LO SPELEOLOGO
di NICOLAS ICARDI
I Gun Club sono la creatura di Jeffrey Lee Pierce, lunatico geniaccio blues, amante in gioventù della musica "black" e del pop di Blondie. E' stato uno che il blues lo ha vissuto fino in fondo portandolo fino alle estreme conseguenze, la musica del demonio scorreva nelle sue vene. Pierce nasce a El Paso in Texas nel 1958 e da ragazzo si avvicina alla musica Glam e Punk in voga nella seconda metà degli anni '70. Dopo essersi trasferito a Los Angeles allarga i propri orizzonti musicali e scopre il Blues, Howlin' Wolf e via per il grande fiume Mississipi: Robert Johnson e Charlie Patton. Impara a strimpellare la chitarra e finisce fra le fila di una band di rockabilly, i Cyclones di Pleasant Gehman. Qui l'incontro con Brian Tristan sposterà le sue mire dalle sei corde al microfono e contribuirà a ribattezzare la formazione, orfana del vocalist originale, i Creeping Rituals che di li a poco si ribattezzeranno definitivamente i Gun Club con Pierce alla chitarra e voce, Brian Tristan alla chitarra, Rob Ritter al basso e Terry Graham alla batteria. Tra i primi fan del gruppo i Blondie che li vogliono ad aprire i loro concerti. Giusto il tempo di rimpiazzare Brian Tristan con il nuovo chitarrista Ward Dotson e la band entra in studio per uscirvi dopo soli due giorni con l'album "Fire of Love"(1981), prima opera della band di Los Angeles, si presenta come uno scatenato e passionale album di puro blues-punk, viscerale, sincero e pieno di ossessioni e di tormenti esistenziali. Il disco è una pietra miliare del rock alternativo anni '80. Non solo, quindi, un disco da ascoltare con passione ma anche una testimonianza di come di lì a poco il rock si sarebbe evoluto. Per il disco successivo, seguendo l'istinto di un carattere egocentrico e intrattabile, Pierce rompe con la casa discografica che aveva prodotto il loro primo album, passando alla neonata Animal di Chris Stein (Chitarrista dei Blondie). Danno alle stampe quindi il secondo album "Miami"(1982) con una produzione che leviga maggiormente il suono rispetto all'esordio ma anche questo disco è di alto livello con Pierce che inserisce alcuni elementi country e rende la sua voce più espressiva e calda tanto da meritarsi l'appellativo di "Jim Morrison degli anni '80" per un opera che mescola la ballata e la psichedelia, il rockabilly e il blues il tutto filtrato dall'esperienza punk. Dopo l'uscita dell'album la band si sfalda per alcuni dissidi interni e il rimanente Jeffrey Pierce con la casa discografica recluta una line-up provvisoria con Jim Duckworth alla chitarra, Dee Pop alla batteria, Jimmy Joe Uliana al basso per dare alle stampe un Ep con materiale non inserito nel precedente album. Esce nel 1983 "Death Party" buon disco che riporta il gruppo alle origini, segnando un ritorno ad uno stile più grezzo e ad un'atmosfera più maledetta. Il gruppo parte per un tour ma Pierce grazie al suo carattere sregolato viene abbandonato ancora dalla sezione ritmica che verrà sostituita dalla bassista Patricia Morrison e dal rientrante chitarrista Brian Tristan (diventato Kid Congo Powers dopo l'esperienza con i Cramps). Il tour ha un buon successo e Pierce decide di riarruolare il primo batterista Terry Graham per rientrare in studio. I Gun Club danno alle stampe nel 1984 "The Las Vegas Story". Si tratta forse dell'opera più prematura del gruppo, con Pierce che attinge sorprendentemente dal repertorio Jazz di Gershwin e Sanders. Anche questa formazione però dura poco tempo, il cantante la scioglie alla fine del '84 per dedicarsi a una breve carriera solista. Dopo qualche anno nel 1987 Pierce decide di riformare il gruppo con il fido amico Kid Congo Powers, Nick Sanderson alla batteria e Romi Mori al basso e l'album "Mother Juno"(1987). Abbandonate le divagazioni pop, i Gun Club ripartono da ciò che meglio sanno fare, l’alternanza fra brani veloci e atmosfere più tradizionali in un mitigato ritorno alle origini. Purtroppo questo è anche l'ultimo album degno di nota del gruppo, i successivi "Pastoral Hide And Seek"(1990) "Divinity"(1991) "Lucky Jim"(1993) non aggiungono nulla alla storia dei Gun Club e di Jeffrey Lee Pierce che lentamente viene sconfitto dai demoni che lo hanno perseguitato per tutta l'esistenza, muore a soli 37 anni per un’emorragia cerebrale il 31 Marzo 1996.
Dalla loro discografia vi propongo 4 tracce:
"She's Like Heroin To Me" da "Fire of Love"(1981), traccia condotta a velocità estreme, la cosa comunque che balza all'occhio del pezzo è la bivalenza sfrenata, non completamente Punk ma intriso di forti reminiscenze Country.
"Ghost On the Highway" da "Fire of Love"(1981) è impossibile stare fermi, ancora un grande pezzo punk-country condotto a velocità supersoniche e luciferine con le chitarre "grattate" senza pietà alcuna da Pierce e Ward Dotson.
"Mother Of Heart" da "Miami"(1982), è una dimessa ballata country-western, lievemente sinistra, velata di malinconia dagli affondi della slide.
"Carry Home" da "Miami"(1982), è una delle perle dell'album, chitarre slide languide su cui Jeffrey dispiega il suo canto lugubre.
SHE'S LIKE HEROIN TO ME - 1981
Audio
GHOST ON THE HIGHWAY - 1981
Audio
MOTHER OF HEART - 1982
Audio
CARRY HOME - 1982 live
A DOMENICA PROSSIMA...