THE INFINITE JEST di David Foster Wallace

Creato il 23 luglio 2010 da Viadellebelledonne

Lenz indossa un cappotto di lana pettinata e i pantaloni scuri e i mocassini Brasiliani lucidati al massimo e una parrucca che lo fa assomigliare a un Andy Wharol abbronzato. Bruce Green indossa una brutta giacca di scadente pelle dura che scricchiola quando respira. “  ” E’ come quando , amico, è come quando capisci qual è il tuo vero carattere, è come quando uno la punta contro di te e qualcuno, un Portoricano del cazzo con gli occhi di fuori, è a cinque metri da te e te la punta contro, e io stranamente io divento proprio calmo, capisci, e dicevo, io dicevo, ehi Pepito, dicevo, ehi Pepito amico vai avanti e fai quello che devi fare, amico, spara, ma sarà meglio per te seccarmi subito, ti conviene ammazzarmi subito al primo colpo o non ce la farai a spararne un altro.  Non dico stronzate, amico, dico sul serio, sono sicuro di quello che sto dicendo. Capisci quello che voglio dire?” Green accende tutte e due le loro sigarette, Lenz espira con quel sibilo della gente che ha fretta di giungere al punto: “Capisci quello che voglio dire?” “Non lo so” . E’ una sera urbana di novembre: cadono le ultime foglie, l’erba è una peluria grigia, i cespugli sono secchi, gli alberi spogli: anche la luna appena sorta sembra sentirsi male. Si sente il click dei mocassini di Lenz e il colpo sordo dei vecchi stivaletti da asfaltatore di Green, con la suola nera e spessa. I rumorini di assenso e attenzione di Green : dice che la vita lo ha spezzato, è tutto quello che personalmente ha da dire, Green: la vita l’ha preso a calci in culo. e ora sta cercando di rimettersi in piedi. A Lenz piace Green, e sente sempre quel leggero senso di paura che gli si attacca addosso ogni volta che gli piace qualcuno: è come se qualcosa di terribile stia per succedere da un momento all’altro.

 Il breve brano che riporto è tratto dal fluviale romanzo “THE INFINITE JEST”, a opera dello scrittore americano EDGAR FOSTER WALLACE (1962-2008) un’opera complessa, pluri stratificata, con uno stile narrativo pure esso su molteplici registri, dal logorroico, al tremendamente freddo e burocratico, dal saggistico e magari elencatorio al descrittivo algido e tecnicista , e subliminalmente ( non sempre leggibile nell’immediatezza, ma spesso ricoprente come una colla abrasiva e tornante a galla come detrito in punti inaspettati, in contesti irrazionali) dolentemente partecipato e “vissuto”. INFINITE JEST ( ovvero “lo scherzo infinito” titolo anche  di una cartuccia da intrattenimento di quelle da vedere e rivedere sui monitor dominanti come feticci in ogni stanza, di un film d’avanguardia – dai pericolosi e mortali effetti di irretimento ipnotico su qualsivoglia spettatore- dal punto di vista tecnico e contenutistico di LUI IN PERSONA signore Jiim Incandenza, il padre-creatore anche dell’intero sistema cultural/sportivo  per giovani talenti tennistici con possibilità di inserimento nello stretto numero dei top nelle varie categorie a livello mondiale, impianto  perfettamente organizzato in una ambientazione da landa a parte e sconnessa volutamente dal resto della realtà circostante ), film dalla  durata di 90 minuti in  bianco e nero, e  muto tentativo di remake de Lo scherzo infinito, non finito e non visto NON DISTRIBUITO ( e qui si può notare che il film è incompleto come anche questo stesso romanzo). Protagonista di questo fluviale romanzo è una famiglia intera( il padre Jiim, la madre April i tre figli Orin- campione prima di tennis poi di football, Hal il nuovo talento su cui puntare , Mario il minore gravemente deforme con il suo sprone metallico che lo sostiene in posizione verticale e una struttura apposita con casco e telecamera quando va a fare riprese dei vari incontri  da rivedere milletricamente per perfezionare i colpi).
In questa struttura “autistica”,  in questo sistema con le parvenze di un college a indirizzo sportivo ( sistema  creato dagli Incandenza  dal nulla e portato burocraticamente avanti in una atmosfera rarefatta e rigidamente parametrata, con protocolli da ottemperare in tutti gli ambiti possibili )i riflettori si posizionano poi su Hal, il bambino superdotato inizialmente apparso sulla scena come una personalità talmente “avanti e oltre ” in specifiche conoscenze da parere addirittura deviante dal concetto di normalità tenuto presente dai vari college a cui si presenta e da cui viene presto allontanato, di lui si vorrebbe fare un campione, eliminare le sue defaillances, le sue problematicità ( è stato oltretutto proprio  Hal a scoprire in cucina il corpo del padre uccisosi infilando la testa in un forno a microonde). In questa ambientazione e con questi personaggi dominanti ( ma anche le altre comparse non sono certo da meno, anzi…) ci si agita compulsivamente, come in una bolla artificiosa e plastificata, in una creazione determinata da un vuoto pneumatico e  maniacalmente tesa a obiettivi di perfezionamento vincente ( che è poi l’emblema sempre tenuto presente sottotraccia a indicare il mood profondo dell’impero  stati uniti, il suo midollo simbolico da concretizzare costi quel che costi, incuranti delle vittime predestinate)

Mentre procede la caratterizzazione dell’ambiente e dei personaggi( e noi “vediamo” le anse repulsive dei sotterranei mostruosi dove vengono lasciarti materiali di deposito,e rigfiuti e dove il ragazzo hal – imn un intrico malsano di conduttue e sfiatatoi. iniazie una sua deriva nell’uso di droghe

tentativi apocalittici e incongrui di operazioni terroristiche contro americani a opera dei quebechiani su sedie a rotelle

dopo prove iniziatiche -gare da ragazzi per mettersi alla prova – di attraversamento binari contro treni avvicinamento

tentativi apocalittici e incongrui di operazioni terroristiche contro americani a opera dei quebechiani su sedie a rotelle

dopo prove iniziatiche -gare da ragazzi per mettersi alla prova – di attraversamento binari contro treni avvicinamento
enney house con corsi di recupero per persone drogate
paesaggi urbani e notturni
periferie di lumpen e criminali
il DISAGIO che dà origine a assuefazione droghe di ogni tipo, i conciliaboli dei vari gruppi di autoaiuto che tendono al

recupero di personalità borderline se non proprio malate a diverso grado e con sul fondo tendenze criminogine sempre lì lì

per germinare

syundormitori dove l’unico cenno di vita è dato da rumori eterni di sistema di aerazione illuminazione climatizzazion

pneumatica, una bolla artificiosa e maniacalmente tesa a obiettivi di perfezionamento vincente( che è poi l’emblema sempre

tenuto presente sottotraccia a indicare il mood profondo degli stati uniti,  sportivo per ragazzi dotati

tragedie familiari edi rapporti o di disaffezione o di torture emotive che determinano cicatrici suppuranti alla fine

deflagranti per lo più con modalità abnormi e eclatanti

terrorismo abnorme e surreale e nel contempo stranamente plausibile

stati di alienzazione, di dipendenza , di ottundimento sensoriale davanti a monitor giganteschi e in eterna funzionalità nei

subdormitori ( simili a bunker )dei tennisti

laboratorio asettico, qualcosa che si va producendo in vitro come un elencazione specialistica di medicinali operanti nel campo dei disturbi cosidetti mentali, del suistema nervioso centrale

passaggi di tappe nell’uso sempre più raffinato di droghe di ogni tipo, fino a rendersi volontairamente cavie di invenzioni sintetiche di ulissima brutale produzione

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