The Juliette Society
di Sasha Grey
Sasha Grey, pseudonimo di Marina Ann Hantzis (1988), in soli quattro anni di carriera è diventata una star indiscussa del porno. A ventitré anni ha poi deciso di smettere per dedicarsi alla fotografia, ai dj set e al cinema, che l’ha vista debuttare nel 2009 nel film d’autore The Girlfriend Experience del premio Oscar Steven Soderbergh. The Juliette Society, che presto diventerà un film, è il suo primo romanzo.
Sito: Sasha Grey
Titolo: The Juliette Society
Autore: Sasha Grey
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Edito da: Rizzoli Controtempo
Prezzo: 15,00 €
Genere: Narrativa
Pagine: 282 p.
Voto:
Trama: Catherine ha una vita piena e interessante, tra le lezioni universitarie di cinema e la vita con un fidanzato bello, intelligente e in carriera. Sembra tutto solido e sicuro, ma quando le assenze di Jack si fanno più frequenti e il lavoro gli toglie il tempo e le energie che prima dedicava a lei, Catherine si ritrova a vivere una solitudine in cui i sogni a occhi aperti possono volare oltre: oltre i ruoli imposti dalla società, oltre la morale comune, oltre i confini che lei stessa aveva sempre imposto ai suoi desideri. Così, partendo dalle suggestioni di film come Bella di giorno, Quarto potere, Eyes Wide Shut o La donna che visse due volte, Catherine inizierà a seguire il filo dei suoi più intimi palpiti e a entrare con la guida di Anna, un’amica libera e fidata, in un labirinto oscuro in cui il sesso è un gioco sempre più reale e pericoloso. Dare corpo agli abissi della fantasia, sfiorare il potere, lasciarsi volontariamente sottomettere diventano le tappe di un viaggio che spinge Catherine e Anna a tuffarsi in un gorgo di passione, a contatto con emozioni capaci di trasformare una donna per sempre: ma abbandonandosi a quel gorgo si può anche sprofondare e perdersi…
di Missmarilux
È difficile iniziare una recensione in certi casi. Questa è una di quelle volte, quindi non ci girerò intorno: il libro non è granché, sembra una bozza (una cattiva bozza) con alcune idee interessanti ed altre davvero pessime, sviluppata da uno scrittore che ancora deve concludere il suo corso di scrittura creativa. Probabilmente se dietro non ci fosse un nome “imbarazzante” (e dal sicuro guadagno) questo romanzo non sarebbe stato mai pubblicato.
Ma veniamo alla storia in sé.
Inizialmente le prime 80 pagine mi avevano preso, ho pensato “beh dai allora è un bel libro, scandalo a parte, la Grey ha qualcosa da raccontare”. E invece no, perché l’autrice, dopo un’introduzione interessante in cui presenta la Juliette society e i personaggi che graviteranno attorno alla vicenda, e dopo aver fatto un po’ troppo l’hipster con citazioni più o meno colte del cinema passato (e non necessarie), dà sfogo alle mania sessuale di Catherine, la protagonista, raccontandoci di amplessi inesistenti che non danno alcun contributo alla trama, poiché sono solo fantasie sessuali figlie di una frustrazione emotiva e fisica, dovute all’insoddisfacente rapporto con il fidanzato Jack. Davvero noioso ed inutile.
Passato questo primo blocco, Catherine inizia una deriva verso una dimensione puramente carnale, accompagnata dalla sua nuova amica del cuore Anna (una donnaccia, sociopatica e matta come un cavallo). Ed è qui che il libro
rivela la sua vera identità: The Juliette Society non è altro che una fan fiction basata su Eyes Wide Shut di Kubrick (uno dei papponi che appare nel mezzo, si chiama esattamente Kubrick e l’autrice, consapevole di ciò, ci prende in giro dicendo che queste feste sembrano esattamente come quelle viste nel film). Il problema è che oltre Eyes Wide Shut non va. Mi spiego meglio: avete presente la scena della mega orgia in cui Tom Cruise si intrufola per poi fare una brutta fine ed essere salvato da una donna che si concederà a tutti?Bene! Questo è anche quello che succede qui. Catherine va a questo party, tutti fanno sesso come dannati, ad un certo punto lei si offrirà ai commensali, dopo essersi prima offerta al capo della Juliette society, ovviamente. Insomma l’autrice ha preso l’ultimo lavoro di Kubrick, gli ha rubato l’idea e ne ha tratto una sua personale rivisitazione. Non è propriamente un problema, ma lo diventa se il libro si trasforma nel caso editoriale dell’anno e se questa influenza è cosi sfacciatamente rintracciabile. Essere influenzati da un regista è una buona cosa, copiarne l’idea di fondo è decisamente un’altra questione. Ma andiamo avanti.
Voglio spendere qualche parola in più per Jack, una figura buttata lì per caso, a riempire le pagine bianche del manoscritto. Catherine lo ama, dice di amarlo ogni secondo ma allo stesso tempo si concede a svariati uomini, anzi sostiene di farlo per lui…
Da quel poco che l’autrice ne scrive, il suo personaggio è insopportabile, sembra quasi che sia stato costruito con la precisa intenzione di farci parteggiare per lei malgrado i suoi comportamenti debosciati. Mah …
Conclusa questa parte centrale, si vira velocemente verso il finale. Alcune ragazze scompaiono, Catherine e Jack fanno pace (nel mentre avevano litigato per motivi inesistenti, l’autrice fa un vero pastrocchio e genera uno stallo fra i due alquanto ridicolo), vengono ospitati dal capo di Jack, Robert Deville (politico rampante, padre spirituale e mentore del nostro Jack). Ora secondo voi cosa c’entra questo Deville? Comparsa gettata a caso nel libro? O figura centrale della Juliette society? Non vi dirò la risposta ma sappiate che il finale, affrettato e scontato, non lascia molto spazio alle riflessioni.
In definitiva in queste 300 paginette scarse buone idee c’erano, peccato che lo sviluppo spesso manchi e peccato che, per un’idea buona, ce ne siano almeno quattro orribili. Quanto alle scene di sesso, dopo 3-4 amplessi descritti sino all’ultimo particolare (a Sasha Grey deve piacere molto lo sperma, dato che ne scrive una ode), queste stancano e nemmeno sconvolgono. Lo stile è asciutto, prolisso e dispersivo, in più punti annoia e non cattura l’attenzione del lettore.Ripeto: se non fosse stata un personaggio noto e controverso, questo libro non avrebbe mai visto la luce. Consigliarlo? Francamente è una domanda a cui ancora non so dare una risposta. Una cosa la so però, guardatevi Eyes Wide Shut e poi decidete voi.