The hole (o' buco)

Creato il 12 dicembre 2011 da Marioplanino
Ricordo un giorno d'inizio primavera. Si usciva dal caldo e piovoso inverno napoletano. E il famigerato "giro del Cardarelli" ingoiava al solito sospensioni, ammortizzatori, cerchioni, motorini e intere ambulanze nelle suoi buchi neri. Strada larga, la strada della zona ospedaliera di Napoli, l'arteria ostruita che trasporta malati di tutto il sud al Cardarelli, ma anche al Policlinico, al Pascale, al Monaldi, al Cotugno. Il Camel Trophy. Ve lo ricordate il Camel Trophy? Ecco, quel giorno d'inizio primavera gli uccellini cinguettavano e un uccellino del Comune di Napoli mi disse davanti ad un caffé che tutto era pronto per il rifacimento del manto stradale cittadino, ma si aspettavano le elezioni. Dopo le elezioni, mi disse, vedrai che tutto andrà a posto.
Il 10 dicembre 2011 il giornalista napoletano Ciro Pellegrino percorre una strada della Doganella con l'auto del padre. Finisce in una buca, e ci rimane. Chiama i vigili urbani e quelli gli rispondono che non accorreranno "perché non hanno la benzina per far muovere le loro auto". Oggi Ciro Pellegrino va dal meccanico, il quale gli preventiva 250 euro di danni. Ciro Pellegrino farà causa al Comune di Napoli, che è come far causa al nulla. Ciro lo definisce "il Comune più insolvente dopo Baghdad". Perché le buche, a Napoli, lo sono ontologicamente. Riassumono tutto. L'Amministrazione è in arretrato di anni sui pagamenti alle ditte di manutenzione che aspettano 93 milioni di euro. E finché non li avranno non tapperanno buca alcuna.  
Ieri il sindaco De Magistris, l'autore del motto "abbiamo scassato tutto", scrive su Twitter:
"Se il governo Monti ci garantisce i 37mln siamo già pronti per far ripartire lo "spazzamento" della Città con 300 operatori".
Cioé il Comune di Napoli è in attesa che Monti gli dia i soldi per togliere dalla strada le foglie che l'autunno ha trascinato nei tombini per far allagare la città alle prime vere piogge...
E' tutto così immutabile, dio mio. Passano le stagioni, le emergenze, le amministrazioni. Questo è il vero qualunquismo giustificato: quando la realtà delle cose rade al suolo le speranze, e le parole perdono significato. E il cittadino senza diritti, senza rete, senza giustizia è costretto a subire disservizi, vessazioni, e chiacchiere. Soprattutto le chiacchiere.

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