Magazine Cinema
Durata: 115'
La trama (con parole mie): Terrier, un militare del settore privato e cecchino professionista parte di un team che si occupa della sicurezza e del lavoro sporco di una compagnia mineraria nel Congo del pieno della guerra civile, ha una storia d'amore con una donna membro di una delle ONG operanti nel paese, Annie, che non sa nulla del suo effettivo ruolo.Quando è designato per eliminare il Ministro che si occupa delle attività minerarie ed è costretto a lasciare il paese, Terrier perde anche la sua amata: otto anni dopo, ancora traumatizzato e deciso a redimersi lavorando proprio in Congo alla costruzione di pozzi d'acqua, l'uomo è minacciato da un commando inviato per ucciderlo.Scampato all'attentato ed insospettitosi, inizia per lui una ricerca che lo condurrà di nuovo in Europa e che lo vedrà ricongiungersi con Annie: riusciranno, però, i due a salvare la pelle?
A volte, quando si affrontano certe visioni che già dalle premesse si prospettano decisamente fallimentari, dovremmo avere una sorta di Grillo Parlante molto poco interiore e molto poco grillo che, con un paio di cazzotti ben assestati, o una bella mossa di wrestling, avrebbe il compito di ricordare a tutti noi quanto siamo stati incredibilmente coglioni.E con questo The Gunmen sarebbe stato davvero fondamentale, per il sottoscritto: nonostante, infatti, le critiche negative piovute su questa pellicola un pò ovunque, il fatto che dietro la macchina da presa si trovasse il Pierre Morel del primo Taken, che Sean Penn si sia voluto reinventare come fosse una copia sbiaditissima del Jack Bauer di 24 o che ancora Javier Bardem si sia trovato nell'ormai classica ed ipergiogioneggiante posizione del cattivo sopra le righe, ho voluto comunque insistere e rischiare, pur considerandolo fin dall'inizio un riempitivo da giornata di relax in solitaria.Devo anche ammettere, nonostante tutto, di non essermi incazzato a morte lottando con il desiderio di frantumare una bottiglia contro il televisore come fu con porcate simili come The American, ma di aver considerato, di fatto, The Gunman come una sorta di versione alternativa e poco riuscita di un episodio della già citata 24 o di Blood Diamond, blockbuster a sfondo sociale con protagonista Di Caprio di qualche anno fa: in fondo, il lavoro di Morel è il tipico filmetto action con poche palle come se ne trovano a mazzi nel panorama di un genere che troppo spesso dimentica ironia e coraggio, e tenta di propinare (anti)eroi politically correct - o quasi - se non nelle azioni, quantomeno "idealmente".La difficoltà maggiore, in questo senso, è digerire il Terrier di Penn, che fin dai primi minuti pare un bravo scolaretto nonostante, di fatto, si occupi di uno dei lavori più sporchi che possano esistere - il mercenario per grandi corporazioni del settore privato pronto, in cambio solo ed esclusivamente di denaro, a commettere le azioni più terrificanti spesso in angoli di mondo già devastati e all'interno dei quali nessuno andrà mai ad indagare -: vederlo dispensare tenerezze ad Annie - la nostrana Jasmine Trinca - e guardare con occhi da padre deluso i suoi commilitoni come se le sue mani non fossero sporche di sangue o considerare di farlo passare per il "buono" neanche ci trovassimo in una pellicola targata Disney per adulti pare davvero fantascienza, anche quando dall'altra parte della barricata troviamo un Bardem più odioso del solito che non si vede l'ora di vedere morto ammazzato.Per il resto è tutto come ce lo si aspetterebbe: confezione finto patinata, sparatorie confusionarie, un protagonista in piena crisi di mezza età che non vede l'ora di mostrare i muscoli, viaggi da una parte all'altra dell'Europa - ovviamente i luoghi di produzione della pellicola -, la bella in pericolo ed un complotto destinato ad essere smascherato e ribaltato da testa a piedi dal nostro intrepido e redento ex assassino prezzolato tornato sul luogo del delitto per dedicarsi agli scavi di pozzi d'acqua.Tutto già visto e già sentito, dunque, un pò come quando si approccia un film che si sa già finirà tra i peggiori dell'anno, e con coraggio - o stupidità - si porta avanti l'impresa fino alla fine.E fino alla prossima volta.Non ci sono buon senso o grilli parlanti che tengano.
MrFord
"War without end
no remorse No repent
we don't care what it meant
another day Another death
another sorrow Another breath."Metallica - "No remorse" -
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