- Anno: 2012
- Durata: 106'
- Distribuzione: Barter Entertainment
- Genere: Drammmatico
- Nazionalita: USA
- Regia: Ariel Vromen
- Data di uscita: 05-February-2015
The Iceman è un film statunitense del 2012 diretto da Ariel Vromen, nelle sale italiane dal 5 febbraio 2015 distribuito dalla Barter Entertainment.
Trama Ispirato a fatti reali, The Iceman è la storia vera di Richard Kuklinski, il killer che nel 1986 fu condannato per l’assassinio di oltre 100 uomini per conto di svariate organizzazioni criminali dell’area di New York e di cui il film ripercorre la storia dai suoi inizi a contatto con la mafia fino al suo arresto. “The Iceman”, che era il soprannome con cui è divenuto celebre Kuklinski, non era però solo uno spietato e infallibile sicario, ma era soprattutto un marito e un padre devoto. Un uomo così amorevole e protettivo da riuscire a far sì che per venti anni la sua famiglia rimanesse completamente all’oscuro della sua professione fino al momento del suo arresto. Per tutti infatti Kuklinski stava vivendo il sogno americano con la sua bella moglie Deborah e le loro due bambine, e quando fu arrestato dai federali, né la sua famiglia, né i vicini avevano la più pallida idea che vivevano al fianco di un assassino. Chi è veramente “The Iceman” e soprattutto come è riuscito a farla franca per così tanto tempo?
Recensione A quasi ben tre anni dalla partecipazione ai festival di Venezia, Toronto e Telluride esce in sala anche in Italia The Iceman, film del 2012 del regista israeliano Ariel Vromen. E di questi tempi bui, già la notizia di un’uscita in sala, a prescindere dal film, dalla sua storia o dai giudizi soggettivi, non può non far piacere e meritare di essere degnamente celebrata, soprattutto in segno di rispetto e di sostegno per chi crede in questo lavoro. Anche perché The Iceman è un film che ha una sua storia (per giunta vera) da raccontare e soprattutto da vedere, oltre ad avere anche un cast di tutto rispetto (Michael Shannon, Winona Ryder, James Franco, Ray Liotta, Chris Evans). Il film infatti, sebbene non si collochi nel filone di genere, né richiami le atmosfere palpabili e rarefatte alla Scorsese o alla Coppola, si segue con partecipazione per tutta la durata, nonostante un susseguirsi di azioni troppo frenetiche, con un montaggio spesso troppo netto e che in molti passaggi finisce per creare una visione strozzata della storia. Inoltre il film è soprattutto la grandissima prova di Michael Shannon (nei panni di The Iceman) che riesce a dare un’interpretazione agghiacciante del personaggio, con il suo sguardo penetrante che rapisce lo spettatore e lo porta nei territori bui della sua anima, distogliendo così lo sguardo dalle sue mani che invece stanno compiendo l’ennesimo efferato delitto. E lo spettatore, colto da quello sparo inaspettato e violento, non fa balzi dalla sedia, bensì si ritrova comodamente assuefatto nella sua poltrona, complice di quell’assassinio avvenuto senza che se ne renda nemmeno conto. Uno spettatore che può addirittura rimanere indifferente nel seguire la trama e le vicende che si stanno svolgendo. E così, proprio quella che in fondo è una lacuna della trama e della costruzione struttura narrativa del film, finisce per diventarne la sua forza.
Per questo The Iceman, più che essere catalogato nel genere di gangster movie o in una specie di mix tra noir e action, potrebbe più banalmente ritrovare una sua collocazione nel genere biografico. Perché sebbene non è un vero biopic, il film catalizza tutta la sua potenza attrattiva su Shannon/Kuklinsky, che fa passare di gran lunga in secondo piano la bella e intensa prova di Winona Ryder (nei panni di sua moglie Deborah), quella di Ray Liotta (nei panni del mafioso Roy) e il cammeo di James Franco (qui anche in veste di co-produttore del film). L’idea di questo film è nata quando Vromen ha visto su HBO il documentario The Iceman: Confessions of a Mafia Hitman in cui Kuklinski raccontava con totale tranquillità gli omicidi commessi entrando nei dettagli e senza mostrare alcun tipo di rimorso. E se è vero, come ha raccontato lo stesso regista israeliano, che in quella visione era rimasto affascinato e non riusciva a togliere gli occhi di dosso da “The Iceman” quando raccontava la sua storia, allora il film nelle intenzioni del regista è riuscito perfettamente.
Antonio Napolitano