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The impossible

Creato il 01 febbraio 2013 da Misterjamesford
The impossibleRegia: Juan Antonio BayonaOrigine: SpagnaAnno: 2012Durata: 114'
La trama (con parole mie): Henry e Maria, da tempo stabilitisi in Giappone a seguito degli impegni di lavoro del primo con i loro figli Lucas, Thomas e Simon, decidono di trascorrere le vacanze di Natale del 2004 in Thailandia.Dopo un paio di giorni da sogno in un resort splendido, le loro vite vengono sconvolte dalla tragedia che colpì il Sud-Est asiatico il 26 dicembre di quell'anno: le ondate dello tsunami, infatti, separano la famiglia, e mentre Maria e Lucas lottano per la sopravvivenza finendo in un ospedale, Henry ed i piccoli Thomas e Simon sono costretti a separarsi in modo da favorire la ricerca del primo, convinto di poter riuscire a ritrovare la moglie ed il figlio maggiore.Riusciranno i cinque a superare il trauma e tornare a casa tutti insieme? E la determinazione di ognuno di loro rinsalderà il legame spezzato dalla forza della Natura?
The impossible
Realizzare un film basandosi su tragedie destinate a restare nella Storia è sempre rischioso, per un regista: se, infatti, da un lato le probabilità di riscuotere successo ed ottenere consensi insperati - anche e soprattutto di critica - sono molto alte, dall'altro la possibilità di realizzare una pellicola ad alto tasso di retorica è praticamente una certezza.
E' il caso di questo The impossible firmato dal catalano Bayona, che qualche anno fa riscosse consensi a mio parere esagerati con il sopravvalutato The orphanage, versione in tono minore di The others e Il labirinto del fauno alla quale non abboccai nonostante l'ottima confezione e la messa in scena: sfruttando una partenza a razzo con una riproposizione dello tsunami che colpì il Sud-Est asiatico il 26 dicembre 2004 da brividi ed una prima parte quasi più simile ad un survival che non ad un drammone per famiglie, però, il regista ha rischiato di farmi ben sperare rispetto alla resa finale di questa sua prima fatica da grandissima distribuzione, riuscendo addirittura a gestire discretamente il passaggio dal trauma violento della catastrofe alle prime sequenze dell'ospedale, quando il ruolo del giovane Lucas diviene molto simile a quello che, nello splendido L'impero del sole firmato da Spielberg ormai oltre vent'anni fa, fu di un allora ragazzino Christian Bale.
Peccato che, proprio nel momento migliore del suo lavoro, Bayona decida di cambiare registro tornando ad occuparsi della seconda metà della famiglia separata dalla tragedia, lasciando un McGregor svogliato e per nulla convincente a guidare l'audience verso l'inevitabile finale buonista e retorico infarcito di sequenze da tempesta di bottigliate - pessima quella onirica legata all'operazione chirurgica subita da Maria, una Naomi Watts che tenta disperatamente di tornare ai livelli di Mulholland drive senza riuscirci -.
Certo, il fatto che per la famiglia le cose, alla fine, torneranno a sistemarsi è ovvio fin dal principio, grazie all'insistito proporre della dicitura "tratto da una storia vera" - campanello d'allarme che in casa Ford ha fatto subito scattare il rollio delle suddette bottigliate - sui titoli di testa, eppure questo non giustifica il crescendo da blockbuster zuccheroso che regia e sceneggiatura propinano ad un ritmo sempre più vertiginoso, riuscendo anche a piazzare zampate di ruffianeria colossali come il passaggio che giustifica il titolo del film e che vede il confronto tra Geraldine Chaplin ed uno dei due protagonisti più piccoli a proposito delle stelle e della loro luce giunta fino a noi - tanto per non farci mancare l'atmosfera da bella favoletta -.
Un peccato davvero, perchè il cineasta originario di Barcellona dimostra senza dubbio di avere una buona tecnica, e l'intuizione iniziale di mostrare la lotta per la sopravvivenza alla catastrofe come se ci si trovasse in una sorta di horror - o film catastrofico - poteva dare una connotazione senza dubbio più originale ad un titolo che, a fine visione, finisce nel mucchio dei tanti film di cassetta destinati a segnare in negativo la carriera dei potenziali talenti usciti dalla nicchia dell'autorialità.
Non che Bayona fosse il novello Kubrick, questo sia chiaro, ma senza dubbio anche un suo detrattore come il sottoscritto poteva aspettarsi certamente più, da lui, che non questo drammone patinato e posticcio buono giusto per una visione riempitivo che non per un effettivo viaggio all'interno di quello che è stato uno dei più grandi drammi della Storia recente del nostro pianeta.
MrFord
"So close your eyes
for thats a lovely way to be
aware of things your heart alone was meant to see
the fundamental loneliness goes whenever two can dream a dream together.
You can't deny don't try to fight the rising sea
don't fight the moon, the stars above and don't fight me
the fundamental loneliness goes whenever two can dream a dream together."Frank Sinatra - "Wave" -

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