The Icelandic Tale # 12 – l’inizio

Da Fabsound

Ogni viaggio che si rispetti deve avere un’adeguata playlist sull’iPod, recita un antichissimo proverbio islandese. E, visto che come al solito non sono bravo a prenotare gli aerei, a trovare gli ostelli o a pianificare i percorsi da seguire, anche questa volta a me è stata affidata la compilazione della colonna sonora.
In realtà ho iniziato a raccogliere le canzoni per questo viaggio da quando ho cominciato ad immaginarlo: in quarta liceo un’amica mi passò il cd di un gruppo sconosciuto a me e al mondo, di cui aveva solo il titolo di una canzone,  peraltro sbagliato, e un ritaglio di giornale che raffigurava quattro ragazzi immersi fino al naso in una piscina di acqua biancastra circondati da erba verde sotto un cielo nebbioso. Wikipedia non esisteva (!), o comunque non arrivava in camera mia, quindi senza sapere altro misi sul lettore il cd dei Sigur Rós e chiusi gli occhi. Qualsiasi cosa avessi ascoltato prima non aveva niente a che vedere con questo: tempi dilatati, suoni all’incontrario, voci di un ottava sbagliata e un’intensità emotiva disarmante. Ricordo ancora, a più di dieci anni di distanza, il primo ascolto di quel disco dal bene augurante titolo “Un buon inizio” (che chiaramente in islandese non si dice così, ma tant’è, una settimana qua non ha ancora migliorato la mia padronanza della lingua).
Non so bene cosa, ma qualcosa stava iniziando. Da allora ne è passata di acqua di sopra i geyser, il lettore cd ha macinato diversi miliardi di chilometri, ho passato un bel po’ di ore fingendo di studiare davanti a libri che non guardavo per chiudere un attimo gli occhi e immaginare spiagge vulcaniche, colate di lava a picco sul mare, ghiacciai immensi , cascate e distese di neve.
Mentre scrivo sul bus per il lago Myvatn con gli auricolari nelle orecchie non c’è bisogno di chiudere gli occhi.

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