"Una band di musicisti hip-hop chiamata The Urban Protector viene ingaggiata dal dottor Nathaniel Bones, capo della Boneyards Records. Ma dietro la società si nasconde una sinistra organizzazione che tramite riti voodoo e tecniche subliminali manipola le coscienze del pubblico. Mentre tutti sembrano soggiacere agli influssi del dottor Bones, solo il leader della band si rende conto che è in atto un piano per zombificare la società."
Il soggetto, la cui forza sta(rebbe) proprio nel miscelare con scaltrezza realtà contrapposte come il mondo discografico, gli oscuri rituali voodoo e le tecniche di persuasione subliminale dei media si impatta miseramente con una evidente povertà tecnica e produttiva. Nicolaou sembra trarre il possibile dal fiacco cast (cui è lecito salvare solo il simpatico Darrow Igus/Dr. Bones) e dalle scenografie di sospetta matrice televisiva. Più riconoscibile la visionarietà del regista in merito alle scene di natura marcatamente orrorifica, felicemente debordanti verso lo splatter anarchico e stomachevole delle migliori opere di Herschell Gordon Lewis.
Un esperimento cinematografico nella sostanza poco efficace, che conferma come il buon regista e collaboratore di Charles Band sia più a proprio agio con bambole indemoniate (Demonic Toys) e saghe di vampiri transilvani (Subspecies) che con improbabili imprese eroiche ad opera di band musicali.
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