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The importance of being Giannino

Creato il 21 febbraio 2013 da Danemblog @danemblog

Quello che stupisce di più della vicenda Giannino, lauree e master, è l'inutilità. La stupida, anacronistica, vuota, inutilità di quello che ha fatto. The importance of being Giannino Nel 2013 è talmente tanto ovvio avere una laurea o un diploma universitario, che porta ad essere stupidamente senza senso il vantarsi di averli ottenuti, e ancora di più il vantarsi di averli quando invece non si hanno.  Inutile stupidità, di un uomo forse molto pieno di sé, e posso essere d'accordo sul farmi ingannare dalle apparenze, ma che intorno a quel sé aveva costruito un gruppo. Persone che in lui credevano, o quanto meno credevano in quel che diceva: ne erano affascinate, al limite. Tutto buttato al vento? Non so, vederemo. Di sicuro la scure mediatica, d'opinione e popolare, s'è abbattuta senza pietà alcuna. Le dimissioni, c'è chi dice un po' finte anche quelle (ma d'altronde, le schede elettorali erano già stampate, come si poteva fare? ndEm) sono probabilmente il capolinea di un movimento politico che rappresentava la second choose di molti. Nel senso, che Giannino con Fare, sarebbe stata la miglior scelta per molte persone, se non avessero votato per e non avessero pensato all'"utilità del voto" (barbara prassi, tutta italiana, che mette gli elettori in fascia A e B). Tanto che ragionando giorni fa, pensavo al fatto che se in una specie di flash mob, domenica, tutti quelli a cui Giannino piaceva, avessero deciso di votarlo, avrebbe preso più voti del Pd o PdL.  Ma così non sarà, non sarà per una cretinata: una virtù inutilmente millantata, da chi intorno a quella virtù, aveva già guadagnato - sul campo - rispetto completo. La gogna è ovvia: presumibile in certi momenti, auspicabile sempre. Qua c'è un bel pezzo di ragionamento: nel senso che, guardando al futuro, ben venga tutta questa attenzione etica - che altrove ho definito "scandinava" - verso chi ci rappresenta. Il fatto che sia mancata ieri, non può essere un deterrente per il domani. Se un politico sbaglia, su qualcosa che viene ritenuto grave, allora è giusto che per punizione prenda la via della dimissione. Ma la questione è anche, quanto vale quel "qualcosa" e chi decide quel "ritenuto grave"? Alla seconda, il popolo, risponderete voi: ed è giusto che sia così, ma quel popolo sarà in grado di essere altrettanto imparziale, laico, anche nei confronti di quegli "eroi" di massa. Giannino, buffamente vestito, velocemente apparso alla ribalta politica, era un buon bersaglio: ma se fosse stato Berlusconi o Bersani? E Grillo? L'atteggiamento sarebbe stato lo stesso? Facciamo finta che voglia credere che in fondo la visione etica e morale, il buon senso, il rispetto, la dignità personale e sociale, di questo paese siano veramente in cambiamento, positivo, e chiudo qui. L'altra domanda riguarda quel "qualcosa": come può essere identificato? In un paese che ha propensione alla giustificazione su qualsiasi bassezza, debolezza, infimità, basta che venga ben incartata in TV, come è possibile segnare questo spartiacque? La risposta non la trovo, ma quello che mi trovo a dire, è che il valore di quel che ha fatto Oscar Giannino - sottolineando la premessa, che lo trova completamente stupido - è assolutamente inferiore, in termini assoluti intendo, rispetto a comportamenti che una parte di noi ha avuto modo di assorbire di buon grado. E non è una questione di "due pesi e due misure", non c'entra questo: quello che c'entra è soltanto cercare uno spunto di riflessione. Per dovere, va detto, che i dubbi intorno agli studi di Giannino, sono in rete dal 2011: sulla pagina di Wikipedia - che molti di voi non considerano all'altezza della propria sete di conoscenza, e invece - a lui dedicata, nella sezione commenti, girano già questi dubbi. Il link lo trovate sotto, è l'ha scoperto Luca Sofri.


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