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The idea of North – Judith Pearlman, Glenn Gould

Creato il 18 giugno 2012 da Maxscorda @MaxScorda

18 giugno 2012 Lascia un commento

The Idea of North
Nello spiegare le  "Nozze di Figaro" l’Amadeus di Milos Forman sostiene che: "In una commedia se piu’ persone parlano contemporaneamente e’ solo chiasso, non si capisce una parola ma in un’opera, con la musica, lei puo’ avere venti individui che cantano contemporaneamente e non e’ chiasso il loro, e’ pura armonia" e per quanto resti una trasposizione cinematografica, la ritengo verosimilmente un’idea mozartiana.
Ebbene Gould pare aver colto queste parole come sfida e solo lui poteva gareggiare con Mozart sul suo stesso campo e creare un contrappunto con la voce umana, coi suoni, coi rumori di fondo e infine con la musica.
Egli amava il nord, il clima e l’intero ambiente, facendolo proprio come uno stato della mente, non un luogo geografico e del resto come spiegare la stranezza idiosincratica di un personaggio che indossava il cappotto in spiaggia e senza contraddizione, amava questi luoghi freddi e desolati.
Ad un certo punto della sua carriera poi, volle abbandonare in parte le incisioni per darsi a nuovi media, inventare un nuovo modo di fare musica tramite la "radio contrappuntistica"  nei tre documentari della cosiddetta "Solitude Trilogy": "The Latecomers", "The Quiet in the Land" e appunto "The idea of North" con la regia di Judith Pearlman. Ebbene nel documentario o forse film, il nord esistenziale si unisce alla tecnica resa musica in un curioso e quanto mai unico esperimento per molti versi rivoluzionario ancora oggi.
La sovrapposizione delle voci piu’ che delle immagini, trasporta l’ascolto su una dimensione ritmica e non sintattica, spostando il baricentro verso l”impressione a scapito della comprensione.
Rigorosamente in lingua originale, l’effetto di sovrapposizione e’ amplificato per chi non e’ padrone della lingua e mentre le testimonianze degli intervistati divengono colonna sonora, il missaggio con le immagini e i loro dettagli, si fondono in un grande amalgama di rara suggestione, trasformando luoghi lontani in veri e propri sfondi alieni e misteriosi. Nondimeno e’ impressionante il montaggio audio che solo Gould con la sua mente analitica e la formidabile memoria, poteva realizzare senza le odierne tecniche digitali.
Opera caratteristica e caratterizzata, unica del suo genere, esperienza visiva e soprattutto sonora, una nuova fruizione multimediale decenni prima che il concetto prendesse forma concreta.
Non mi risulta esistano altre edizioni oltre quella contenuta nel cofanetto "Glenn Gould on television: The complete CBC broadcasts 1954-1977" quindi non resta che farsi un grande regalo e acquistare l’intero cofanetto.

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