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La trama (con parole mie): a Seattle la detective Linden, una brutta separazione alle spalle ed un matrimonio che l'attende in California, è all'ultimo giorno di servizio, affiancata dal giovane ed instabile suo sostituto nell'incarico Holder, quando viene chiamata sulla scena di un crimine particolarmente efferato. Il corpo della liceale Rosie Larsen, infatti, è stato ritrovato nel bagagliaio di una macchina sprofondata nel cuore di Echo Park, uno dei rifugi per disperati della città. Al dramma dei genitori e all'inquietudine e agli sconvolgimenti che l'omicidio mette in moto, si aggiunge il desiderio di Linden di non partire senza aver prima risolto il caso: ma quello che poteva apparire come un gioco tra adolescenti finito nel peggiore dei modi rivelerà sfumature sempre più inquietanti, arrivando a coinvolgere perfino uno dei politici più in vista della città, nonchè principale avversario nella corsa per il municipio del sindaco giunto al termine del suo mandato.
Una delle passioni che, nonostante le diversità cinematografiche, ha unito me e Julez fin dai primi tempi della nostra convivenza è stata quella legata al filone "morti ammazzati", che dalle serie tv alla Letteratura, passando per la settima arte, è riuscito quasi sempre a metterci d'accordo: non troppo tempo fa, orfani della consueta visione annuale di Criminal Minds, la signora Ford ha finito per suggerire il recupero di alcuni titoli legati al genere che ci eravamo persi negli ultimi anni.
Se, però, esperimenti come quello di The Forgotten non si sono rivelati particolarmente azzeccati, con il soprendente The Killing - tratto da una serie danese ed adattato, tra gli altri, dal Nic Pizzolato di True Detective - non abbiamo avuto alcun dubbio, giungendo alla fine di questa più che ottima season d'esordio con l'acqua alla gola e l'hype già alle stelle per la seconda.Con le dovute proporzioni, seguire le indagini dell'interessantissimo duo di detectives protagonisti formato da Linden e Holder - caratterizzati e scritti davvero alla grande - ed osservare le conseguenze devastanti che la morte della giovane Rosie Larsen finisce per esercitare a più livelli dalla sua famiglia ai suoi compagni di scuola, dal suo professore fino alle più alte cariche della politica cittadina costringendo tutte le persone coinvolte a confrontarsi con i propri scheletri nell'armadio ha finito per ricordarmi l'estate del duemiladieci, quando in Croazia accompagnai Julez nel corso della sua prima visione integrale di Twin Peaks: anche in quel caso il brutale omicidio di una ragazza considerata da tutti simbolo di bellezza ed innocenza e di fatto conosciuta davvero da nessuno divenne la scintilla in grado di scatenare un incendio pronto a segnare l'anima della città, senza risparmiare neppure l'agente incaricato di risolvere il mistero.Linden e Holder, in questo senso, diventano interpreti di una caccia all'uomo pronta a cambiare più volte prospettiva nel corso dei tredici serratissimi episodi di questa prima stagione, finendo per essere tratti in inganno o ispirati nel percorrere la strada verso la soluzione - ? - del caso al pari dello spettatore, conducendolo per mano ad un finale da cardiopalma che lascia per la seconda stagione interrogativi ancora più grandi, di fatto prendendo una via che pare discostarsi, almeno per il momento, dal dolore che ha dilaniato la famiglia Larsen - terribile il confronto tra il padre di Rosie ed il professore sospettato, ed ancor di più l'escalation del rapporto tra i coniugi, separati di fatto dal momento della perdita della figlia -.Senza dubbio, e considerata l'evoluzione e le energie impiegate dagli investigatori nel corso delle indagini una scelta come quella che chiude l'ultimo episodio potrebbe rivelarsi potenzialmente rischiosa in ottica futura e rispetto allo svolgimento della trama, eppure il prodotto finito funziona alla grande, e la speranza è che possa evolvere nel più convincente dei modi, continuando ad esplorare i dubbi, le luci e le ombre - soprattutto queste ultime - del selvaggio mondo in cui viviamo, e dal quale non potremo mai davvero e fino in fondo proteggere i nostri figli, per quanto ogni giorno ci si sforzi e si speri per il meglio.E a volte, quando il vaso di Pandora umano viene scoperchiato, non resta che allargare le spalle e cercare di lottare quantomeno per limitare i danni, e non giungere alla fine del giorno quasi soffocati dalla sensazione non tanto di non avercela fatta, quanto di aver in qualche modo contribuito al disastro.Come la disgraziata combinazione di scelte e coincidenze che hanno portato Rosie in quel bagagliaio, costretta ad una soffocante e lenta agonia.
MrFord
"Baby, I am a survivor
baby, I'm on fire
baby, I'm bout to creep up inside ya
getting high all day, drinking whiskey all night
flipping of the police when them tricks pass by
I'm that fool next door, always late with his rent
I'm that loser on the couch, watching Springer and getting head
dreaming about a better time, better place, better life
looking for that quick fix, and tweeking all night."(HED) P. E. - "Killing time" -
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