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The Jam - Il britpop ante litteram

Creato il 25 marzo 2012 da Lesto82

LO SPELEOLOGO

di NICOLAS ICARDI

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Il chitarrista e cantante Paul Weller all'età di quattordici anni forma a Woking nel Surrey in Inghilterra, sua città natale, un duo folk con il chitarrista Steve Brooks. Con l'ingresso di Rick Buckler alla batteria e Dave Waller al basso, il gruppo prende il nome di The Jam, esibendosi in club locali. Nel 1974 Waller lascia la band per dedicarsi alla poesia, sostituito da Bruce Foxton. Lo stesso fa Brooks, non gradendo la svolta mod imposta da Weller alla musica del gruppo. Rimasti i Jam in tre, Weller, Foxton e Buckler, hanno modo di farsi apprezzare nel 1976 in un concerto al tempio del punk, il 100 Club, inserendosi più per comodità che per identità artistica/ideologica all'interno della nuova ondata britannica. La Polydor in cerca di talenti da contrapporre a Sex Pistols e Clash, li contatta all'inizio del 1977. Il gruppo pubblica subito il primo album "In The City"(1977), che contiene l'omonimo brano che entra nella top40. L'esordio, che si colloca all'interno della tradizione inglese dei '60 con riferimenti specifici agli Who, suona ancora acerbo anche se i grandi pezzi non mancano. Il distacco dal movimento punk si concretizza definitivamente nell'Estate del 1977, quando il gruppo abbandona il White Riot Tour dei Clash e Subway Sect. Alla fine dello stesso anno esce "This is the Modern World", registrato in fretta e furia, viene stroncato dalla critica e sintetizza il momento di difficoltà della band. Dopo otto mesi di silenzio e il parziale insuccesso al festival di Reading del 1978, i Jam pubblicano "All Mod Cons"(1978) che segna la loro rinascita artistica, si tratta di una musica diretta, evocativa. L'album denota un impegno politico del tutto nuovo e la canzone "Down in the Tube Station at Midnight", contraria alla politica anti immigrazione del governo britannico, pur bandita dalla BBC, raggiunge il quindicesimo posto in classifica. Il successivo "Setting Sons"(1979) li conferma autori ritrovati. Con questo album la band fa un netto passo avanti smettendo di utilizzare i soliti due accordi e cercando sempre melodie più complesse. In qualche modo posso affermare che abbracciano il nuovo credo della New Wave. A partire dal '79 la popolarità della band cresce notevolmente, il gruppo vince per diversi anni il concorso indetto fra i lettori del New Musical Express. Il 1980 è l'anno di grazia, con due brani "Going Underground" e "Start" al primo posto nelle classifiche e l'album "Sound Affects"(1980), seppur sofisticato dal suono più deliziosamente easy e raffinato rispetto al passato, diventa l'album dell'anno per molte riviste musicali. Con "The Gift"(1982) i Jam hanno successo anche oltreoceano con due tracce nelle parti alte delle classifiche di USA e Australia. A sorpresa dopo questo grande successo la band annuncia l'imminente separazione. Alla base della decisione il crescente interesse di Weller verso il Soul e il Cool Jazz. Il distacco verso la nuova identità musicale avviene con un tour d'addio culminante con l'esibizione allo stadio di Wembley con relativo disco live "Dig the New Breed"(1982). Weller ripartirà subito alla grande l'anno successivo formando gli Style Council con cui otterrà buoni successi, degli altri Jam il solo Foxton proverà qualcosa da solista per poi finire nei Stiff Little Fingers. Foxton e Buckler rispolvereranno la sigla Jam nel 2007 per un tour ma senza Paul Weller che ha più volte dichiarato di non aver alcun interesse nel riformare la band.
Dalla loro discografia vi propongo 3 pezzi:
"DOWN IN THE TUBE STATION AT MIDNIGHT" da "All Mod Cons"(1978), piccolo gioiello finale dell'album, dove si racconta una storia di violenza urbana con rabbia e delicatezza.


"GOING UNDERGROUND"(1980), primo singolo dei Jam ad arrivare al primo posto in Inghilterra, è un invettiva nei confronti dei trattati nucleari.


“THAT'S ENTERTAINMENT” da "Sound Affects"(1980), traccia memorabile, dispiegata su un soffice tappeto di chitarra acustica.

A DOMENICA PROSSIMA...


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