Regia: Eli Roth
Interpreti: Lorenza Izzo, Ariel Levy, Daryl Sabara, Aaron Burns, Kirby Bliss Blanton, Magda Apanowicz Parlare di "The Green Inferno" dopo aver visto una meraviglia come "Crimson Peak" (e pensi come scriverci su qualcosa che ne celebri i meriti) é un po' come pranzare da Mac Donald's dopo aver cenato la sera prima da "Becco"...trattasi sempre di cibo, ma siam su due pianeti completamente differenti, é innegabile. Lo stesso se confrontiam Del Toro e Roth...quindi non li confronteremo e basta.Non ho mai nascosto la mia avversione puramente cinematografica per il buon Eli, lo salvo giusto giusto nei panni dell'Orso Ebreo in "Bastardi Senza Gloria" ma probabilmente, come ho già avuto modo di dire in passato, Tarantino riuscirebbe a far recitare anche me, e mi sono avvicinata a "The green inferno" con il coltello tra i denti, pronta alle peggio cose. Ma soprattutto mi sono accostata all'inferno verde totalmente digiuna di "Cannibal Movie", a meno che non si voglia definire tale "Alive - i sopravvissuti". Si, lo ammetto, non ho mai visto nè "Cannibal Holocaus" ne' altri suoi epigoni.Quindi ero pronta a giudicare, e massacrare, "The Green Inferno" senza termini di paragone.La prima cosa a cui ho pensato dopo aver visto il film è stato: "Eli
Ormai, detrattori o meno, Roth lo conosciamo bene. E' un bambinone innamorato del cinema, che, da quando Tarantino, probabilmente ubriaco, gli ha dato la sua benedizione, è convinto di essere un regista. A sua difesa bisogna ammettere che il nostro cialtronuccio si diverte un sacco, e si nota, è indubbio.Me lo vedo dirigere sghignazzando magari pure un pochino, perchè è rimasto all'età preadolesceziale, le scene "caccapuzza" del film, perchè lui è tanto...tanto contorto....Ma smettiamo di cercare di analizzare una personalità che ci spacciano per deviata ma in realta' è solo un po' paraculo per passare al film.Che, pur non essendo certamente un film per anime candide, non è cosí insostenibile come volevano farci credere (personalmente ho trovato molto più fastidiosi i due "Hostel"). Eccetto forse la scena del primo "pasto", abbastanza impressionante, "The Green Inferno" fondamentalmente non spinge mai davvero così a fondo da guadagnarsi sul campo l'etichetta tanto strombazzata di film maledetto. Nemmeno la critica al cosiddetto "ecologismo 2.0", è poi così feroce. Insomma, siamo di fronte ad un horror destinato ad essere dimenticato velocemente, poco sporco, è patinatissimo persino nelle scene più truculente, ed assai poco cattivo.
Si, perché "The Green Inferno", e giuro che mai avrei pensato di dire una cosa del genere, fa schifo, ma fa decisamente meno schifo delle precedenti opere di Roth.
Nonostante alcuni momenti risibili persino in un film di Roth, la scena della cacca, quella dell'erba sono degni di una commedia di Alvaro Vitali in versione pulp, "The green inferno" è un horror, anzi un cannibal movie, che a tratti sorprendentemente, ero pronta a farlo a fette, è riuscito persino a divertirmi.
Ma soprattutto Roth, per la prima volta, ci fa empatizzare con i personaggi di un suo film. Se all'inizio non riesci a considerarli altro del solito gruppo di dementi belli pronti per il massacro e speri di vederli morire presto e male, man mano che i nostri precipitano all'inferno non puoi non provare pena per il gruppo di deficienti buttatosi a pesce in un disastro annunciato, al soldo di un leader che meriterebbe prima di essere preso a testate nei denti, poi di essere buttato in pasto agli indigeni, anziché lasciato a sbatacchiarsi il birillo mentre i suoi compagni vengono fatti al forno uno alla volta.
Sul fronte recitazione arrivano le dolenti note, ma già lo sapevamo. Lorenza Izzo, nonché signora Roth è decisamente caruccetta, ma passa dal mood "Occhio sbarrato" a quello "occhio ancora più sbarrato terrorizzato anzichenò" e di strada, possibilmente lontana dal marito, ne deve fare ancora parecchia. Ci sarebbe pure qualche cosa da dire sulla scena del sacrificio finale, legata, terrorizzata, pitta...e con uno scicchissimo e molto wild bikini addosso....Eli caro, il mezzo pisello dell'ex bimbo di "Spy Kids" al vento si (scena tra l'altro traumatizzante per chi si ricorda il film), ma le grazie della tua bella signora no???Allora lo vedi che, fondamentalmente, sei pure tu un po' bacchettone??Gli altri fanno quello per cui sono pagati con adeguata partecipazione, ovvero la carne da macello, mentre Ariel Levy se la cava assai bene, sto diventando tenerella, nei panni dell'odioso Alejandro, responsabile, temo, del sequel del film.
Ecco, quello magari ce lo potevano pure risparmiare.
Perché se una volta te la possiamo perdonare, il ritorno in mezzo ai cannibali, senza la "tagliata al tattoo" può risultare davvero letale.