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The Idan Raichel Project: concerto di Roma alla Casa dell’Architettura

Creato il 21 novembre 2010 da Leragazze

The Idan Raichel Project: concerto di Roma alla Casa dell’Architettura

Che sarebbe stato un concerto fantastico lo sapevo già. Lo aspettavo da tanto. Per la precisione dal 28 giugno dello scorso anno quando sono andata a vederlo all’Auditorium. Ma sul suo sito non c’era traccia di concerti in Italia.  Finché un’amica un mese fa mi ha detto che per la rassegna Musei in Musica Idan Raichel avrebbe tenuto un concerto gratuito a Roma alla Casa dell’Architettura.

Sul sito del Comune di Roma raccomandavano di recarsi almeno mezz’ora prima dal momento che i posti a sedere sarebbero stati limitati. Ma già più di un’ora prima dell’evento una bella fila si era già radunata aspettando che il cancello aprisse. Una fila assai indisciplinata in realtà. Una fila italiana. Già perché in tutto il mondo una fila è lunga. In Italia è tonda: perché le persone che arrivano per ultime,  invece di mettersi diligentemente dietro, vanno a rimpolpare il gruppo di chi sta davanti. E nessuno protesta. Fatto sta che siamo riusciti a entrare e anche a sederci. Le sedie non erano molte, quindi anche dalla penultima fila, dov’erano i posti che siamo riusciti ad accaparrare, si poteva godere benissimo lo spettacolo.

Poche le postazioni sul palco per quello che avevano annunciato essere un concerto acustico: Il pianoforte a coda di Idan Raichel, 3 cantanti solisti, un fiato, percussioni, e basso (senza tasti). Il repertorio per me conosciuto memoria, suonato e cantato con arrangiamenti diversi dal solito che ne hanno fatto uno spettacolo del tutto nuovo.

Lui, Idan Raichel, sfoggiava una nuova barba un po’ incolta che lo rendeva ancora più bello e sensuale del solito (e dai! Non fatemi parlare solo di musica!!!!). Davvero meraviglioso il suo modo di suonare: in alcuni brani teneva ferme le corde del pianoforte da dentro, producendo suoni che parevano inventati. Sembrava essere un tutt’uno con il suo strumento, chino sulla tastiera come fosse una parte del suo corpo.  Ma senza nessun esibizionismo. Anzi. Con la solita umiltà (non trovo un altro termine) che caratterizza le sue performance, e anche i suoi dischi, dove lascia moltissimo spazio ai musicisti con i quali collabora, Idan era l’unico sul palco a non essere illuminato dal fascio di luce. Un po’ in ombra. Non più di tanto chiaramente perché la sua musica da sola accendeva la sala.

The Idan Raichel Project: concerto di Roma alla Casa dell’Architettura
Bravissimi i due cantanti neri (lui etiope e lei di origini persiane e yemenite). In generale davvero bravi tutti. La sala era piena di gente in piedi, e il pubblico, nonostante la compostezza iniziale, verso la fine non ha resistito alla tentazione della musica e si è alzata lasciandosi trascinare dalle note ballando insieme ai cantanti.
The Idan Raichel Project: concerto di Roma alla Casa dell’Architettura

Un’emozione davvero speciale.

Guastata (peccato!) da alcuni spettatori che, come troppo spesso succede, pensavano di assistere al concerto dal salotto di casa propria, facendo chiacchere e commenti ad alta voce. L’abitudine di vedere troppa TV può rovinare anche le buone maniere!

 



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