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The giver

Creato il 29 settembre 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

the-giver-posterUn presente in bianco e nero

Seppur The Giver appaia visivamente interessante, non riesce a mantenere le aspettative iniziali fino alla fine, finendo per sbrodolare una morale eccessivamente banale.

Uomini, donne e bambini vivono una realtà senza colori, sogni ed emozioni. I più vecchi vengono “congedati” e per la comunità decide un consiglio di anziani, che si riunisce periodicamente per sancire i passaggi evolutivi di ognuno. Durante la cerimonia dei 12, Jonas viene scelto per ricoprire il ruolo di raccoglitore di Memorie ed è affidato a un donatore anziano, che porta dentro di sé tutta la bellezza e il dolore dell’umanità.

Nuovamente una pellicola ambientata in un futuro (prossimo) distopico, nel quale le emozioni, i ricordi sono stati cancellati e sostituiti da un presente privo di contrasti e scandito da ritmi meccanici e ripetitivi. E la scelta visiva (bianco e nero) di questo presente rispecchia pienamente l’asettica esistenza degli abitanti, che parlano con un linguaggio controllato e sono privati del libero arbitrio. Tuttavia qualcosa comincia a cambiare ed è attraverso lo sguardo di Jonas che si notano i primi sprazzi di colore, che metaforicamente permettono di comprendere la speciale attitudine del ragazzo, ovvero la capacità di saper “vedere” e dare un nome alle emozioni.

La prima parte è apprezzabile e sottolinea il percorso di cambiamento di Jonas, la formazione dedicata alla comprensione delle sensazioni  assenti in una società asettica. Peccato che più ci si inoltri all’interno del passato (colmo di dolore e rabbia, le emozioni più pericolose) e più The Giver comincia a virare in direzione di una morale banale, scontata e meno accattivante. La bellezza (in ogni sua forma), l’amore e il dolore aiutano a forgiare il carattere e a differenziare le persone. Ma tutto ciò come viene messo in scena? Attraverso una lunga rincorsa ambiziosa, nella quale Jonas (essere speciale) comincia a impegnarsi per romper gli schemi e portare il disordine all’interno della società. Purtroppo la tesi appare deboluccia, semplicistica e mette nuovamente in primo piano i giovani come unico strumento in grado di frantumare gli schemi.

Di conseguenza The Giver scivola sempre più lungo il baratro della banalità, della scontata e convenzionale morale umanista. E nemmeno Meryl Streep (un po’ ingessata nella sua interpretazione) e Jeff Bridges riescono ad aiutare The Giver, un prodotto sempre più gonfio di amore, di scorci di colore con arcobaleni illuminanti e di immagini strappate da diverse realtà desolanti (i bambini ammalati e affamati, i militari dilaniati dal dolore di una guerra). Per ottenere libertà, fantasia, indipendenza e sogni cosa bisogna fare? Disobbedire e superare quell’ideale confine, che imprigiona tutti gli esseri umani. Tranquilli ci pensa Jonas.

Uscita al cinema: 11 settembre 2014

Voto: **


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