The hunger games ( 2012 )

Creato il 22 luglio 2013 da Bradipo
Katniss Everdeen prende volontariamente il posto della sorella più giovane quando questa viene sorteggiata per i 74 esimi Hunger Games, reality televisivo in cui due ragazzi appartenenti a ognuno dei dodici distretti di Panem sono scelti a caso dai dominatori di  Capitol City  combattono tra di loro per avere salva la vita. Rappresentano una sorta di tributo di vite umane a memoria imperitura di una vecchia rivolta soffocata nel sangue.
E c'è spazio solo per un vincitore.
Katniss mette a frutto tutte le sue conoscenze in fatto di caccia e di tiro con l'arco per cercare di vincere quella che fin da subito si appalesa come una lotta all'ultimo sangue.
FInalmente sono riuscito a vederlo: probabilmente ero una delle poche persone residenti sulle terre emerse che ancora non era venuto a contatto con il fenomeno della scorsa stagione cinematografica, il film che da solo ha dato una svolta alla carriera di Jennifer Lawrence, passata dallo status di ragazzotta di belle speranze a diva assoluta e capace anche di vincere un Oscar l'anno successivo per l'intepretazione ne Il lato positivo.
Non l'avevo mai visto però avevo letto dei paragoni con un film che ha un altarino singolo  per rendergli meglio onore, sul mio personalissimo ramo d'albero. Sto parlando di Battle Royale , film di Kinji Fukasaku.
A mio modesto parere i paragoni che si fanno tra i due film sono abbastanza fuorvianti: pur avendo più o meno lo stesso meccanismo ( ragazzotti che si ammazzano tra di loro in diretta televisiva per avere salva la vita) mentre il film giapponese è una critica amara e sentita a una società alienata e senza speranza, il film di Gary Ross sembra molto più interessato alla superficie, alla macchina spettacolare che non  a tutto il resto.
E ciò è provato anche dal brillantissimo cast di supporto che oscura quelli che dovrebbero essere i protagonisti del reality ( a parte una Lawrence indomita): parliamo di un inedito Stanley Tucci con parruccone e sorriso falso d'ordinanza, di una quasi irriconoscibile Elizabeth Banks, di un Harrelson con inedito ciuffo biondo a cadergli davanti agli occhi oppure anche a Lenny Kravitz, che si presta molto di rado al cinema..
Nessuna menata sociologica, solo una lunga introduzione ( forse anche troppo) del mondo di Capitol City, del suo dietro le quinte e del meccanismo di un reality game che ha più contatti con un film come L'implacabile di Paul Michael Glaser ( uno Schwarzy d'annata godibilissimo) che non con Battle Royale.
The Hunger games è una macchina da incassi che procede senza tentennamenti al fine di perseguire il suo scopo finale: i dollaroni freschi e sonanti da far entrare in grande quantità nelle tasche dei produttori e della casa cinematografica ( si parla di un film da 700 milioni di dollari di incasso complessivi, di cui più di 400 negli Stati Uniti).
Proprio per questo sono cassati tutti i particolari spiacevoli o dal gusto horror che corroboravano l'andamento di Battle Royale in favore della "solita " relazione sentimentale , che probabilmente sarà sviluppata in un senso o nell'altro nel sequel vista la quantità di cose lasciate in sospeso dopo questo primo capitolo, e di un attenzione particolare nell'evitare quei particolari "scabrosi" ( nel senso lato del termine) che avrebbero potuto far incorrere il film  in spiacevoli divieti: traduzione diminuizione di incassi.
The Hunger games a causa della sua durata ragguardevole , siamo sui 140 minuti, è un film dai tempi dilatati con una prima parte quasi cloroformizzata.
Anche la critica al mondo della apparenze di Capitol city, dove tutto è eccessivo, dai colori dei vestiti alle acconciature, sembra abbastanza innocua e stantia, più che altro viene trattata come folklore per dare una cornice adeguata , uguale e opposta, al mondo primitivo e senza troppi fronzoli in cui si troveranno a combattere i 24 pretendenti alla vittoria.
E' tutto al servizio dello spettacolo e in fondo il film di Ross non è molto dissimile dal mondo che cerca di mettere allegramente alla berlina.
Una macchina spettacolare che cerca continuamente il consenso con delle svolte narrative che ammiccano chiaramente allo spettatore medio, quello che se ne sbatte dell'alienazione della società e che va al cinema solo per essere intrattenuto, senza tante complicazioni magari dopo una dura giornata di lavoro.
Siamo tutti parte di un reality game, confezionato un po' come un Truman Show.
E siamo noi che lo muoviamo con i biglietti che facciamo staccare al botteghino cinematografico.
O forse no.....
( VOTO : 5,5 / 10 ) 

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