L'unico che apprezza - senza se e senza ma - è Barck Obama (oltre allo stesso Letta, of course...). Parola di Enrico Letta. Questo neo-democristiano, che 5 minuti dopo il voto di fiducia al suo governo era già in aereo per andare a baciare la pantofola di Angela Merkel, alla vigilia del possibile defalut degli Stati Uniti, si è precipitato a Washinghton, per raccogliere a reti unificate il plauso di Barack Obama, che ha elogiato le riforme di Letta, la stabilità del Governo Letta, la legge di stabilità del Governo Letta.
Il tutto, immediatamende trasmesso via Internet alle RUI (Reti Unificate Italiane), affinchè spargessero il verbo. E poco importa che nel frattempo in Italia si accentuasse la spaccatura nel PdL, Fassina preannunciasse le sue dimissioni, e il MGLA (Mitico Governo Letta Alfano). Poco importa che su questa pseudo finanziaria (di cui nessuno conosce i dettagli), sparassero a palle incatenate Camusso e Squinzi, comunisti e Monti, nani e ballerine, pensionati e disoccupati, PdL e PD, Renzi e Cuperlo, grillini e antigrillini. Letta è Contento. Perchè anche Obama è Contento.
Siamo al cabaret... Proviamo ad immaginare: nella principale economia mondiale c'è un serio rischio di delautl. Da settimane sono chiuse molte strutture che necessitano del supporto di dipendenti pubblici (parchi nazionali, musei, uffigi statali e confederali); i dipendenti non sono pagati. La guerra fra tea-party (la parte più becera della pur becera destra americana) e il Presidente è al calor bianco.
E in questi giorni drammatici Obama che fa? Studia. Studia le riforme di Letta, la Legge di Stabilità di Letta, i singoli capitoletti del De-Cretino del Fare. E quando Letta arriva (ormai mancano poche ore al possibile default USA) è informatissimo su ogni sfaccettatura della legge di stabilità. Tanto che potrebbe dare lezioni persino a Fassina, a Camusso, alla Confindustria, e persino alla Svimez.
Poi però Letta si sveglia, e trova un'Italia dove non ce n'è UNO che parli bene della Legge di Stabilità (neanche i lettiani); le dimissioni di un viceministro dell'Economia su tavolo; la legge elettorale che riposa tranquilla nei cassetti; il suo alleato PdL di jnuovo sul piede di guerra, che ricomincia ad invocare la crisi; il PdL che tenta di spaccarsi in due ma non può, perchè i soldi ce li ha solo uno; Casini & Monti che si erano tanto amati, e che adesso si insultano come carrettieri ubbriachi. Trova che tutti i sindacati (tranne il Bonanni che lo fa per finta) sono sul piede di guerra. Persino quell'Angeletti che andava a cena con Bonanni a palazzo Grazioli per firmare, di nascosto dalla CGIL, improbabili "Patti per l'Italia" che hanno avuto la stessa valenza del "Contratto cogli italiani" firmato su apposita scrivania di ciliegio che si trovava per caso sul set del Bruno Vespo.
Insomma, una comica da fine regime, che si sta rapidamente trasformando in tragedia. E mentre Letta non perde occasione per "lodarsi e imbrodarsi", il castello di minchiate rischia di collassare, sotto i colpi di una crisi crescente, di lucine che non si avvicinano mai, e di un 2014 che prevede - ancora! - un ulteriore aumento della disoccupazione. E Mentre Letta continua a chiedere "mamma... perchè mi hai fatto così bravo", qualcuno comincia a svegliarsi, L'altro ieri la Svimez, ieri la CGIA di Mestre, oggi lo Huffingto Post, di cui pubblichiamo alcuni stralci. Tafanus
(Fonte: Andrea Bassi - Business Editor - Huffington Post)
C'è da stare davvero poco sereni a leggere le bozze della legge di stabilità, la prima firmata da Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni. Tre giorni dopo l'approvazione da parte del consiglio dei ministri ancora non c'è un testo definitivo. Ma quello che è emerso fino ad oggi induce a riflessioni cupe. Se questa manovra doveva servire a restituire fiducia nel futuro agli italiani, come ha detto Letta, l'obiettivo rischia di essere drammaticamente mancato.
Prendiamo il taglio del cuneo fiscale. Il beneficio massimo per i lavoratori, secondo i conti che ha fatto il Tesoro, sarà di 152 euro l'anno , poco più di 12 euro al mese. Ma a gennaio ci sarà un taglio lineare delle detrazioni fiscali che costerà alle famiglie, dice il servizio studi della Uil, in media 32 euro l'anno. In tasca rimarranno meno di dieci euro netti. Ma poi bisognerà pagare la nuova supertassa sui conti di deposito del 2 per mille. Se si hanno da parte 50 mila euro di Bot, si pagherebbero in un anno 100 euro. Poco meno, appunto, di 10 euro al mese.
Forse sarebbe stato meglio non far nulla. Il peggio, però, non è in questo pseudo taglio del cuneo fiscale. Nelle pieghe della legge di stabilità c'è una vera e propria bomba termonucleare. Un aumento di tasse da 20 miliardi di euro in tre anni, a partire dal 2015, attraverso il taglio lineare di tutte le agevolazioni fiscali, comprese quelle su pensioni e lavoro dipendente. Lo ha chiesto Bruxelles (a proposito, non doveva essere la prima manovra senza condizionamenti europei?).
Serve per rassicurare i partner che saremo in grado di rispettare gli obiettivi del Fiscal Compact, ossia il pareggio strutturale di bilancio e l'abbattimento del debito pubblico di un ventesimo l'anno della quota eccedente il 60% del Pil. L'unica speranza che abbiamo di evitare questa immane stretta fiscale (pari a quella che Giulio Tremonti fu costretto a promettere all'Ue per ottenere il piano di acquisti della Bce) si chiama Carlo Cottarelli. Se riuscirà a tagliare la spesa di un ammontare equivalente, l'aumento delle tasse non scatterà. Tutti gli altri che ci hanno provato, ultimo è stato Enrico Bondi, non ci sono riusciti.
Non finisce qui. Il 2015 rischia di essere un anno nero anche per la casa. Le prime abitazioni soprattutto. La nuova Tasi che ha sostituito l'Imu rischia di far rimpiangere la tassa precedente. Il governo ha stabilito un tetto del 2,5 per mille all'aliquota della Tasi prima casa. Ma solo per il 2014. Nel 2015 i Comuni, se vorranno, potranno far salire l'aliquota fino al 7 per mille. La vecchia Imu aveva un tetto al 6 per mille. E non c'è più nemmeno la franchigia automatica di 200 euro. Sulle seconde case è ancora peggio. L'aliquota massima sale all'11,6 per mille da subito.
L'anno scorso, la prima volta che è stata applicata l'Imu, c'è stato un incasso di 24 miliardi di euro contro i 20 miliardi previsti dal governo. Significa che molti Comuni hanno ritoccato all'insù le aliquote. Se nel 2015 tutti i Comuni portassero al livello massimo il prelievo, secondo alcune stime, potrebbero incassare 30-35 miliardi di euro. Aggiunti ai possibili 20 miliardi di stretta fiscale sulle agevolazioni farebbe salire le potenziali nuove tasse fino quasi a 40 miliardi di euro. Il conto del Fiscal compact sta per arrivare?
P.S.: Fiscal Compact???? l'anno prossimo il debito sarà al 135% del PIL. Settantacinque punti sopra il 60%. Il che significa che dovremmo ridurre il debito di ben 3,75 punti di PIL all'anno per vent'anni, oltre a raggiungere il "pareggio di bilancio", e contemporaneamente assicurare la crescita, pagare la cassa integrazione, risolvere problemini come Alitalia, Ilva, esodati, restituire il rapinoso fiscal drag ai pensionati, e quant'altro.
La verità è che dovremmo trovare il coraggio di dire: abbiamo scherzato. Grazie al buffone di Arcore siamo stati costretti ad accettare un patto leonino che non sta né in cielo, né in terra (e che se rispettato ci riporterebbe al medioevo). Ora, cone rappresentanti di un quarto del PIL dell'Europa, ci sediamo a un tavolo, e rinegoziamo il tutto, o andiamo nella buchetta, ma tirandoci dietro tutta l'Europa.
L'Italia ha una grande colpa: quella di avere una predilezione per i buffoni. E quindi, purtroppo, questo discorso non possiamo farlo, perchè finito il buffone- principe, abbiamo imbarcato Grillo, e ora ci prepariamo ad imbarcare il buffoncello Fonzie.
E a proposito di Fonzie... la sapete l'ultima??? Dunque, il Bischero di Frignano ha criticato, come tutti, i 12 euri al mese in più in busta paga per 19 milioni di dipendenti. Lui si che avrebbe saputo cosa fare, Lui quei 12 euri avrebbe voluto moltiplicarli per 8, miocacazzi... CENTO. Almeno cento euri in più.
Noi avremmo fatto di meglio; CINQUECENTO. Ma insuperabile sarebbe stato Grillo: MILLE euro di "reddito di cittadinanza per tre anni a 3,5 milioni di ggiovani, al compimento del 18° anno di età.
Ma lasciando perdere le stronzate del comico (buone per il Derby Club o per Zelig), guardiamo a Renzie, un Fonzie che tutto il mondo ci invidia. Lui avrebbe dato 100 euri in più al mese, mica 12... Differenza: 88 x 12 x 19.000.000.
Fatto il conticino? In fondo, questa "renzata" sarebbe costata solo una ventina di miliardi di euri all'anno in più... E che ce vò... Adesso il Bischero, farà l'ennesima Leopolda, metterà in volume i 100 interventi da 5 minuti più cretini che saranno partoriti, e intitolerà i libro... "BigBang"? (già fatto). "Cento Cose"? Già fatto anche quello. E a prescindere dal fatto che sembra la testata di un periodico dedicato ai lavori all'uncinetto, non ha portato granchè bene.
Un consiglio a Fonzie: questa volta sia coraggioso. Intitoli il libro "Il BigBang delle Centro Stronzate". L'utilità di questo libro sarebbe marginale (esattamente come i due precedenti). Ma il rumore mediatico sarebbe assicurato. Finalmente, con buona pace di Munafò, potrebbe raggiungere la invadente presenza mediatica di Cuperlo.
Tafanus