diventati due, da portare in scena e con lui il vero dramma interiore della perdita del lavoro.E così ecco che un ex rappresentate ed ex impiegato, Marco Serafini e con lui un ex falegname Simone Lagasta, che ha imparato a ballare dai filmati di Michael Jackson visti su Youtube, si troveranno ad affrontare il pubblico di uno dei teatri più importanti d'Italia al fianco di artisti famosi: Paolo Calabresi, Gianni Fantoni, Sergio Muniz, Paolo Ruffini, Jacopo Sarno e Pietro Sermonti, citati tutti in rigoroso ordine alfabetico.... e il pubblico lo affronteranno nudi.
L'elmetto giallo, simbolo del lavoro perduto e del loro riscatto
Sì, perché non serve specificarlo, Full Monty significa "servizio completo" e completo sarà anche lo spogliarello per il quale hanno scelto una divisa molto significativa: tuta blu ed elmetto giallo, il simbolo del lavoro perduto, della disperazione, ma al tempo stesso del loro riscatto. Saranno nudi sul palcoscenico, senza buoio o aritifici per celare quello che normalmente non viene visto, ma tutto senza ostentazione perché questo rimane uno spettacolo adatto anche alle famiglie.Ruffini scherza con i fotografi
Pietro Sermonti è Giorgio Lucariello, un romano arrivato a Torino adolescente, Qui si è sposato ed aveva messo su famiglia. Il matrimonio è finito ed ora ha anche perso il lavoro e questo potrebbe fargli perdere l'affidamento del figlio sedicenne, interpretato da Jacopo Sarno. E' lui che dà la forza al padre di mettere su lo spettacolo. Jacopo in realtà di anni ne ha 23, ma con i capelli lunghi sembra proprio un ragazzino.Giorgio un giorno si imbatte per caso nel mondo dello spogliarello maschile e da lì parte la sua avventura e quella dei suoi amici, uniti insieme dalla disperazione, sotto la guida, diciamo tecnica, di Aldo Parisi, interpretato da Paolo Calabrese. Nello spettacolo è un, ormai anche lui ex, dirigente d'azienda con la passione del ballo. Anche lui licenziato ha però tenuto nascosto alla moglie la perdita del lavoro.
Del gruppo fa parte anche un immigrato cubano, a cui dà il volto Sergio Muniz, accumunato con agli dalla stessa sorte lavorativa. Altro compagni di avventura è Davide Foschi, ovvero Gianni Fantoni, il miglior amico di Giorgio. Per lui la partecipazione a questa impresa è stata un po' un tira e molla, la moglie per lui vorrebbe un "lavoro vero" in un centro commerciale.
Il più buffo e divertente di tutti è Paolo Ruffini, alias Marcello De Gregorio, fra tutti forse il più convinto fin dall'inizio che lo spogliarello finale dovesse essere fatto veramente. Muniz invece, adesso che si avvicina il debutto, spera nel favore di controluci e penombre!