Recensire un film di Tarantino non è mai una cosa facile. Perché vai al cinema, e vuoi fare un paragone con quello che è venuto prima. E fai male, perché ti aspetti Django e non hai ancora capito che Tarantino come Paganini non ripete. Anche se si è un suo fan sfegatato e si conosce a menadito la sua filmografia, ogni nuova opera è una vera e propria sorpresa. Tu ti aspetti Le Iene, ti aspetti Pulp Fiction, Four Rooms, Bastardi senza Gloria, Kill Bill e Death Proof e li cerchi, trovando magari quell'accenno, sorriso o ghigno. Ma, alla fin fine, quello che stai guardando è un altro genere, un nuovo percorso che Tarantino ha intrapreso e seguito fino in fondo. Come tutti i suoi film, questa è un'opera prima.Hateful Eight è un film apparentemente Western. Con la solita attenzione ai particolari Tarantino ambienta nei grandi paesaggi delle montagne del Wyoming una storia che ben si accompagna alle musiche di Morricone e agli sguardi alla Leone. I protagonisti sono tutti uomini crudelmente inseriti nel loro tempo, nordisti, sudisti, cowboy e banditi appena usciti dalla Guerra di Secessione, un fatto che aleggia sempre nell'aria e che è causa di continui contrasti. Con tale ambientazione e tali personaggi il film sarebbe stato bello che fatto, un nugolo di sparatorie, cacce all'uomo e il pubblico avrebbe avuto quello che voleva. Invece no, perché ancora una volta bisogna ricordarsi di non guardare indietro.Benché infatti i personaggi siano degni del miglior film western e i luoghi in cui la storia è ambientata siano decisamente mozzafiato e che, all'inizio del film, si punti in una determinata direzione, Tarantino prende tutto e lo chiude dentro ad una stanza. Fuori nevica che Dio la manda, le diligenze non possono proseguire e dentro quella baita dalla porta rotta si raduna un nervoso ed improbabile gruppo di persone.
Come ho detto...
...questo film non è facile da recensire, perché anche solo spiegandolo fa perdere a chi lo guarda la magia della scoperta. In qualche modo è similare a film come I soliti sospetti, dove tutto si scopre man mano, in cui tu ignaro spettatore vieni ingannato, credi di conoscere la verità fino a quando non succede qualcosa che cambia completamente le carte in tavola. Hateful Eight è questo, un miscuglio di generi talmente caotico a cui solo uno come Tarantino poteva dare una forma mantenendo intatto il proprio stile. Perché nonostante tutto, nonostante gli ammiccamenti, il giallo, Agatha Christie e via dicendo questo è rimane un'opera fatta da un fan, un meta film che vuole omaggiare il bel cinema che non c'è più. Forse può non piacere, forse tre ore erano troppe e forse non ha emozionato come Django, anche perché Django era fatto per emozionare, ma questo film rappresenta come gli altri sei (Jackie Brown non conta) uno stile unico e inimitabile.Detto questo c'è poco altro da dire se non che questo film è da vedere assolutamente al cinema, perché visivamente e musicalmente è il massimo, e che la quantità di pistole e fucili nel film renderà necessario un articolo sulle "Armi di Hatefull Eight"!