1994. Nicholas Barclay, 13enne della provincia americana litiga con la madre, scappa di casa, e non tornerà mai più.
1997. La famiglia Barclay riceve una chiamata dall'ambasciata americana in Spagna. Nicolas è stato ritrovato, ancora sotto shock, e si trova in una casa famiglia a Linares. Racconta di essere stato rapito dal mercato del sesso, di aver subito abusi e sevizie di ogni genere, e di essere riuscito a scappare per puro caso.
C'è un fatto strano, però, Nicholas aveva capelli biondi e occhi azzurri, il ragazzo ritrovato, oltre a dimostrare molti più degli effettivi 16 anni che dovrebbe avere, ha occhi marroni e capelli castani, e un accento marcato nel suo inglese. I cambiamenti non fermano però la sorella che vola di corsa in Spagna, lo riconosce senza esitazioni e non si fa turbare dai tentennamenti e dalla scarsa memoria del fratello.
Il documentario mette però le cose subito in chiaro: il Nicholas Barclay trovato in Spagna non è Nicholas Barclay, è un 23enne di origine francese, decisamente intelligente e furbo che pur di trovare sicurezza all'interno di una casa famiglia si spaccia per il ragazzo, spacciandosi prima per l'assistente sociale che l'ha trovato cercando in America un qualche caso di sparizione che potesse rassomigliarli.
Quando il suo gioco si spinge oltre, quando la famiglia Barclay non solo a sorpresa lo riconosce, ma lo accoglie senza esitazioni in casa, per lui inizia una nuova vita, basata sul sogno americano, seppur di provincia, incapace di credere, come noi, che l'amore e la perdita di un figlio o di un fratello possano far nascere speranze laddove non dovrebbero esserci.
Ma un detective privato nota delle incongruenze, l'FBI chiamata ad investigare sui suoi rapitori inizia a vedere delle crepe nella sua storia, e il cerchio attorno a lui si stringe portando ad un'ulteriore capovolgimento della faccenda.
Nel comporre questo documentario, Bart Layton misura con estremo calibro le svolte e i colpi di scena, facendo apparire la realtà sempre peggiore di quella immaginata. Ricostruendo la vicenda attraverso le interviste ai componenti della famiglia Barclay e all'uomo che pretese di essere loro figlio, si notano subito particolari inquietanti.
La scomparsa non così allarmante del ragazzo, il riconoscimento improvviso, le discrepanze dei racconti... perfino i numerosi tatuaggi su un 13enne sembrano nascondere una verità che il regista cercherà di indagare e di presentare.
Nel farlo utilizza così anche ricostruzioni decisamente efficaci, e immagini di repertorio ancora più scioccanti (l'arrivo all'aeroporto, le varie interviste televisive per far più solida la sua posizione) lasciando però la maggior parte del lavoro alle parole e ai gesti di un protagonista capace di inquietare e affascinare allo stesso tempo.
Una fotografia cupa, musica altrettanto suggestiva arricchiscono un prodotto che cattura fin dal suo esordio, lasciando aperte domande a cui nemmeno la realtà dei fatti è riuscita a rispondere e che rimangono ad aleggiare nell'aria con tutti i dubbi del caso, per un caso, e un personaggio, che hanno dell'incredibile e che fa sfociare ben presto il documentario in un thriller dal ritmo serrato e dall'aria tesa difficile da respirare.
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