Magazine Libri
PUBBLICATO DA: Giunti Pgg. 256 - 14,50 €
VOTO: 9
GIUDIZIO:Ci troviamo in un'ipoteticasocietà futuristica dove ogni decisione viene presa dal Comitato degli Anziani,a partire dalla scelta del nome di ogni bambino fino alla professione che siandrà ad eseguire per tutta la vita. Ogni nucleo familiare è composto da unaMamma e un Papà a cui vengono assegnati un maschio e una femmina opportunamentepartoriti da donne adatte allo scopo e allevati da una squadra di Puericultori.Non esistono guerre, né differenze sociali, malattie o sofferenze; anche ildolore e qualunque pulsione, come quella sessuale, sono statifarmacologicamente eliminati. L'individuo non esiste in quanto tale, ma solocome elemento che compone un delicato ingranaggio: il bene della Comunità è l'unicofine da perseguire, attraverso ferree e crudeli regole da rispettare.
Questo mondo perfetto esterile, creato dagli uomini per eliminare ogni possibile elemento di disturbo,non conosce i colori, gli odori e le stagioni, ed ogni suo abitante si muovecome un automa per essere utile alla collettività; coloro che non lo sono più,come i vecchi, o che non lo sono mai stati, come i neonati imperfetti oirrequieti, vengono congedati.I membri della Comunitàaccettano docilmente le regole senza desiderare un'esistenza diversa che nonhanno mai conosciuto... nessuno, tranne uno: l'Accoglitore di Memorie, coluiche conserva, attraverso i ricordi delle passate generazioni, la storia delmondo come era prima di quel momento, sopportandone il dolore e la sofferenza. Il protagonista della nostrastoria è Jonas, un Undici che sta per diventare un Dodici attraverso unacerimonia importantissima che segna definitivamente la fine dell'età dellafanciullezza per ogni ragazzo che, da quel momento, inizia ad essere finalmenteimportante e produttivo per la Comunità: è in quell'occasione che gli Anziani decidono qualesarà il lavoro che andrà a svolgere, dopo averlo osservato attentamente nelcorso degli anni ed averne decretato le attitudini.Jonas non sta più nellapelle, anche se le emozioni sono una cosa sbagliata, da contenere e da nonmostrare mai agli altri che ne potrebbero venire turbati; e rimane quasisconvolto quando gli viene comunicato di essere prescelto: lui sarà ilnuovo Accoglitore di Memorie, la figura forse più importante e onorevole dellaComunità.Attraverso un durissimoaddestramento, Jonas riceverà i ricordi di colui che, da quel momento,diventerà il Donatore. In quel periodo, il nostro giovane protagonistaconoscerà il dolore, la fame, la guerra e la sofferenza, l'odio ma anche lagioia, il calore di una famiglia vera e il reale significato delle parole amoree affetto. E qualcosa cambia in lui; sì, perché Jonas è diverso dagli altri: hala capacità, attraverso i suoi strani occhi chiari differenti da quelli dellaComunità, di vedere Oltre, di percepire cioè il colore degli oggetti; eanche di sentire un qualcosa di bellissimo che si chiama musica. E' cosìche inizia a domandarsi se è giusto vivere in un mondo tutto uguale, dove ledifferenze non ci sono; e se, invece, fossero proprio le differenze a renderegli individui migliori? E se, anche sbagliando, fosse più giusto poterscegliere? E si chiede cosa ci sia fuori dalla loro Comunità, verso un Altroveche ha visto solo attraverso i ricordi stanchi di un vecchio Donatore...Devo confessare che,nonostante le ripetute insistenze di un'amica (benedetta lei!), non avevovoluto avvicinarmi a questo libro perché le atmosfere cupe non mi allettavanoper niente e perché si trattava di una fantasy di tipo diverso da quelli che disolito prediligo; ora posso dire con certezza che avrei commesso un erroremadornale perché The Giver, il primo di una trilogia, è un romanzo bellissimo,uno dei migliori che abbia mai letto.Crudo e spietato, potente edoloroso come un cazzotto alla bocca dello stomaco, questo piccolo capolavororapisce il lettore dalla prima all'ultima pagina, catapultandolo in unadimensione angosciante dove la percezione dell'io viene annullata.Pubblicato la prima voltanel 1993, The Giver ha ricevuto numerosissimi e meritati premi ericonoscimenti, ed è stato censurato in moltissime scuole americane perchéaccusato di trattare troppo esplicitamente temi considerati tabù; alla luce deltesoro che ho scoperto dopo averlo letto, non credo di esagerare nel dire che,invece, dovrebbe essere adottato come libro di testo per insegnare ai giovani irischi che si corrono quando l'uomo e il progresso scientifico si spingonotroppo oltre, quando non si può scegliere e quando si perdono i ricordi. Lamemoria, la nostra e quella delle generazioni prima di noi, è forse il bene piùimportante e prezioso che abbiamo, e tramandarla a chi verrà dopo è un qualcosaa cui, per evitare di perdere noi stessi, non possiamo assolutamenterinunciare. Ma questo libro dovrebbero leggerlo anche gli adulti, per guardarein faccia una società che rischiamo pericolosamente di creare: la ricercaossessiva della bellezza e della perfezione, della felicità a tutti i costi,l'uniformarsi a standard considerati universali, tutto questo portainesorabilmente verso una sola uguaglianza: quella dell'infelicità di tutti.Ho amato The Giver in ognisuo aspetto, nella trama, nello stile narrativo semplice e chiaro, nei messagginascosti fra le sue righe e persino nella copertina: le due mani di un vecchioche libera i ricordi che hanno la forma di farfalle colorate incarna allaperfezione, secondo me, l'anima delicata e poetica di questo romanzo.Ho provato rabbia efrustrazione per le regole assurde imposte alla Comunità, ho pianto e soffertoper il congedo, un modo elegante per definire l'eutanasia dei vecchi el'infanticidio programmato dei neonati, ho covato il desiderio di ribellione e,alla fine, ho volato insieme ai due piccoli protagonisti giù dalla collinainnevata con la speranza che mi scaldava il cuore... In altre parole, non hopotuto impedire che The Giver mi entrasse dentro, invadesse i miei sensi,toccasse le più profonde corde della mia anima e vi rimanesse per sempre.
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