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"Friggere il pollo mi fa sempre sentire un po’ meglio nella vita".
Dopo aver letto il romanzo di Kathryn Sockett con il medesimo titolo ed essermi molto divertita ho deciso di guardare questo film, anche se mi ero resa conto che presso le varie giurie era stato alla larga snobbato. A dire il vero risulta un pò logoro il tema della società americana razzista, perbenista ottusa ed ipocrita degli Stati Uniti del Sud negli anni 60 su cui il film è imperniato, ma dopo qualche secondo mi rendo conto che ho di fronte una produzione Disney e quindi retorica a parte di cui purtroppo il film è farcito, tutto sommato devo dire che il prodotto è buono e di valore, grazie anche alla bravura delle attrici.
Siamo a Jackson, nel Mississipi, la protagonista è Eugenia “Skeeter”, aspirante scrittrice e appena fresca di ben due lauree. Il patinato mondo che la circonda le va stretto e si sente diversa da tutte le sue amiche d’infanzia, la madre la obbliga a frequentare uomini di una certa elevatura sociale, avere dei bambini ed abitare in una bella casa, tutto questo prima che lei muoia, dato che è purtroppo ammalata. Ma alla fine riuscirà a convincere anche la madre dell'importanza del suo progetto: "A volte il coraggio salta una generazione, e tu lo hai riportato nella nostra famiglia..." Come?
Decide di raccogliere in un libro le testimonianze dei quotidiani soprusi, delle ingiustizie e delle frustrazioni, che le domestiche di colore devono sopportare e riesce a convincere due di esse a raccontarle le loro storie.
Ci si rende conto di come non sia stato facile avere la pelle nera in quel periodo, la pellicola mette ben in evidenza come sono proprio queste donne, le domestiche di colore a crescere i bambini delle donne bianche snob, che non sanno cambiare loro nemmeno un pannolino: "Tu sei brava. Tu sei carina. Tu sei importante!". Deliziose Aibileen e Minny, ironiche, forti, divertenti, vi schiererete subito dalla loro parte. Alla fine Aibileen, la più coraggiosa tra le domestiche, la prima a dare l'input alla nascita del libro verrà licenziata, ma il film sembra suggerire che ogni cosa è scritta e ha un perchè: "Mio figlio Trilor diceva che un giorno ci sarebbe stato un scrittore in famiglia. Credo che sarò io!."
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