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C’è voluto un anno per capire quale destino spettava a The Killing e ai detective Linden e Holden. Dopo la risoluzione e l’archiviazione del caso Rosie Larsen che aveva dato vita a una prima stagione strepitosa e una seconda un po’ minore visto il tirare le cose per le lunghe, la AMC non sapeva bene come riprendere le fila della serie. Dopo tentativi di acquisizione e dubbi sul rinnovo del cast, ritroviamo Mireille Enos e Joel Kinnaman alle prese con omicidi agghiaccianti che rimescolano i ricordi e il passato recente di lei.
Ritiratasi a nuova vita, Linden sembra finalmente in pace e felice mentre Holder è pronto a fare carriera e diventare detective a tutti gli effetti. A mettere lo zampino tra le ruote di entrambi ecco che viene ritrovato il corpo di una ragazza sgozzata che molto ricorda il modus operandi con cui è stata uccisa Trisha Seward, la donna il cui caso aveva mandato Linden in ricovero forzato tre anni addietro.
I dubbi crescono e si affollano quando, proprio in quel fantomatico bosco il cui disegno aveva continuato a tormentare la detective nelle scorse stagioni, vengono ritrovati altri 17 corpi. Parte quindi una lunga indagine che porterà a galla numerosi segreti e farà conoscere la dura vita di strada che numerosi giovani, ragazzi e ragazze, conducono nell’ombra tra prostituzione, droga e genitori inaffidabili. Ma si seguirà anche la dura vita nel braccio della morte di Ray Seward, il marito di Trisha accusato dell’omicidio e prossimo all’esecuzione, di cui Linden continuerà a sostenere l’innocenza sperando di trovare un collegamento tra le giovani vittime e la donna.
Ne esce così una stagione corposa che sa come mantenere l’attenzione dello spettatore, ormai abituato al tempo uggioso e piovoso di Seattle. I protagonisti sono perfetti, solitari e silenziosi al punto giusto ma capaci di un’alchimia unica che li rende umani, ma funzionano alla grande anche i characters secondari, quello di Bullet in primis seguito dalla madre in cerca di redenzione di Kallie.
Ma The killing non finisce qui di stupire, perché proprio come Homeland ha insegnato, il vero colpo di scena arriva nel finale, quando ormai tutto sembra risolto e chiuso, lasciando sgomenti e frastornati. Il doppio episodio che chiude la stagione è pieno di pathos e di azione, e visto come sa lasciare a bocca aperta, speriamo che questa volta i dubbi per un rinnovo non debbano esserci!
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