18 gennaio 2016 Lascia un commento
In un futuro prossimo, i soliti animalari non prenderanno sonno sonno senza resuscitare razze estinte, peccato pero’ che assieme a bestie gia’ morte e sepolte, riprende vita un morbo estinto da millenni che trasforma gli uomini in cavernicoli decerebrati. Trascorrono i secoli e i pochi sopravvissuti sono regrediti all’eta’ della pietra o poco piu’, in perenne lotta con la fame e la difesa del territorio. Il villaggio dei protagonisti un giorno finisce sotto attacco e tre baldi giovanotti partiranno in cerca di aiuto, incontrando sul loro cammino Sean Bean, ex guerriero in disarmo che racconta loro di una polvere creata dal padre di uno dei ragazzi che guarisce dal morbo, rubata pero’ da un ex amico suo, percio’ la missione e’ recuperare la polvere, imparare a farne altra e far risorgere l’umanita’. Ancora un film televisivo, sinonimo di qualita’ da torta di mele per i nipotini, target sconosciuto, operazione in fondo da capire oltre ai surplus di bilancio.
Come accade di frequente in questi casi, c’e’ l’attore celebre ma non troppo o lo sfortunato decaduto, in questo caso Sean Bean e’ un po’ l’uno e l’altro. E’ possibile abbiano pensato a lui per via del suo passato tolkieniano e per il fatto che i mutati del film assomigliano terribilmente agli orchi de "Il signore degli anelli", pecca prevedibile per i bassissimi budget a disposizione per questa classe di film.
In effetti di originale non c’e’ proprio nulla: la catastrofe, la regressione, le mutazioni, il signorotto cattivo, la nuova speranza. Ancora una volta si pecca con stupidaggini che poco hanno a che fare coi soldi, tipo i ragazzotti con le barbette belle lustre e le giovani donne con un filo di rossetto e ceretta inguinale ma vabbe’, passiamoci sopra.
Di buono e’ che in fondo si fa pure guardare, la trama minima non offre idee ma non e’ neppure troppo scema, ci si annoia quanto basta ma restando nei limiti. In sostanza, e’ da parecchio che non mi sento di stroncare in toto un film di questa fascia. Da tenere in sottofondo cuocendo torte.
Come accade di frequente in questi casi, c’e’ l’attore celebre ma non troppo o lo sfortunato decaduto, in questo caso Sean Bean e’ un po’ l’uno e l’altro. E’ possibile abbiano pensato a lui per via del suo passato tolkieniano e per il fatto che i mutati del film assomigliano terribilmente agli orchi de "Il signore degli anelli", pecca prevedibile per i bassissimi budget a disposizione per questa classe di film.
In effetti di originale non c’e’ proprio nulla: la catastrofe, la regressione, le mutazioni, il signorotto cattivo, la nuova speranza. Ancora una volta si pecca con stupidaggini che poco hanno a che fare coi soldi, tipo i ragazzotti con le barbette belle lustre e le giovani donne con un filo di rossetto e ceretta inguinale ma vabbe’, passiamoci sopra.
Di buono e’ che in fondo si fa pure guardare, la trama minima non offre idee ma non e’ neppure troppo scema, ci si annoia quanto basta ma restando nei limiti. In sostanza, e’ da parecchio che non mi sento di stroncare in toto un film di questa fascia. Da tenere in sottofondo cuocendo torte.