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The innkeepers

Creato il 20 febbraio 2012 da Misterjamesford

The innkeepersRegia: Ti WestOrigine: UsaAnno: 2011Durata: 100'
La trama (con parole mie): Claire e Luke lavorano allo Yankee Pedlar Inn, un vecchio albergo in procinto di chiudere, e con il proprietario a pesca alle Barbados, si ritrovano soli per l'ultimo weekend di attività della struttura.I clienti sono contati, il tempo da passare molto: così i due decidono di seguire la passione di Luke per i rilevamenti legati alle presenze sovrannaturali, alimentando uno le ansie dell'altra senza perdere lo spirito cameratesco tra colleghi.Quando, però, Claire scopre la presenza dello spettro di una sposa abbandonata di nome Madeline O'Malley alla ricerca di pace o vendetta, le cose si faranno decisamente più serie.
The innkeepers
L'aspettativa è davvero una brutta bestia.Una presenza subdola e spietata, proprio come un fantasma.Pare quasi che non ci sia, e invece lei è in agguato, si insinua sotto la pelle e fa rizzare i peli sulla nuca, provoca brividi neanche fosse lei la protagonista di un horror pronto a prenderti per le palle e tenerti sul filo dall'inizio alla fine.Cannibale, Babol, Lucia, Einzige sono solo alcuni dei blogger che hanno descritto con parole entusiastiche il lavoro del regista del discretoThe house of the devil, arrivando a classificare questo film come uno degli horror più importanti degli ultimi dieci anni.Così, più che incuriosito, ho atteso con ansia il momento in cui The innkeepers avrebbe sconvolto anche gli occupanti di casa Ford, andando a rinverdire una tradizione di genere che negli ultimi anni è apparsa davvero in difficoltà, alternando pochissime pellicole degne di nota ad un oceano di produzioni mediocri e pretenziose.Ma non avevo fatto i conti con l'aspettativa.Una presenza subdola e spietata, proprio come un fantasma.Pare quasi che non ci sia, lascia che ci si perda dietro sequenze fantastiche come quelle del video online o del cassonetto - da manuale -, ma in realtà è sempre lì, pronta ad insinuare il dubbio, a battere un colpo o graffiare con le unghie la nostra lavagna mentale.
La stessa che ci ricorda tutti i vecchi passaggi da manuale, dalla tecnica di Shining alle suggestioni de Gli invasati, che guarda al grande Cinema dei Maestri più che all'adrenalina del survivalismo recente, facendoci credere che possa essere una vera bomba, e invece, sotto sotto, ci sussurra all'orecchio che tutto sa di già visto, di vecchio e stantìo come un albergo sul punto di chiudere.
Ti West sa indubbiamente il fatto suo, ha studiato bene ed applica le nozioni quasi alla perfezione, i carrelli sono da urlo, l'ironia che alleggerisce una trama altrimenti potenzialmente troppo statica calza come un guanto ad una sceneggiatura soltanto mascherata da tempo morto, il crescendo di tensione è notevole.
Eppure, quando ci si può anche convincere che possa filare tutto per il verso giusto, eccola che ritorna.
Come un fantasma. Come Madeline O'Malley.
L'aspettativa.
Terribile, spietata, crudele. Eppure irresistibile.
E nonostante Claire e l'asma in cui si rifugia come Eddy Spaghetti in It, Luke e quel fare gigione giusto per scongiurare il terrore, Lee e la sua convinzione che qualcosa incomba sullo Yankee Pedlar Inn, qualcosa continua a non tornare.
Qualcosa che è peggio del deja-vu che Lee descrive a Claire quando cerca di rompere la cortina invisibile che le separa a prescindere dalla sensibilità rispetto alla percezione delle presenze, e che trova rifugio nella voglia di riscatto della prima - che rifiuta di farsi catalogare "solo" come un'attrice - e nell'apatica rassegnazione della seconda - che, al contrario, rafforza il suo essere "solo" una dello staff dell'albergo -.
Qualcosa che è peggio dell'esercizio di stile, anche quando è ben mascherato da un'operazione dall'interessante gusto vintage.
Qualcosa che è peggio addirittura dell'aspettativa.
Del fantasma in persona.
Di Madeline O'Malley.
Qualcosa che, dopo un'attesa sorniona e sul filo, neanche fossimo vittime come Claire con le cuffie ed il viso incollato allo schermo di un portatile, ci sbotta in faccia facendoci trasalire.
Qualcosa che pesa come un macigno rispetto a tutto quello che speravo di trovare nel lavoro di Ti West.
E che spero di trovare in ogni horror.
Inquietudine, disagio, paura.
Ecco la chiave.
Il passe-partout dello Yankee Pedlar Inn.
The innkeepers non fa paura.
Neanche per scherzo.
MrFord
"I'm frightened by what I see
but somehow I know
that there's much more to come
immobilized by my fear
and soon to be
blinded by tears
I can stop the pain
if I will it all away."
Evanescence - "Whisper" -


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