Un piccolo monte dei pegni, in uno scalcinato palazzo di un quartiere disagiato di Seoul. Chi lo gestisce è un giovane ragazzo, con i capelli che gli oscurano gli occhi, poco affabile. A tutti i costi la piccola So-mee gli vuole essere amica, nonostante la sua scontrosità. La bimba è figlia di una ballerina di strip club, tossica, che si caccia in un guaio più grande di lei. Con la complicità del suo uomo, uno spacciatore, ruba un panetto di droga alla potente organizzazione che ne gestisce il traffico in città. Certi gesti non passano inosservati, sopratutto quando c'è anche la polizia che segue da vicino lo sviluppo della situazione. Infatti, l'organizzazione scopre il furto operato da Hyo-jeong e va a casa sua per farsi restituire il maltolto. Peccato che la donna, per nasconderla al complice, l'abbia nascosta in una vecchia macchina fotografica data in pegno, per un pugno di soldi, al banco. Gli uomini la rapiscono per torturarla e con lei portano via anche la piccola So-mee.Lo scontroso ragazzo capisce che la bambina era la sua sola amica e si mette sulle tracce dei criminali per cercare di salvarla. Il passato misterioso del ragazzo torna a galla e mette in luce il lato soppresso del suo carattere. Cha Tae-sik non è solo "il vicino di casa" della piccola, ma, anche e sopratutto, un'arma letale pronta a sgominare l'organizzazione criminale. Quando, poi, scopre che oltre al traffico di droga la banda si occupa di traffico illegale di organi la sua rabbia e la sua determinazione di salvare So-mee raggiungono l'apiceIl martedì orientale di Rai4 riserva, a volte, piacevoli sorprese. The Man from Nowhere non è tra le migliori che il canale emergente delle televisione nazionale italiana abbia proposto, ma ha alcune caratteristiche interessanti.Il film è stato prodotto nel 2010 e girato in Corea del Sud da Lee Jeong-beom, che ne suo curriculum annovera solo un altro film Cruel Winter Blues del 2006. Il regista tiene in mano la storia dall'inizio alla fine e, da bravo piacione, gira il tutto con uno stile che alterna le classiche pause e perfomance che tanto piacciono agli orientali, ma non disdegna accelerate che strizzano l'occhio anche allo spettatore occidentale. Interessanti la scazzottata nel bagno, la scena della raffineria dell'eroina e la scena del conflitto finale (non mi è dispiaciuta neanche la sequenza che vede come co-protagonista l'interprete cinese, che si svolge prima al campo di golf e poi in questura). I toni di nero e grigio che dominano la fotografia non stonano mai e bene si alternano alle situazioni luminose proposte sullo schermo.Il cast è molto nutrito per quello che riguarda i personaggi secondari, ma a ben vedere i protagonisti sono solo due Cha Tae-sik e So-mee. I due personaggi principali assumo il volto di Won Bin e di Kim Sae-ron. Il primo, un bel ragazzo del 1977, è un veterano delle serie tv coreane (dal 1991) che ha lasciato nel 2001 per dedicarsi al cinema, portandosi a casa carrettate di premi come miglior attore. La sua caratterizzazione cupa e tormentata del protagonista assoluto è azzeccata e regge il film anche nelle situazione critiche e nei passaggi a vuoto della sceneggiatura. La seconda, Kim Sae-ron, è una bambina di dieci anni, è datata 31 Luglio 2000, ed è veramente molto brava. Ha la sua caratteristica vincente negli occhi espressivi e grandi e li usa in modo impeccabile. Credibile e dolce anche quando commette azioni illegali da una marcia in più al film.Ma se tutto va bene, qual è il motivo che non permette alla pellicola di non decollare?La risposta è semplice. La sceneggiatura. Oltre ad essere in film di due ore piene e quindi lungo di per se, gli autori tendono ad intricare senza palese necessità la storia più del necessario. Alla trama principale aggiungo almeno altre tre sottotrame (espianto degli organi, sfruttamento minorile, indagini della polizia) che complicano l'intreccio. Per collegare tutto, inoltre, vengono tirate in ballo situazioni scontate che instillano un senso di dejà-vù penalizzante. Il passato del protagonista (sia quello lavorativo che privato), le trovate riguardanti la trame del commercio illegale di organi, alcune situazioni che hanno a che fare con lo spaccio di droga, non fanno altro che abbassare le aspettative dello spettatore. Inoltre, il protagoniste insegue decisamente troppi veicoli a motore a piedi, ho contato almeno quattro situazioni del genere.Un action movie pluripremiato del cinema coreano che merita di essere visto senza riporvi troppe aspettative. Si può riassumere come un Danko senza legami di sangue e con più crudeltà.Ecco i premi conquistati da questo film:2010: (19°) Buil Film Awards - 8 ottobreMiglior musica: Shim Hyun-jungPremio Speciale (Buil Independence Judge): The Man from Nowhere2010 (19°) Philadelphia Film Festival - 14-24 ottobre "Graveyard Shift Special Mention"2010: (47°) Grand Bell Awards - 29 ottobreBest Attore: Won BinPremio di popolarità: Won BinMiglior montaggio: Kim Sung-bum, Kim Jae-bumMigliori effetti speciali: Jeong Do-an2010: (8°) Korean Film Awards|Korea Film Awards - 18 novembreMiglior attore: Won BinMigliore nuova attrice: Kim Sae-ronMiglior fotografia: Lee Tae-yoonMigliori luci: Lee Chul-ohMiglior montaggio: Kim Sang-beom, Kim Jae-beomMigliori effetti speciali: Park Jung-ryul - per scene d'azioneMiglior musica: Shim Hyun-jung2010: (31st) Blue Dragon Film Awards - 26 novembrePremio tecnico: Park Jung-ryul - per scene d'azionePremio di popolarità: Won BinPremio Box Office: The Man from Nowhere
Titolo originale Ajusshi Paese di produzione Corea del Sud Anno 2010 Durata 119 min Genere azioneRegia Lee Jeong-beom Soggetto Lee Jeong-beom Sceneggiatura Lee Jeong-beom Produttore Lee Tae-heon Tema musicale Dear - Mad Soul Child Interpreti e personaggi Won Bin: Cha Tae-sikKim Sae-ron: So-meeKim Tae-hoo: Kim Chi-gonKim Chi-gon: Man-seokKim Sung-oh: Jong-seokThanayong Wongtrakul: RamrowanKim Hyo-seo: Hyo-JeongLee Jong-pil: Detective No