PC - PS4 - Xbox One
TESTATO SU
PC
Genere: Azione, Piattaforma
Sviluppatore: Mimimi Productions
Produttore: Unity Games
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Data di uscita: 12/05/2014
Quando vi parlammo per la prima volta di The Last Tinker: City of Colors, il titolo di Mimimi Productions era ancora pressoché sconosciuto nel nostro paese, ed il fatto che di lì a poco in tanti altri ci abbiano messo gli occhi sopra rende soltanto in parte giustizia al titolo che analizzeremo quest’oggi; il motivo è presto detto, in un mercato sempre più saturo del “solito” e dello “strano e senza senso” (ogni riferimento a Goat Simulator non è casuale) è sempre più raro ammirare progetti interessanti, e quando se ne presentano vengono perlopiù sistematicamente ignorati. È il caso di The Last Tinker, action/platform che ci stupì fin nella sua versione preview, perché coi suoi colori, i suoi paesaggi pieni di vita ed artisticamente notevoli, dichiarava di avere una missione ben precisa, ossia quella di riportare il genere che un tempo deliziava grandi e piccini davanti alle TV (soprattutto su console PlayStation) al livello qualitativo che merita, e che negli anni – come un po’ tutto del resto – ha perso smalto, originalità, dedizione, anche a causa di un mercato poco benevolo nei suoi confronti, in termini di incassi e vendite.
Be’, dopo averlo spulciato per bene, non ci resta che dirvi la nostra a riguardo, consci del fatto che per molti l’attesa fino al 12 maggio potrebbe essere straziante, e potrebbe esserlo ancor più per tutti coloro che lo attendono su PlayStation 4 e Xbox One, dato che non c’è ancora una data di rilascio precisa per console “next gen”.
Colortown, la città dei colori, è costituita da tre grossi quartieri: uno rosso, uno verde ed uno blu. Ognuno di questi è abitato da specie diverse, usi e costumi differenti, strutture, case e ponti dallo stile vario e mai identici; tutti e tre assieme costituiscono una comunità non più unita come un tempo, che vive poco e male la vita di tutti i giorni, limitandosi alla non condivisione dei propri pensieri. Limitando la loro vita, all’interno di invisibili ma ben presenti confini che delimitano questa da quell’altra zona. Una città nata con lo scopo di unire più razze ed usanze, così, a distanza di anni è finita per diventare una città separata, in cui la forza dei colori è scemata a tal punto che gli stessi spiriti dei colori (il rosso, il verde, il blu ed il viola) sono ormai poco affini al lavoro di squadra, anzi, son quasi nemici dichiarati. In The Last Tinker: City of Colors, quindi, a location di gioco frizzanti e vivaci per tonalità si antepone un senso di separazione e desolazione, motivi per cui il caro Koru – l’ultimo Tinker, per l’appunto – è chiamato a compiere gli straordinari per riportare ordine e colore ad una cittadina affetta da una grave malattia: la monocromia!
Ma cos’è un Tinker? Un Tinker è un individuo speciale che riesce ad assorbire il potere dei colori per sfruttarli a vantaggio della comunità; una razza pensata estinta dagli abitanti di Colortown, ma che in realtà trova in Koru l’ultimo esponente. Gli istanti iniziali di gioco sono di presentazione, di tutorial per la gestione del salto e della corsa (relegati al tasto ‘RT), degli insegnamenti alle fasi di combattimento e di altre peculiarità di cui parleremo più avanti. La sfida vera, tra salti e corse su rotaie, ed avventure così divertenti e stimolanti, inizierà dopo circa un’ora, quando lo spirito viola – tramite inganno – dichiarerà guerra a Colortown. Brutto ricordo di quel che era un tempo. Attraverso le circa dieci ore necessarie per giungere ai titoli di coda e raccogliere quasi tutti i pennelli dorati (opzionali), Koru sarà costretto ad esplorare in lungo e largo la cittadina per assorbire il potere dei colori, per ristabilire l’unione di intenti, l’amicizia tra gli esserini colorati e le rispettive comunità, minacciate dalla monocromia; una minaccia reale, che sarà possibile notare all’interno delle ambientazioni, non più colorate e vive, ma sbiancate, prive di tonalità vivaci. Quasi morte, e con esse la popolazione, spesso “congelata” ad uno stato comatoso. The Last Tinker: City of Colors fa quindi uso di colori e stile vivace per immergerci all’interno di un mondo fantastico, pieno di appigli, piattaforme, funi, ostacoli, nemici, grazie ai quali le fasi platform, unite a quelle più action, risaltano per fluidità e bontà di realizzazione, pur non consegnando al genere qualcosa di nuovo o di particolarmente originale. Un’opera che amalgama splendidamente combattimenti e combo da realizzare a piccoli elementi puzzle, platform e tempismo, uso di abilità e schivate, utili quando si fronteggiano nemici imponenti, se paragonati alle piccole dimensioni del Tinker, che ricorda vagamente i tratti di una scimmietta con uno strano gusto in fatto di abbigliamento.
Parlavamo dei combattimenti, molto importanti nel prosieguo dell’avventura, strutturati in maniera molto semplice ma intriganti; superate le prime fasi di gioco, per la verità un pochino lente, ci verrà dato modo di capire come combattere in caso di bisogno e tutto si rivela di facile esecuzione. Tramite la pressione del tasto ‘B’, su un pad Xbox 360, potrete inanellare cazzotti fino a sbloccare esecuzioni volanti, in stile Batman Arkham per intenderci, ma senza il contatore delle combo che in un titolo del genere non troverebbe utilità. Potrete schivare i colpi tramite ‘RB’, oppure una volta acquisiti tutti i poteri derivanti dai colori effettuare mosse più complicate (acquistabili tramite specifici macchinari posti nelle location, la moneta utile sono i cristalli sparsi nel gioco, solitamente dentro casse di legno) come pugni potenti, attacchi dall’alto, o sparare letteralmente palle di colore previa pressione del tasto ‘LT’ per mirare e di un tasto specifico del colore scelto: ‘A’ per il verde, ‘B’ per il rosso e ‘X’ per il blu, come i pulsanti dello stesso joypad ci ricordano. I colori, oltre che usati per abbattere nemici, tra l’altro di buona varietà, andranno utilizzati anche per usufruire di specifiche abilità su personaggi secondari, non per forza contro veri e propri nemici. Ci spieghiamo meglio, ad ogni colore è legato un comportamento: il rosso porta rabbia, il verde porta timore, il blu porta stanchezza e spossatezza. Potreste trovarvi nella situazione in cui determinati personaggi abbiano bisogno di una “spintarella” per il risveglio dei loro sensi, oppure essere costretti ad usarli sui nemici, per sviare situazioni particolarmente pericolose, che reagiranno in maniera diversa: col rosso saranno più feroci che mai, col verde scapperanno da voi e se investiti dal blu rimarranno storditi per circa cinque secondi. A questi effetti principali si associano delle particolari abilità, richiamabili tramite D-pad, uno per ogni colore: quello rosso consente di entrare in modalità rage, quello verde di rallentare il tempo e quello blu di utilizzare uno scudo per pararsi dai colpi avversari. Ognuna di queste abilità, ne esiste una quarta legata al colore viola che non vogliamo svelarvi perché mostrata nel finale di gioco, si può attivare quando una barra blu – posta in alto, a sinistra dello schermo, proprio sotto quella della vita – è completamente riempita e per ricaricarla andranno raccolte speciali gemme o bisognerà andare in prossimità di particolari fontane che la ripristineranno completamente.
A fare da sfondo alla produzione di Mimimi Productions, come già un po’ anticipato in fase di apertura, c’è un mondo di gioco più che colorato, pieno zeppo di strutture, cespugli, ponti, piattaforme, spesso realizzate in carta e cartone, colla e pastelli, altrettanto spesso no, ma grazie ai colori molto vivaci utilizzati si crea un ecosistema come mai ispirato, che delizia la vista; tramite l’utilizzo del motore Unity, il lavoro compiuto dagli sviluppatori è pregevole, a volte si avvertono piccoli cali di frame, ma niente che porti ad avere seri problemi nelle fasi gameplay. I quartieri, da quello rosso a quello verde, da quello blu alla zona del mercato, del porto, godono di design ricercati ed ispirati, che contribuiscono a fare di The Last Tinker un action/platform di tutto rispetto, tanto da non far brutta figura nemmeno nei confronti dei concorrenti più agguerriti, non indie, anzi, contro molti di loro ne esce fuori trionfante. Ottimo anche il supporto sonoro, con musiche di accompagnamento fantastiche, che creano effetti meravigliosi durante particolari fasi platform, plasmandosi attorno alle mosse da noi compiute, quasi a scandire il tempo delle azioni da noi portate a termine. Peccato per il doppiaggio completamente assente – lo sviluppatore ha optato per dialoghi in vignetta, dato che in Colortown si parla una strana lingua a noi incomprensibile – ma per dovere di cronaca va detto che la localizzazione in italiano, tramite testi, è esente da errori e la presenza del nostro idioma fin dalla fase di lancio è un buon modo per avvicinare giocatori poco bravi a capire l’inglese, o semplicemente stanchi di trovarsi dinnanzi a produzioni indie localizzate raramente e spesso anche in maniera grossolana.
The Last Tinker: City of Colors è uno dei progetti più ambiziosi di quest'anno, un action-platform che ci riporta indietro negli anni, con una storia adatta anche ai più piccini e la frenesia di fasi di gioco che stimolano anche il solo vagare a zonzo, perdendosi all'interno di un mondo di gioco colorato e stilisticamente adorabile, fatto di cartone, colla e colori a pastello. Un videogioco invitante sotto ogni aspetto, che si compone di un gameplay vario e profondo in egual misura. Un must have per tutti gli amanti del genere e non solo, visto anche il prezzo molto competitivo fissato attorno ai venti euro. ZVOTO 8