THE LIPSTICK KILLER: LE NOTTI DELL'ASSASSINO- Conclusione.

Creato il 03 novembre 2014 da Nickparisi
Le parti precedenti di questo dossier sono uscite QUI e QUI.
"La morte trasforma ogni istante in un elemento di vuoto, assenza di qualcosa che riempiva i tuoi pensieri, ed ora non c’è più."
Stephen Littleword.
‎”La morte non esiste, figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata”
Isabel Allende.

Il Bene e il Male.
Il Bianco e il Nero.
Verità e Menzogna.
Due opposti che sembrano escludersi a vicenda; i due concetti assoluti attraverso i quali abbiamo basato tutta la filosofia umana, la religione, l'istruzione.
Ma sono valori così assoluti come siamo portati a pensare, oppure la realtà è solo un immensa tonalità di grigio posta tra questi assoluti?
Il dubbio è ancora più lampante in casi come questi in cui le pedine sembrano essere tutte al loro posto.
Ma la Chicago del 1946 non è certo un buon posto dove vivere.
Per nessuno, colpevole o innocente che sia.


Tre vittime.
C'è un serial killer in circolazione
Chicago oppure no? 


- L' ARRESTO.
E' il 26 giugno quando l'indagine apparentemente sembra giungere ad un punto di svolta.
Apparentemente.
E la vita di un uomo cambia per sempre.
Cominciamo dalle cose su cui tutti concordano.
Sembrerebbe un arresto come tanti altri, almeno all'inizio.
Sono le prime luci dell'alba ed un passante nota un uomo che tenta d'introdursi in un appartamento; un testimone, sembrerebbe lo stesso custode dello stabile, tenta di fermarlo.
L'uomo però è armato e minaccia il custode con la sua pistola riuscendo a sfuggire, al guardiano non resta che chiamare la polizia.
E qui finiscono i particolari su cui tutti concordano.
E comincia il delirio.
Quello vero.

Gli agenti Cunningham; Owens e
Constant.


Secondo  i due agenti intervenuti, Tiffin  Constant e William Owens, il ladro continuerebbe a minacciare la gente con la sua arma. Sempre dalle testimonianze degli agenti , l'inseguito proverebbe anche ad esplodere un colpo contro di loro ma la pistola s'inceppa.
Nasce una colluttazione e il ladro viene bloccato.
La leggenda racconta che sarebbe in realtà sarebbe stato un terzo uomo, un poliziotto fuori servizio, chiamato Abner Cunningham,  a bloccare definitivamente il fuggitivo, gettandogli in testa un vaso.
Il ladro, ferito e svenuto viene condotto al Bridewell un ospedale vicino alla prigione
. Dopo alcuni giorni si sparge la voce che l'arrestato avrebbe ammesso di aver compiuto gli omicidi attribuiti al Killer del Rossetto.
L' arrestato, si chiama William Heirens.
Ed ha appena compiuto 17 anni.

- WILLIAN HEIRENS.


Esistono persone nate col segno del "predestinato" marchiato a chiare lettere sulla pelle viva.
Altri nascono col marchio del "colpevole", altri ancora con quello del "capro espiatorio".
Decidete voi quale tra questi sia il caso di William Heirens.
Heirens nasce il 15 novembre 1928, da una famiglia  povera ma non eccessivamente disagiata.
I genitori George e Margaret hanno subito come molti altri gli effetti disastrosi della grande depressione, spesso litigano per la carenza di soldi eppure l'infanzia del giovane Will non è stata poi molto diversa da quella di milioni di suoi coetanei.
Certo il giovane William si fa notare sin da bambino per la sua accesa curiosità, per essere a volte esagitato e iperattivo, per i danni che la sua passione per la chimica o per la meccanica procura sul tappeto di casa, per il suo essere un solitario.
Basta questo per creare un assassino?

I furti in appartamento arrivano per caso, inizialmente Heirens penetra nelle case e negli appartamenti altrui per il semplice gusto di farlo, come sfida verso sé stesso, quasi come se fosse un modo per sfuggire ai battibecchi familiari.
Solo dopo, solo in un secondo momento comincia effettivamente a sottrarre oggetti dagli appartamenti. 
Raramente rivende le cose che sottrae, più spesso le nasconde dentro un deposito abbandonato, quasi come se le collezionasse.
William ha una passione in particolare per le pistole che sottrae molto volentieri, non è nemmeno un nome sconosciuto alle forze dell'ordine dal momento che, prima del 1946, la sua attività di ladro d'appartamenti gli ha provocato alcune condanne per reati minori (compresa una per porto abusivo di un arma che il giovane aveva rubato )
Nondimeno il ragazzo è brillante, l'Università di Chicago gli offre di partecipare ad uno speciale programma di apprendimento per ragazzi dotati,  Heirens accetta di buon grado e per un breve periodo l'ambiente studentesco sembra calmarlo e dargli uno scopo a lungo termine. 
Per un breve periodo.



Mantenersi agli studi  però costa, costosa si rivela anche la passione per le ragazze - Heirens  ha appena scoperto, ricambiato, l'universo femminile-  e dal momento che la famiglia non può aiutarlo, il giovane riprende a compiere i suoi furti.
Si arriva così alla mattina del 26 giugno 1946.
E, una volta che William Heirens  è stato arrestato, le cose si fanno se possibile ancora più strane

- PRIMA CONFESSIONE: LA VERSIONE DELLA POLIZIA.

Gli interrogatori di Heirens fanno tornare i scena il controverso procuratore William J. Tuhoy ,
il legale ha voglia di recuperare credibilità dopo i precedenti errori  e, ancora una volta, entra a gamba tesa nell'indagine.
Secondo l'uomo di legge dopo circa sei giorni d'interrogatorio l'accusato avrebbe ammesso in un colloquio informale davanti a lui e davanti al capitano di polizia Michael Ahern  ( uno dei pochi ad aver sempre trattato in maniera gentile l'accusato e ad aver manifestato dubbi sulla sua reale colpevolezza ) gli omicidi di Susan Degnan di Josephine Ross e di Frances Brown.
Heirens in effetti fa molte ammissioni, anzi calca decisamente la mano: sostiene di soffrire di sindrome bipolare, ci sarebbe infatti una sua seconda personalità, a cui lui ha dato il nome George Murman che lo avrebbe costretto a uccidere la piccola Susan Degnan.
La stampa scandalistica si scatena, troppo facile l'assonanza tra Murman ed il termine " Murder-Man"
Perfino due psichiatri, dopo aver visitato l'arrestato avvalorano la colpevolezza di Heirens.
Peccato che dopo poco tempo Heirens ritratti questa prima confessione.

- LA VERSIONE DI HEIRENS.



E' un vero e proprio catalogo degli orrori, una lista di torture medievali che Willian Heirens denuncia dopo aver ritirato la sue precedenti ammissioni.
Vere o false che siano le sue dichiarazioni sono la testimonianza di un vero e proprio girone dantesco in cui l'uomo sarebbe sprofondato.

I ragazzo rivela di aver subito pressioni psicologiche ed anche vere e proprie violenze fisiche , sin dal suo risveglio all'ospedale di Bridewell,  anzi si sarebbe ritrovato circondato da numerosi agenti che avrebbero tentato di attribuirgli quanti più omicidi possibili, compresi molti per cui avrebbe potuto tranquillamente dimostrare di essere fuori città al momento del loro compimento.
Heirens parla in particolare di un calcio ai testicoli che lo avrebbe
fatto svenire, racconta di aver subito bruciature con l'alcol, di aver ricevuto iniezioni lombari senza antidolorifici, l'accusato inoltre sostiene di aver trascorso sei giorni senza dormire, mangiare e senza quasi bere.
Sei giorni senza poter nemmeno parlare con i familiari e, meno che mai con un avvocato.
La confessione poi sarebbe stata estorta grazie ad una iniezione di Tiopental Sodico , il famigerato " Siero della Verità" (che in realtà obnullerebbe la volontà della persona a cui viene somministrato facendogli ammettere tutto quello che l'interrogante vuole). 
Iniezione praticata senza nessuna prescrizione medica dai due psichiatri convocati dalla procura, anzi senza  nemmeno aver ottenuto nessun consenso dei genitori del minorenne Heirens.

Questa la versione dell'accusato.
A questo punto, dove sta la verità?
Chi ha ragione, la procura o il giovanissimo sospettato?
William Heirens è un barbaro omicida oppure è un innocente vittima colpevoledi per essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato?
Quello che è certo è che un programmato test con la macchina della verità viene annullato a causa delle precarie condizioni fisiche di Heirens.
E' anche certo che alcuni medici dopo aver visitato il ragazzo decidono di ricoverarlo nuovamente in ospedale per curargli alcune lesioni sospette.
L'opinione pubblica si divide,  i giornali anche mentre la procura dichiara di voler comunque andare avanti con le accuse.
Un dato interessante: quando alcuni giornalisti chiedono di poter visionare le trascrizioni degli interrogatori si scopre che le carte sono andate "misteriosamente " smarrite.

- FATTI, PROVE E CONTRADDIZIONI.

Rimangono alcune prove indiziarie : le analisi condotte dalla polizia dimostrano che le impronte lasciate sul messaggio per il riscatto della piccola Susan Degnan corrispondono parzialmente  a quelle di Heirens.
La corrispondenza però viene trovata su nove punti, quando per essere totalmente credibile questa prova ne sarebbero serviti almeno dodici
Vengono ritrovate anche altre impronte dell'accusato in casa di una delle tre vittime.

William J. Tuhoy.

Una perquisizione condotta nella residenza dell'accusato trova alcuni oggetti rubati da Heirens che sembrerebbero ricondurre l'uomo in zone vicine a quelle delle case delle vittime.
Tra le altre cose viene rinvenuto anche un Kit per la dissezione anatomica.
Peccato che la perquisizione sia condotta senza mandato.

Vengono interrogati anche alcuni dei testimoni presenti la sera della sparizione di Susan Degnan ed uno di loro, un certo George E. Subgrunski si dice sicuro di riconoscere William Heirens tra le persone che si aggiravano attorno alla casa nei giorni precedenti.
Rimangono comunque numerose zone d'ombra. 
Tanto per cominciare, lo stesso George E. Subgrunski, nelle sue prime dichiarazioni sostiene di non essere certo di aver visto in faccia l'accusato.
Solo dopo aver parlato con la polizia Subgrunski cambia la sua versione dicendosi certo di riconoscere Heirens.
Secondo elemento di dubbio: la calligrafia del ragazzo non corrisponde a quella del messaggio scritto col rossetto in casa di  Frances Brown

 Lo stesso William J. Tuhoy continua ad avere un atteggiamento quantomeno ambiguo sul caso, più volte nega la sua reale presenza durante gli interrogatori al sospettato,  più volte viene smentito da membri della polizia che parlano anche di un coinvolgimento attivo del procuratore durante tutti gli interrogatori (anche di quelli in cui Heirens denuncerebbe di aver ricevuto dei pestaggi ).
Per settimane, per mesi si continuano ad acquisire prove che avallerebbero sia la tesi "colpevolista" che quella "innocentista".
Ipotesi entrambe controverse, così come controversa rimane la figura di William Heirens.
Resta però una sensazione sulfurea, cioè che ci sia stata da parte degli investigatori quantomeno una certa qual fretta, quasi una sorta di superficialità da parte degli investigatori durante le indagini.
Si arriva al processo.
-  SECONDA CONFESSIONE.
La svolta arriva durante le udienze e arriva da parte degli avvocati di William Heirens.
Che spingono il loro assistito a dichiararsi colpevole.
Heirens tentenna a lungo ma alla fine accetta.
Del collegio di difesa fanno parte due penalisti,  i fratelli John e Malachy Coghlan ed un penalista, Rowland Towne uno dei più importanti avvocati di Chicago.
Tutti e tre, si convincono che il loro assistito sarà comunque condannato. Dal canto suo Tuhoy minaccia di accusare Heirens non solo dei tre omicidi attribuiti al Lipstick Killer ma anche di molti altri, se il ragazzo non si accorderà.
Heirens approva, in seguito dirà di aver accettato solo per evitare la pena di morte



 Si decide per una conferenza stampa nell'ufficio del procuratore da tenersi il giorno 30 luglio del 1946
Giorno in cui va in onda l'ultimo psicodramma.
Heirens e i suoi avvocati si aspetterebbero un incontro privato.
Ma quando si presentano negli uffici della procura scoprono che il procuratore William J. Tuhoy ha organizzato una conferenza pubblica con decine di giornalisti.


 Heirens si arrabbia, si sente tradito, accusa il procuratore di aver manovrato tutto sin dall'inizio. Cerca anche di ritrattare anche la seconda confessione.
I suoi avvocati faticano non poco a trattenerlo e a convincerlo, mentre un sempre più  imbarazzato Tuhoy minaccia di ritirare la sua offerta di non richiedere la pena di morte.
Alla fine sconfitto il ragazzo cede.
E ripete la confessione concordata.

- FINE DELLA STORIA ?
Il 4 settembre 1946 William Heirens davanti al giudice si dichiara colpevole per gli omicidi di Frances Brown; Josephine A. Ross e di Susan Degnan.
Il giorno dopo viene condannato a tre ergastoli.
Per lui si aprono le porte del carcere.
Da cui non uscirà mai più.

Non tutti però sono convinti, nemmeno tra i parenti delle vittime.
Mary Jane Blanchard una delle figlie di Jo Ross già al momento della sentenza dichiara di non credere nella colpevolezza di Heirens, teme invece che il ragazzo sia semplicemente stato incastrato dalla polizia incapace di trovare il vero assassino di sua madre.

Non ci crede nemmeno uno sceriffo.
L'uomo si chiama Michael Mulcahy, non solo è uno dei pochi rappresentanti della legge a non aver mai maltrattato Heirens ma è anche un amico personale di Jim Degnan
Degnan chiede un favore al suo amico sceriffo, vorrebbe sapere se sua figlia prima di morire abbia sofferto e Mulcahy accetta di porre la straziante domanda a Heirens.
La risposta se possibile è ancora più straziante:
"Non posso dirvi se ha sofferto, Sceriffo Mulcahy. Non l'ho uccisa io.  Per favore Dica al signor Degnan di sorvegliare la sua altra figlia, perché chi ha ucciso Suzanne è ancora libero là fuori."

Da quel momento in poi Heirens non farà altro che ripetere la sua innocenza.
E continuerà a farlo per oltre 65 anni.

Nel 1952 il caso potrebbe riaprirsi, il dottor Grinker, uno dei due psichiatri  di Bridewell ammette che perlomeno in sua presenza Heirens non ha mai confessato nessun omicidio.
Si scopre che durante le indagini era venuto fuori il nome di un altro probabile sospettato, un certo Richard Russell Thomas, un uomo estremamente violento che anzi, imprigionato per un altro delitto avrebbe ammesso l'omicidio di Susan Degnan
Ma gli investigatori non avrebbero trovato credibile questa confessione.

- EPILOGHI.
Il tempo non fu per niente un buon medico in questa Storia.
Il primo sospettato Hector Verburgh fece causa al dipartimento di polizia di Chicago ottenendo un risarcimento di 20.000 dollari
E per quanto riguarda invece William Heirens ?
Ci sarebbe ancora tanto da dire, dopo un tentativo di suicidio nei primi anni di prigionia Heirens fu un detenuto esemplare, tanto che nel corso degli anni 70 s riuscì a laurearsi dietro le sbarre.

William Heirens pochi giorni prima della sua morte

Fino al momento della sua morte avvenuta nel corso del 2012 ha continuato a dichiararsi innocente.
Ancora oggi la sua vicenda fa discutere gli esperti.
Se cercherete informazioni sul Lipstick Killer troverete sia libri che sosterranno la colpevolezza di Heirens sia volumi che invece difenderanno a spada tratta la sua innocenza.
Lo stesso faranno gli appassionati di storie noir.
Alla fine di questa amara vicenda cosa ci resta?
Come possiamo sapere se in quel giorno del 1946 fu stabilita la verità o se invece fu perpetrata una grandissima ingiustizia?

E' esistito davvero un unico Serial Killer?
Oppure si è trattato di tre diversi delitti senza nessun contatto tra di loro?
La risposta forse è andata perduta tra le notti di Chicago.

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