19 agosto 2014 Lascia un commento
Il caso vuole pero’ che il piu’ pericoloso tra i mercanti di droga sfugga dalle mani dell’FBI e nella fuga incroci la sua strada.
Il film e’ un evento. Abbandonata la politica, Schwarzenegger torna al cinema e gia’ questa e’ una signora notizia, che poi si faccia dirigere da uno dei piu’ talentuosi registi coreani del nuovo millennio, raddoppia il peso specifico dell’intera operazione. Non ho mai nascosto l’ammirazione che provo per Schwarzenegger come uomo, come atleta e come artista ma non m’interessa convincere nessuno e del resto mi consola sapere che chi considera Accorsi o la Morante degli attori, da qui proprio non passano. Il film e’ programmaticamente un omaggio agli action-movie degli anni ’80, un ritorno al passato dal sapore "dove eravamo rimasti" piu’ che nostalgico in senso stretto. In cio’ la rinnovata ammirazione per un un attore che dopo essere stato assente dalle scene per tanto tempo, non banalizza il rientro volendo stupire a tutti i costi ma prosegue un cammino solo sospeso e non interrotto. E’ interessante semmai decida di affidarsi ad una new entry hollywoodiana per quanto di comprovata esperienza nel rischio di un doppio esordio ma sappiamo che i rischi per il nostro non sono mai stati un problema.
Al contrario un po’ mi sorprende Kim che trovo schiacciato in un film troppo semplice per le sue possibilita’ il che fa pensare che la macchina dei soldi statunitense gli abbia imposto regole troppo standardizzate e a botta sicura.
Il punto debole dell’operazione e’ il soggetto, sia nell’incipit che nel proseguo, trovando senso e giustificazione nell’inettitudine dell’FBI che altrimenti si sarebbe conclusa pochi minuti dopo il tutto. In sostanza accadono cose che non dovrebbero accadere nemmeno se a capo dell’operazione ci fosse il piu’ imbecille dei nostri vigili urbani, per dire una categoria che non si distingue per il suo acume. Oltretutto regia e attore avrebbero meritato molto di piu’ e molto meglio e fanno quello che possono per risollevare le sorti di una pellicola piacevole, complessivamente gradevole ma che alla fine non fa il botto. Teniamolo buono come riscaldamento.