Roberto Bolle, The Kings of the Dance, London Colisseum, 2014
"Se Maometto non va alla montagna la montagna va a Maometto" dice il proverbio.
E visto che io al Teatro alla Scala non sono mai riuscita ad andarci (e dubito di riuscire ad andarci nel prossimo futuro...), il divino Roberto Bolle è venuto a graziare con la sua presenza la perfida Albione in compagnia di altri quattro danzatori provenienti da corpi di ballo diversi dall'Europa e dall'America (un vero e proprio supergruppo - e una vera e propria gioia per gli occhi...) per un progetto chiamato The Kings of the Dance. E dico poco!
Il risultato è stato un distillato di bellezza e armonia allo stato puro incarnato, oltre che dal Bolle nostrano, da personaggi come il brasiliano Marcelo Gomes e il russo Ivan Vasiliev dell'American Ballet Theatre (ABT) di New York; e i russi Leonid Sarafanov del Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo e Denis Matvienko del Teatro Mariinsky, anch'esso di San Pietroburgo.
E se Ivan Vasiliev ha strappato molteplici applausi alla folla per la sua incredibile interpretazione di Labyrinth of Solitude di Patrick De Bana, il nostro Roberto ne Le Jeune Homme et la Mort del grande coreografo e danzatore francese Roland Petit, è stato assolutamente magnifico. Naturalmente. Roba da mozzare il respiro. Davvero.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake