Magazine Cultura

The Fun Key, 10 Tracks Demo

Creato il 13 giugno 2012 da Scribacchina

Tanti anni fa feci un esperimento: invitai i giovincelli musicisti locali nonché miei lettori ad inviarmi i loro demo per recensirli all’interno della rubrica dedicata ai ciddì-novità.

Risultato: nomi sconosciuti messi in bella mostra accanto agl’intoccabili.
I soliti accostamenti azzardati della vostra Scribacchina.
Eppure, soliti lettori, l’esperimento riuscì: io mi divertii parecchio, e i giovincelli, dal canto loro, ebbero una chance in più per farsi conoscere.

Questi che vi ripropongo oggi sono i Fun Key, interessante band locale d’epoca.
Immagino siano ormai sciolti e stra-sciolti.

«Senti un po’ Scribacchina: se volessi sentire l’album dei Fun Key, dove lo trovo?»
«Eh sì, perché se proprio vuoi la recensione la leggo pure, ma che me ne faccio senza il demo?»
«Forza, donzella: fornisci un link per fare il download».

Giammai, soliti lettori.
Quel demo non è (per parafrase il buon Piotta) «robbba commerciale».
Quel demo è in mano a pochi, pochissimi fortunati.
E lì resterà: da me non avrete mp3 di sorta.
V’accontenterete della recensione. 

***

The Fun Key - 10 Tracks Demo

Gennaio 2001

Si definiscono una «acid jazz/ funky/ fusion» band, anche se la vena funk la fa da padrone: sono i Fun Key, nati a Bergamo nello scorso autunno dall’ingresso di Alex Alborghetti nel Simone Cavalli Trio (formato dal titolare alla chitarra, da Francesco Lorenzi al basso e da Arturo Del Torchio alla batteria). Il Simone Cavalli Trio suonava già da tempo in locali e rassegne della provincia, proponendo un repertorio funk anni ‘70/ acid jazz/ blues.

I quattro ragazzi hanno delle interessanti esperienze alle spalle: Arturo Del Torchio è reduce dall’Heineken Jammin’ Festival, dove ha suonato con la Gibox Mobile insieme a Francesco Lorenzi; con la stessa formazione hanno inciso due CD di pezzi originali e partecipato a diverse rassegne musicali. Simone Cavalli attualmente studia composizione ed arrangiamento con G. Comeglio; prima di formare il proprio Trio ha suonato ethno-music con i Numeland ed ha militato in alcune big band. Alex Alborghetti è approdato al sax dopo essersi dedicato in gioventù a piano e chitarra; dopo alcune partecipazioni in gruppi minori, esordisce in prima linea all’interno della neonata formazione Fun Key.

Quello che qui vi presento è il demo che i quattro ragazzi mi hanno fatto pervenire, una sorta di assaggio della «chiave di fun».
Niente a che vedere, ovviamente, con l’energia e il travolgente sound di un’esibizione dal vivo, dove i quattro promettono (e c’è da credergli) di far scatenare il pubblico.

Il cd contiene la rilettura di dieci brani facenti parte sia del patrimonio funk che di quello jazz/fusion. Si parte con The Monkey Drop, brano dei The New Jersey Kings; prova simpatica, anche se certi passaggi di sax ed alcuni stacchi di batteria mancano di incisività. Da rimarcare il coinvolgente solo di basso.

Cycles Of Re-Elevation (pezzo di Michael McEvoy) porta con la memoria alla versione a firma Urbanator di Chameleon (Hancock) fatta alcuni anni fa. Peccato, nella prova dei Fun Key, per qualche sfumatura non troppo convincente.

Cantaloupe Woman (Ben Dixon) denota due delle caratteristiche predominanti nella maggior parte dei brani targati Fun Key: il solo di chitarra (forse un po’ imbrigliato, per dire la verità) accompagnato da un sax dall’incedere strascicato. E’ proprio questa morbidezza, questo trascinarsi – una dietro l’altra – delle note del sax a rappresentare il momento nel quale Alborghetti dà il meglio di sé, gettando le basi per uno stile personale.

Eight Count For Rita (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8) è un funky d’impatto, dove le ritmiche della chitarra giocano un ruolo di fondamentale importanza. Senza dubbio, il miglior brano del cd. Blue Juice (Happy Blues), canto suo, è un brano dall’impronta blues, che riesce a coniugare sonorità e stilistiche diverse.

Seguono gli ultimi cinque pezzi di 10 Tracks Demo: la versione funk di Scrunch (brano fusion degli intoccabili Brecker Brothers), Vibe (Mainieri/ Brecker), Impressions/ So What (Coltrane/ Davis/ Cifarelli), Lively Up Yourself (Bob Marley) e Dikalo (Manu Dibango).

Nel complesso, una rilettura che spesso e volentieri ricalca se stessa nelle scelte timbriche e melodiche. Un solo appunto ai quattro ragazzi: un pizzico in più di swing non fa mai male. Anche nel funk.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :