Lidia è in uscita in primavera con il suo terzo album: “Clepsydra I”, per chi non conoscesse l’artista possiamo dire che la lingua utilizzata in alcuni suoi brani è una lingua inventata anni fa durante il liceo con alcune amiche.
Da un divertissement liceale all’utilizzo del clepsydriano nell’ultimo concept album di Lilia, definito partecipante del genere di musica elf-tronica.
L’album è stato registrato presso i Two Fates Studios a Colonnella (TE), realizzato con il supporto della Trixity Productions e arricchito in due brani dalla collaborazione, rispettivamente, della giovanissima Empress Luna e Dr Greenythumb.
Una finestra sui mondi psichici di Lilia è il singolo The Game: le coordinate della storia d’amore e il modo in cui determina l’esistenza dei protagonisti sono narrati nel video, con la regia di Marco Antonecchia e la direzione della fotografia di Gianluca Palma, attraverso immagini di ricordi agrodolci e rimpianti.
Gli amanti, prima profondamente legati e ora creature estranee, sono mostrati in diversi momenti delle loro vite: sebbene ancora legati da un legame affettivo indissolubile, le loro individualità e, di conseguenza, il loro rapporto, non sono più quelli di prima. Qualcosa li ha cambiati.
Dopo un principio in cui la coppia è mostrata ancora insieme, il racconto si dispiega seguendo due binari paralleli: il sentimento che li lega e li protegge dalle minacce del mondo esterno non si è estinto, ma la malattia e l’oscurità che si sono abbattute su di loro li isolano in una solitudine apparentemente senza scampo.
L’unica cosa rimasta è un ricordo, che li riporta, come un leit motiv, all’elemento ricorrente che caratterizzava come unico il loro amore: il gioco che entrambi odiavano.
Il nucleo dell’intero album è costituito dal dualismo, fisico e metaforico, che Lilia articola secondo i concetti di sopra/sotto, oscurità/luce, incomunicabilità/comunicazione, malattia/salvezza; l’immagine dualistica si incarna nella cosmologia del pianeta Clepsydra i cui abitanti, popolo fiero e coraggioso, sono minacciati dall’invasione di demoni, portatori di una malattia che lascia i clepsydriani in una sorta di morte apparente, primo passo verso il tentativo demoniaco di colonizzare il pianeta.
La malattia è raccontata nel brano The Game attraverso gli occhi di due amanti, che ricordano i momenti precedenti alla diffusione della malattia e dell’oscurità. Protagonisti della canzone sono due entità intrappolate nella “gabbia temporale” che costituisce lo stato di morte apparente: gli amanti sono condannati a rivivere sempre lo stesso istante, in un loop continuo, potendo solo ricordare i momenti della storia d’amore senza vivere la loro passione; per riuscire a salvarsi, potranno soltanto accettare la propria condizione. In quanto metafora dell’amore malsano, il brano è capace di condurre l’ascoltatore oltre i confini dell’epopea planetaria tracciati dal concept.
La musica di Lilia nasce meditata in solitudine e custodita dal suo immaginario, per poi sbocciare verso il mondo, nella speranza che chi ascolta se ne appropri nella più piena libertà d’esperienza: la musica ha così la potenza di delineare orizzonti mentali definiti, nuovi universi perfettamente simulati in cui però le possibilità di interpretazione sono sempre aperte.
Nel suo percorso artistico, Lilia ha costantemente scelto di non lasciarsi imbrigliare dai canoni di composizione classici e di non adeguarsi alla forma canzone.
Prima ancora che con l’approccio a uno strumento, il desiderio di suonare arriva per l’artista attraverso l’attrazione per la melodia; nel suo embrionale incontro con la musica e la composizione, la chitarra le ha aperto le porte verso quella sperimentazione con i suoni che l’ha condotta infine al digitale e all’attuale uso di mezzi espressivi duttili, quali synth, tastiere, Ableton, loop.
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