La storia ruota attorno all'immigrata polacca Ewa, bloccata ad Ellis Island dov'è appena sbarcata alla ricerca di fortuna insieme alla sorella Magda, malata di tubercolosi. Inaspettatamente trasferita nella coda per le espulsioni, Ewa viene avvicinata da Bruno, un uomo apparentemente per bene che l’aiuta ad entrare in America garantendogli un lavoro retribuito che possa fargli guadagnare i soldi necessari per curare la malattia della sorella, messa in quarantena. Per farlo però Bruno costringerà lentamente Ewa a prostituirsi, inserendola nel giro delle sue ragazze e facendo leva sul suo grande amore verso Magda.
L'ultima fatica di James Gray è una vite che gira a vuoto non appena incastrata la punta: distrugge il sogno americano e sussurra la sacra perdita del valore e del concetto di famiglia, anche se quello in cui riesce meglio è nel collezionare un buco nell'acqua segnando il vertice più basso nella carriera del suo regista. Questa volta Gray non riesce infatti a inquadrare lo stomaco dei suoi spettatori e a colpirlo con la grintosa forza tipica del suo cinema, anzi, peggio ancora non riesce a mettere a segno neppure un leggero pizzichino, forse per via di una sceneggiatura che cerca di mettere troppa carne al fuoco, distogliendo dalle dinamiche più illuminanti e primeggiando le relazioni tra i personaggi non proprio scritti con il massimo della lucidità.
Con un'altro racconto amaro, a tratti persino angosciante, privo di un vero e proprio lieto fine, James Gray, nonostante la sua scarsa forma, non eclissa l’indole che lo contraddistingue e non rinuncia a mostrare ancora quanto sia prevalentemente autore condensato a trattare dolori ed espiazioni. "The Immigrant" pur non essendo degno del suo nome non fa altro che ribadire un istinto, una attitudine, che anche in momenti d’opacità totale non smette mai di rimarcare la sua esistenza.
Due Clip (in attesa del Trailer)::