Non è un segreto per nessuno, credo, il mio amore per la serie di Legend of Zelda.
Così come non è segreto per nessuno quanto io aspettassi con trepidazione l’uscita di questo titolo che, a sentire i rumors, si doveva trattare del gioco definitivo, l’evoluzione perfetta di ciò che si era creato con tutti i maggiori titoli di Zelda per console, a partire da Ocarina of Time, Majora’s Mask, Wind Waker fino a toccare Twilight Princess.
Doveva essere un titolo, a detta degli sviluppatori, capace di superare Ocarina of Time per durata e intensità di gioco.
Doveva essere un titolo dalla sfida impossibile, dai boss complicati e imbattibili e dagli enigmi mai visti prima.
E, soprattutto, era il primo Zelda che io giocavo su Wii.
Insomma, l’attesa era non tanta, di più, e quando finalmente la data d’uscita venne annunciata per poco non sfondai il vetro di un gamestop per mandarlo in preordine in modo da avere la collector edition. Davvero, avevo letto così tanto, tra recensioni, pareri, interviste agli autori, video anteprime, gameplay e simili, che pensavo veramente non potesse esistere titolo più bello. Una parte di me era scettica, certo: “superare Ocarina of Time e i suoi 8 anni per il completamento al 100% è un’impresa impossibile!!” mi dicevo. Ma era una parte talmente piccolina e quasi non le davo nemmeno retta… che grande errore!
Quando presi per la prima volta il gioco tra le mani, ero non entusiasta, di più.
Certo, giocare sulla mia micro televisione, da talpina quale ero, era un’impresa a dir poco disperata, ma non volevo perdere le speranze.
E così, fregandomene di tutto e di tutti, mi ci fiondai.
Alla fine del “tutorial” ero a dir poco entusiasta. Ore e ore di gioco soltanto per la parte introduttiva, in cui si iniziava a scoprire il mondo che ci circondava, in cui si iniziava a conoscere questo nuovo Link abituato a vivere nel cielo, in cui si faceva conoscenza con Zelda, non una principessa ma una semplice ragazza, amica d’infanzia del nostro eroe.
“Questa sì che è un’introduzione!!” mi ero detta.
Ed ero talmente felice che poco mi importava lo scarso utilizzo del tanto acclamato motion plus.
“Ci sarà modo più avanti di sicuro!! Tanto ormai sono abituata che le armi più belle si trovino solo alla fine del gioco!”
E così avevo continuato, ancora speranzosa, ancora entusiasta.
Poco mi portava dell’abbandono del classico stile di salvataggio “ovunque vuoi, ma sappi che poi ritorni all’inizio del dungeon” in favore di un più semplice stile a “checkpoint”. Non era proprio tipico di Zelda ma… che diamine! Da quando un metodo di salvataggio può influire sulla bellezza di un gioco?
Più che mai entusiasta, quindi, mi buttai giù dal cielo pronta per iniziare la mia nuova avventura!
Non vedevo l’ora di esplorare questo nuovo mondo che, da quello che avevo letto, sarebbe stato un continuo “pre-dungeon”, pieno di enigmi da risolvere, ed ero davvero curiosa di sapere come le cose sarebbero andate evolvendosi, perché la storia aveva davvero tutte le carte in regola per diventare estremamente allettante!
Diamine, stavo giocando lo Zelda con cui tutto era iniziato! Hyrule ancora non esistente, pronta per essere formata dalle mie azioni!
Ero talmente su di giri che non mi importava nemmeno che la povera Epona fosse stata rimpiazzata da un pennuto rosso di seconda categoria, anche se si trattava di una scelta che un po’ mi infastidiva, sapendo che in questo modo mi sarei persa le mie ore di interminabili cavalcate in giro per i campi.
Ma non aveva davvero importanza, nemmeno questo.
Ero disposta a rinunciare alla mia cavalla preferita per il gioco definitivo!!
Così, tra un problema e l’altro da risolvere in giro per il mondo, eccomi pronta ad avventurarmi in quello che sarebbe stato il mio primo dungeon!
“Oh, il dungeon della foresta come primo, nella migliore delle tradizioni! Peccato che ci sia più acqua che altro, ma vedremo di accontentarci!”
Non c’era nulla che potesse far scemare il mio entusiasmo!
E poi, con degli esserini estremamente pucciosi come i Kikiwi in giro, cosa potevo volere di più?
Beh, in effetti potevo volere tutto il resto del gioco un minimo coinvolgente in più.
Potevo volere dei boss di fine dungeon esaltanti, complicati, carismatici, dai punti deboli non troppo evidenti, che sfruttassero un po’ di più, piuttosto, i miei punti deboli.
Potevo volere dei dungeon più lunghi e articolati, meno lineari, impossibili da risolvere a caso (come mi è capitato per l’unico vero enigma del gioco).
Potevo volere un mondo più vasto, in cui non si dovesse tornare dieci volte sempre nello stesso punto per progredire con la quest principale.
Potevo volere una spalla meno rompiscatole e inutile, che mi desse dei validi aiuti e non che mi facesse notare le cose più ovvie del mondo. (“Valuto un 100% di possibilità che per aprire quel lucchetto ti serve una chiave.” “Valuto al 100% che il cattivone finale è stato sconfitto”)
Potevo volere uno strumento musicale più utile e più interessante da suonare, al pari dell’Ocarina o della Bacchetta dei Venti.
Potevo volere uno nemico finale degno della serie che mi ha fatto innamorare della Nintendo, che magari non si facesse sconfiggere in 5 minuti netti di combattimento e due tentativi scarsi, giusto per capire come funzionava.
Potevo volere talmente tante cose che, ora che finalmente l’ho finito, mi sento non delusa, di più!
Per carità, la storia è davvero molto bella, e sul finale ho anche pianto.
Ma non si è trattato delle lacrime che ho lasciato su Ocarina of Time, lacrime di commozione per aver portato a termine il gioco più bello di tutti i tempi.
Si è trattato piuttosto di lacrime tristi per ciò che succede, e un po’ di delusione, perché mi aspettavo molto, ma molto di più, per lo meno da un titolo che era stato acclamato come “migliore persino di Ocarina of Time”.
Ebbene, per me non è minimamente migliore di Ocarina of Time.
Non è nemmeno migliore di Twilight Princess, o di Majora’s Mask. Forse è un pelo pelo migliore di Phantom Hourglass, ma in realtà nemmeno troppo, perché le innovazioni portate lì qui ce le possiamo proprio dimenticare.
Non lo so, ma io da un titolo di Zelda mi aspetto davvero il massimo.
Certo, la storia è stata piacevole, sarei ipocrita se dicessi il contrario: è stato l’inizio di tutto, il primo Link, la prima Zelda… i progenitori di tutti gli Eroi e le Principesse che verranno in seguito.
Però non è il titolo che tanto aspettavo.
Più di un 7.5 come voto, anche se con estremo dispiacere, non me la sento davvero di darglielo.