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The Help, quando il cinema fa ancora commuovere

Creato il 24 gennaio 2012 da Soloparolesparse

Questa volta Tate Taylor centra il bersglio grosso, perchè non c’è dubbio che The Help sia uno splendido film, dolcemente e splendidamente girato e capace di far spremere più di una lacrima ad uno spettatore con un minimo di coscienza.

The Help, quando il cinema fa ancora commuovere

Siamo a Jackson, nel Mississipi a cavallo del 1960, vale a dire in quello che è probabilmente lo stato più intrinsecamente razzista di tutti gli Stati Uniti.
Ogni famiglia bianca ha una cameriera nera (anzi “negra”) che si occupa di tutto, a partire dalla cura dei figli, e che viene regolarmente trattata come una schiava.
La situazione è in peggioramento, visto che c’è chi pensa di introdurre una norma che obblighi a bagni separati per evitare l’infezione dei bagni bianchi.

La giovane Skeeter, tornata dal college, non riesce proprio ad accettare questa situazione e decide, lei che aspira ad essere giornalista e scrittrice, di scrivere un romanzo che racconti le condizioni di vita di queste donne.
Riesce a trovare un editore disponibile a leggerlo, ma ben più dura è convincere le donne a raccontare le loro storie.
Le prime ad aiutarla sono Aibiliin e la vulcanica Minny, tutto nel massimo segreto, per evitare la rivolta e lo sconvolgimento della serena vita delle ingenue e razziste donnine del circolo del bridge.

Ottima la ricostruzione storica degli ambiente, splendidi i vestitini (che ancora oggi farebbero impazzire mia moglie).
Ma splendida e soprattutto la ricostruzione dell’ambiente culturale arretrato e profondamente razzista, le difficoltà, le illogicità, i primi sentimenti di insofferenza, la necessità di cambiare le cose.
Tate Taylor riesce a raccontare un momento drammatico della storia degli USA con forza e senza mezzi termini, mantenendo però uno stile delicato e profondamente elegante.

The Help, quando il cinema fa ancora commuovere

Ne vengono fuori almeno due personaggi estremamente forti, grazie anche alle straordinarie interpretazioni di Viola Davis e Octavia Spencer, ma anche Emma Stone è assolutamente convincente sebbene mi sembra manchi qualcosa al suo personaggio.

Alcune situazioni sono rese forse eccessivamente grottesche, ma altre sono ben create e colpiscono nel segno.
Penso alla raccolta ipocrita di fondi per i bambini dell’Africa nel bel mezzo di un mondo duramente razzista.

Da raccogliere soprattutto i riferimenti all’ipocrisia del paese, delle donne del paese (visto che in fondo questo è un film quasi esclusivamente di donne, dalla bambina, alle protagoniste, all’editrice, alle mamme), la forza d’animo delle due protagoniste di colore che decidono di alzare la voce a rischio senza mezzi termini della loro vita.

The Help è un racconto delicato con una storia più che cruda, mostrato con eleganza… e che peraltro si chiude con un pianosequenza molto significativo e che lascia aperta la speranza ad un’America nuova.

 


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