15 luglio 2013 Lascia un commento
Lo ritrovo alle regia sulla storia di Ip Man, il grande maestro di arti marziali cinese, divenuto celebre per aver insegnato a Bruce Lee a anche per questo gia immortalato in altre due pellicole a lui dedicate.
La storia ovviamente e’ sempre quella, il maestro Ip e’ amato e rispettato e i suoi primi 40 anni "furono come la primavera" ma la guerra tra Giappone e Cina, porto’ miseria a lui e al suo popolo, costretto a subire ingiustizie e privazioni sino all’immancabile riscatto.
Del cinema di Wong abbiamo imparato ad amare quasi tutto, sicuramente la capacita’ di esprimere le forti passioni che caratterizzano i suoi personaggi, nella ridefinizione dell’erotismo in una chiave talmente sentimentale da domandarci come abbiamo fatto a scordare che il sesso e’ il fratello brutale dell’amore.
In "The Grandmaster" il regista compie un passo in avanti e pur essendo in direzione dell’Occidente, non si puo’ fare a meno di ammirarne la tecnica. Se ad inzio film pare essere piombati in uno spin-off di Matrix, qualcosa di piu’ di una citazione con l’acqua che scroscia, i combattimenti rallentati, leggi fisiche alterate e finanche la colonna sonora che non si discosta dal genere epico-elettronico-sinfonico ma cio’ che sembra una strizzata d’occhio al mercato occidentale, in realta’ nel corso del film svela una tecnica sopraffina di montaggio e ripresa che aggiunge un nuovo standard nel portare sul grande schermo la maestosita’ dei combattimenti senza trasformarli per forza in wuxia.
Ancora un volta e’ con se’ Tony Leung, altro straordinario interprete della sua filmografia, un attore che allo stesso tempo trasmette passione e forza, la capacita’ di far parlare i silenzi come pochi altri riescono e capace di celare il dolore pur rendendolo palese a chi guarda.
Nel complesso l’opera di Wong ha l’afflato epico de "La tigre e il dragone" del quale rinuncia all’azione sostituendola con grande narrativa. Appena complicato da seguire per via di un montaggio narrativo migliorabile ma sono convinto che la versione doppiata che dovrebbe essere distribuita entro l’anno, aiutera’ a risolvere certi passaggi un po’ ingarbugliati e magari una riorganizzazione delle sequenze potrebbe essere necessaria.
Superbo e commovente, esaltante e dolcissimo, un film degno di rimanere, di essere ricordato e col quale confrontarsi.