Ero seduto sulle mie ginocchia davanti alla finestra ed ho visto un uomo avvicinarsi
Portava una lettera bordata di nero senza sapere il dolore che mi avrebbe causato
Ero seduto sulle ginocchia e fissavo la mia faccia, fissavo me stesso consegnarmi una lettera
Era una lettera bordata di nero, e non sapevo cosa mi stessi consegnando
Ho chiesto dove fosse mio padre ma non sapevo rispondermi
E’ andato in qualche parte della spagna accompagnando un prete
Edificheranno una chiesa a forma di violino dove fedeli sudati e disperati pregheranno Dio
Una linea di sangue unisce gli occhi di uomini sordi, perché tuo figlio non costruisce quello che noi non abbiamo potuto?
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Ho rotto il sigillo ed ho aperto la lettera bordata di nero, le parole parlavano di me e di noi
Lo senti il rumore di questa ultima esplosione? Hai mai visto morire una stella? Questo è il silenzio di una supernova, il motore della dinamo.
Tenevo stretta tra le mie dita una lettera bordata di nero e non sapevo quando le parole sarebbero scivolate via
Ricordati che ricordarmi è una penna più grande della chiesa che mio padre scava nel legno
Ricordati che l’immagine che hai di me è più pesante del crocefisso che il prete ha chiesto a mio padre
Senza sosta folli fissano il loro idolo, con arroganza le sue vene si fanno corde, la loro chiesa ha il suono di un violino
E’ un regalo che lascia solchi e ferite, immagini e impronte, non puoi ricordarmi perché sono io ad avertelo dato, capisci?
—
Ho posato allora la lettera bordata di nero che tenevo stretto, sapevo che c’era qualcosa, che il silenzio ha un nome.
Il silenzio mi parla di te e di mani che non sono le mie, che non lo sono mai state.
Ho sorriso perché mi hanno detto che sono santo ma mio padre è folle, che ogni sguardo è liberazione e profumo.
Mi sono visto allontanarmi lungo la strada, allontanarmi senza la lettera che mi sono consegnato
Sono tue quelle vene? Cos’hanno? Sono malato?
No, sono mani di un santo.
Mi sono alzato senza la lettera bordata di nero, c’è sempre un posto dove andare.