The Impossible Project Store Milano

Da Tickleframe @tickleframe

The Impossible Project Store Milano Tickleframe

Non stiamo nella pelle! Questa è una di quelle interviste per noi importanti, che parlano del presente fotografico e del futuro analogico, come piace a noi. Anche perché abbiamo avuto un interessante scoop… Ma andiamo con ordine.

Lui si chiama Giancarlo Pagliara e lo abbiamo conosciuto qualche mese fa nel suo shop in Via dell’Orso 12 a Milano. Un grande amante della fotografia che è diventato un appassionato delle vecchie Polaroid, le macchine fotografiche istantanee che con l’arrivo del digitale qualcuno voleva mettere in soffitta, ma che l’azienda tutta americana The Impossible Project ha rimesso in pista alla grande! Giancarlo si è appassionato grazie al mito italiano della Polaroid, Maurizio Galimberti, che lo ha introdotto in questo mondo fatto di istantanee e di pellicole. A Milano ha così aperto un corner unico in Italia in cui vende i suoi pezzi unici che sceglie e cura personalmente, magnifiche macchine Polaroid colorate e perfettamente funzionanti. Abbiamo chiacchierato parecchio con lui di digitale, di Lomography e di fotografia e ve lo volevamo presentare così!

Giancarlo cos’è oggi la Polaroid?

La Polaroid, oggi divenuta The Impossible Project, oggi è un mezzo creativo per gli artisti, ma una volta non era così. La Polaroid per i fotografi era vista come un mezzo tecnico, in particolare negli studi fotografici dove si scattava con la Polaroid solo per avere il quadro totale dell’immagini e della luce prima di usare la pellicola. Con la fotografia digitale ovviamente non c’è stato più bisogno di scattare una Polaroid come tester. Comunque esisteva già una nicchia di fotografi, anche tra i grandi maestri, che riservava lavori solo per le Polaroid.

Con il tempo la Polaroid non ha più creduto nel valore analogico del proprio prodotto ed ha abbandonato la parte chimica vendendo il brevetto alla The Impossible Project che ne ha fatto un prodotto di nicchia e di alta qualità.

Che futuro ha l’analogico?

Parlando con amici, clienti e fornitori si hanno tutti dati in crescita, le richieste sono aumentate e si torna a scattare persino con le lastre. Alla fine il supporto digitale come i files jpg sono piuttosto irreali, la gente torna ad apprezzare più la qualità che la quantità. Anche le fotografie istantanee sono emozioni che le persone cercano ancora, magari senza sapere che vengono ancora prodotte.

Com’è nata questa tua passione per le istantanee?

Io sono sempre stato un fotoreporter ed utilizzavo la Polaroid proprio in vecchio stile. La passione è scaturita frequentando assiduamente Maurizio Galimberti, grazie a lui sono andato ad una presentazione della The Impossible Project. Non conoscevo le potenzialità di questo supporto e soprattutto non sapevo dei risultati importanti raggiunti in termini di qualità. Così ho preso la decisione di diventare il primo rivenditore ufficiale in Italia: lavorando in una Galleria d’arte ho trovato giusto anche l’accoppiamento, come fosse un passaggio ad un’offerta maggiore per i miei clienti.

Abbiamo visto che presso la vostra galleria avete anche una bellissima sala posa per fotografie su banco ottico con pellicola The Impossible Project di grande formato.

Esattamente! The Impossible Project sta infatti sviluppando un’ottima qualità anche su supporti 8 x 10, così ci siamo attrezzati e qui cerco di organizzare workshop per gli appassionati, ovviamente mettendo a disposizione la strumentazione. La peculiarità di queste fotografie è davvero sbalorditiva. Invito tutti a vederla con i propri occhi!

Progetti futuri? Quando siamo venuti a trovarti ci parlavi di primi contatti con Lomography.

Partiamo dal presupposto che sto ingrandendo lo spazio e che sto per mettere in piedi un negozio unico a Milano e molto interessante anche per tutta Italia. Infatti è confermato che questo negozio diverrà anche un distributore Fuji, che ritengo sia un prodotto valido quanto The Impossible Project. Della Fuji stiamo organizzando anche la presentazione della nuova Mini 90, che ho già provato personalmente e vi assicuro che saprà stupirvi: è una macchina stupenda!

E Lomography? Siamo curiosi di sapere come sono andati a finire i contatti…

Be ragazzi, possiamo annunciare che entro fine mese avrò anche Lomography! E con loro potrò ovviamente organizzare anche i workshop che so essere mancati in questi ultimi mesi a molti appassionati. Avrò tutti i prodotti Lomography compreso il servizio di sviluppo e stampa. Insomma un grande ritorno per un negozio che, ripeto, sarà unico a Milano.
Domenica nel frattempo per chi fosse interessato abbiamo organizzato un workshop The Impossible Project a Castellanza.

Nel tuo shop hai delle Polaroid stupende ed in perfetto stato, da dove arrivano?

Ho lavorato anni per creare una importante rete di fornitori di cui mi potessi fidare, che potessero darmi solo il meglio di quello che cerco. Arrivano soprattutto dall’America, ma per come la vedo io, le macchine fotografiche che vendo devono essere perfette. Quando vendo una Polaroid rilascio anche un anno di garanzia e su alcune macchine di 70 anni o sono in ottime condizioni o rischio di rimetterci del mio.

Te ne prendi davvero cura in ogni aspetto.

Non sono mai stato un collezionista ma devo dire che probabilmente ho lo stesso entusiasmo e la stessa euforia dei collezionisti ormai. Le macchine fotografiche che ho qui mi danno molte emozioni come se fossero dei figli e provo dei “brividi” tanto quando le acquisto che quando le vendo. Forse solo chi conosce queste emozioni da collezionista può capire.

Come nasce la tua passione per le macchine fotografiche?

In realtà per me le macchine fotografiche sono sempre state solo un mezzo, come la penna per uno scrittore. Ho frequentato il liceo artistico e sono sempre stato un fotoreporter: mi sono avvicinato alla fotografia proprio perché volevo raccontare con le mie immagini la realtà, a volte anche cruda di situazioni non piacevoli. Rispetto tutte le fotografie, ma il reportage secondo me è la vera Fotografia.

A chi ti ispiri fotograficamente?

Sono affascinato da tanti fotografi che usano tecniche totalmente diverse, ma tutti accomunati proprio dal reportage Elliott Erwitt, Henri Cartier-Bresson, Steve McCurry ma anche da Ferdinando Scianna.

In Italia che importanza ha acquisito negli anni la cultura fotografica?

E’ inesistente. Avendo anche una galleria d’arte, come già detto, posso dire che gli italiani in generale hanno interesse solo per “olio su tela” e le fotografie sono sempre state tutte in secondo piano. Ma una bella speranza sono sicuro stia rafforzando questa cultura, infatti per la facilità del mezzo molti ragazzi si stanno formando ed appassionando per questa magnifica arte. Certo è ancora presto, ma questi ragazzi cresceranno è sono sicuro che qualcuno saprò sicuramente stupire.

Quindi un invito a venire a trovarti.

Certo! Questo shop lo sto “coltivando” con passione e varrà davvero la pena venirci a trovare. Noi generalmente siamo chiusi solo il lunedì e dal martedì a sabato siamo aperti dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30, ma da questo periodo a fine anno facciamo orario continuato tutti i giorni, tranne nel caso non troviate il cartello: “Ho fame, torno subito”!

Trovate qui la pagina del Corner su Facebook.  Il corner store si trova all’interno della galleria Barbara Frigerio Contemporary Art.

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