Partiamo con la pura e semplice verità: The Last Stand è un filmone. Non un capolavoro, ne un film d'autore o rivoluzionario. Un filmone. E nel fare quest'affermazione forse sono condizionato dalla presenza di un mito come Arnold Schwarzenegger sullo schermo, dal fatto che questo sia il suo ritorno come protagonista in un film (action), ma mi sento scusato perché Schwarzenegger è e sarà sempre un attore fisico che, per puro caso, ricorda la mia infanzia e la mia adolescenza cinematografica. Perché Schwarzy è stato lontano dal grande schermo per troppo tempo ed era tornato giusto a fianco dell'amico/rivale Stallone per sostenerlo nel suo progetto The Expendables. Ma se a 66 anni suonati decidi di rimetterti in gioco, la scelta migliore che puoi fare è scegliere un regista come Kim Ji-Woon alla sua prima esperienza in lingua inglese.
Ji-Woon è una specie di mito. Ha girato Two Sisters, Bittersweet Life e Il buono, il matto, il cattivo, tre cult che passano in rassegna tre generi diversi e lo fanno alla perfezione. Era scontato che Hollywood avrebbe allungato le mani su di lui strappandolo alla Corea e portandolo tra le sue dorate e avide braccia. Il risultato è un film tra passato e presente, vecchio e nuovo:
Il trafficante di droga Gabriel Cortez scappa di prigione e si dirige verso il confine con il Messico a bordo di una delle auto più veloce mai costruite. Peccato che per espatriare debba passare per Sommerton Juncton, in Arizona. E lo sceriffo di Sommerton Juncton è Ray Owens.
Guardare The Last Stand - L'ultima sfida è come fare un salto nel passato rimanendo con una finestra aperta sul futuro. Tra l'action e il western di frontiera, l'on the road e il cinema d'assedio, si respira l'aria dei film anni '70/'80, quella del classico intramontabile che brilla come gli occhi dello spettatore nostalgico. Ma qui non si tratta solo di nostalgia e questa non è solo un'operazione revival. Perché Ji-Woon è un regista moderno che aggiorna un genere sull'orlo del collasso. Questo film non è The Expendables. Qui siamo di fronte a una pellicola granitica come il corpo di un attore che ha sempre fatto della fisicità il suo punto di forza, senza mai rinunciare ad un'ironia e auto-ironia mai banale. The Last Stand è un film ironico ma anche duro e violento, moderno ma privo di quell'appeal videoclipparo tanto di moda negli ultimi anni.