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The last book of 2013

Creato il 02 gennaio 2014 da Lenselse

The last book of 2013Buon giorno, anzi, vista l'ora sarebbe meglio dire buona sera! Scusate, ma da queste parti gli ultimi due giorni, sono stati meno rilassanti di quanto si potesse credere e questo inizio anno non è stato proprio come lo si sperava. Voi siete ancora immersi tra i panettoni, i parenti, le sciate, le vacanze, i rientri, le bische a carte oppure siete tornati alla routine? I nostri pensieri vanno invece alle questioni che sono rimaste in sospeso nel 2013 e che speriamo, si possano risolvere il prima possibile quest'anno...Tra le piccole questioni in sospeso ce ne sta una, che riguarda l'ultimo libro letto nel 2013 e di cui non vi avevo ancora parlato. Il libro in questione è Gratitude, la biografia di Lorenzo Jovanotti.
Visto che mai come ora, da queste parti c'è bisogno di pensare positivo, di credere davvero che le cose possano e debbano prendere una piega diversa, vi lascio con alcune delle frasi e considerazioni che prendo in prestito da uno che con le parole, ci sa fare sul serio. Questo è il mio augurio personale per il vostro 2014, che sia tutto quello che voi sperate possa essere e che possiate trovare ispirazione anche voi in questi semplici pensieri.
" Mi piace la gente che lascia la provincia per confrontarsi con la grande città, in quello spostamento c'è il segno di un'ambizione forte, di un investimento sulle proprie capacità"
" La verità è che se non hai successo nessuno ti ascolta, se hai successo sembra che lo fai per farti bello e allora uno non dovrebbe fare proprio niente ma così l'avrebbero vinta quelli che stanno lì sempre e solo a rompere i coglioni e che del rompere i coglioni ne hanno fatto un mestiere. Io sono per il buttarsi nelle cose in cui si crede e poi vedermela con il padreterno in persona per quanto riguarda l'essere in buona fede o no. Per migliorare il mondo l'unico modo è fare qualcosa, sentirsi dalla parte giusta non basta."
" Una volta in Brasile parlando con un giornalista mi amico criticavo il fatto che a due passi da una favela stessero costruendo grattacieli moderni e sfolgoranti, lo giudicavo un affronto, un gesto prepotente e disumano, e lui mi gelò dicendomi:  è l'unico modo per cui un bimbo nato in una favela possa volere un giorno abitare in uno di quei palazzi, se non li vedesse resterebbe dov'è per tutta la vita, in questo modo può accendersi in lui il desiderio di cambiare la propria vita"
" Del resto la vita dice proprio questo, che vale la pena vivere solo per le cose per le quali vale la pena anche morire"
Serena

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