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The man who loved Pride & Prejudice/Pemberley by the sea di A. Reynolds | Recensione delle Lizzies

Creato il 27 ottobre 2012 da Thelizzies

The man who loved Pride & Prejudice/Pemberley by the sea di A. Reynolds | Recensione delle Lizzies

Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,


eccoci giunti alla recensione a sei mani delle Lizzies sullo spinoff moderno firmato Abigail Reynolds, “The man who loved Pride and Prejudice” (intitolato nella prima edizione “Pemberley by the Sea”) lettura in programma per il Pride and Prejudice Bicentenary. Prima di lasciarvi al nostro parere congiunto, vi anticipiamo la nostra sorpresa nel trovare in questo romanzo qualcosa di diverso da tutti i derivati, forse perché ci aspettavamo scenari triti o personaggi appena abbozzati. Invece la Reynolds ci ha convinte di come sia possibile ispirarsi alle Austen Novels senza emulare, ma aggiungendo contenuti e dinamiche nuove, attuali – poiché il contesto è moderno – che si aprono su sfere della vita debitamente evitate dalla penna di Zia Jane, come sociale. Buona lettura!

N.B.: Come al solito, per seguire i nostri commenti vi basterà ricordare che 
LizzyGee scrive in verde LizzyS scrive in viola 
LizzyP scrive in cobalto


Recensione delle Lizzies LizzyGee: Tre Austen Inspired Novels in una LizzyS: Meno P&P e più Reynolds per un ottimo romanzo originale LizzyP: L'amore è una bambola Matrioska


The man who loved Pride & Prejudice/Pemberley by the sea di A. Reynolds | Recensione delle Lizzies½ Austenstars Non sempre scrivere buoni derivati austeniani implica anche la capacità di scrivere testi originali altrettanto buoni. Ad esempio, si può creare un ottimo derivato da Pride & Prejudice ma non riuscire a farne nulla di buono quando si prova ad allontanarsi dal terreno sicuro offerto dall'originale per creare un romanzo semplicemente ispirato ad esso.
The man who loved Pride & Prejudice/Pemberley by the sea di A. Reynolds | Recensione delle Lizzies Non è questo il caso di Abigail Reynolds, che dimostra qui non solo di amare e conoscere il grande capolavoro di Jane Austen in massimo grado ma anche di essere un'ottima scrittrice di romance di qualità. Devo dire che non considererei questo romanzo solo un romance. In esso vengono affrontati temi che si discostano notevolmente dal genere, come la dura vita nelle periferie delle grandi città (Chicago, in questo caso), temi politici e ambientalistici che mettono quasi a nudo la stessa autrice. Sì, perché Cassie Boulton è Elizabeth Bennet, ma è anche la stessa Abigail Reynolds, che oltre a essere una scrittrice è anche una donna di scienza. Le sue convinzioni, le sue idee politiche sono chiare, così come il suo amore per le paludi salmastre. Non so se dipenda dal fatto che ci sembra di conoscere un po' Abigail grazie all'intervista che le abbiamo fatto o grazie a facebook - su cui abbiamo recentemente condiviso il dolore per la perdita del suo cane -, ma io ho letto questo libro con sentimenti di affetto nei confronti della sua autrice, perché la riuscivo a percepire dietro ogni rigo di questo romanzo. Concordo con LizzyGee su questo punto, anche se fossimo all'oscuro dei trascorsi e delle opinioni della scrittrice, l'introduzione di queste tematiche attuali con i risvolti che implicano è una novità che ha arricchito e dato corpo ai personaggi, completandoli in chiave moderna, inoltre, ha dato modo deviare su itinerari alternativi e non scontati la trama principale.

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Abigail Reynolds a Sippewisset, Massachusetts

Questo romanzo è molto originale ma anche perfettamente aderente a P&P. Quasi quasi mi piace più questo libro che non la Variation che ho letto tempo fa! Sì, LizzyS, hai ragione, forse dipende da quel che dicevo prima: si riesce a cogliere Abigail Reynolds dietro ogni pagina di questo romanzo e quindi Pemberley by the sea sembra più 'reale', più 'sentito' rispetto alle VariationsIl contesto moderno fa coincidere la trama con la realtà, certamente più semplice da descrivere in questo modo sin nei particolari, inoltre, questa coincidenza lascia gran libertà di movimento ai personaggi e persino agli eventi. Interessante anche lo sviluppo della storia dei due protagonisti che, diversamente da Lizzy e Darcy, si conoscono in tre fasi, quella del pregiudizio, quella della comprensione successiva – così come in Pride and Prejudice – infine, quella comprensione a livello più profondo che abbraccia l'origine dei loro animi, coinvolgendo il passato e le ragioni che hanno hanno formato i due personaggi.
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Infatti, LizzyP, io direi che potremmo considerarlo tre libri in uno che si succedono (esattamente come le nostre tre tappe del GdL!): un retelling in chiave moderna di P&P, un retelling in chiave moderna del punto di vista di Darcy (diciamo di Mr Darcy's Diary) e un sequel. Tre libri come i tre gradi di conoscenza dei protagonisti, appunto. Sì, perché il senatore Westing è proprio l'alter ego di Lady Catherine de Bourgh (e diciamo che sua moglie sarebbe Anne?); dunque immaginiamo il personaggio in un sequel e vedremo che tutti i pezzi combaciano! 
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Sì, in questo tuo commento trovo perfettamente azzeccata l'identificazione del Senatore e di sua moglie, e in generale la successione delle diverse parti di questo libro. Ci sono dettagli importanti che si legano a P&P pur in una chiave completamente moderna: Cassie sceglie una libreria per consolarsi di un momento difficile, dichiara di amare il lieto fine e di non potersi permettere le edizioni diverse da quelle economiche. 
È molto Lizzie, ma è anche molto moderna, decisamente simile a noi lettrici che scegliamo di andare a rinfrancarci lo spirito in libreria esattamente come altre persone andrebbero a comprare un paio di scarpe (uh, questa l'ho già sentita...). 
E poi, a confermare che siamo pur sempre ai nostri tempi, ci sono, ovviamente, le scene piccanti...
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Riguardo alle scene di sesso: la prima volta è carica di atmosfera, grazie anche al fenomeno scientifico della bioluminescenza (ecco che l'Abigail scientifica sbuca fuori anche nei momenti più intimi!). In Orgoglio e Pregiudizio coinciderebbe forse con il ballo fra Lizzie e Darcy a Netherfield. E - inutile storcere il naso - è perfetta! Le altre scene sono spesso superflue, concordo. Ma mi fa sorridere la Reynolds quando esce fuori con le sue considerazioni scientifico-pratiche, come l'utilizzo del preservativo e le supposizioni che fanno i due protagonisti riguardo ai pensieri dell'altro (che - come ho detto prima - possiamo considerare sia dal punto di vista di Cassie che dal punto di vista di Calder).
Però, devo riconoscere a Mrs Reynolds che riesce a scrivere scene piccantissime senza mai essere banale o scontata (come invece capita alla maggior parte degli scrittori), e questo è un grande pregio che me la fa apprezzare ancora di più. La prima volta capita quasi per caso, ci sono tutti gli ingredienti perché accada, va bene, ma sia Cassie che Calder non hanno programmato niente, è la magia dello scenario che fa lo sgambetto al loro self control, annullando le difese in un vero e proprio incontro stile “attrazione fatale”.
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Mi è piaciuto molto come ha unito Cassie e Calder nei tormenti riguardanti le loro rispettive famiglie: entrambi hanno un problema familiare grave e sembrano trovare un punto d'incontro proprio su questo terreno privato, doloroso.
Per di più, nel caso di Cassie, l'Autrice riesce a creare un po' di suspense quando nei primi capitoli fa spuntare qua e là qualche brevissimo ma significativo accenno ad un trauma nel passato di Cassie. Ottima scelta quella di seminare indizi come sassi bianchi sulla strada della storia, trascina la curiosità del lettore pagina dopo pagina, incontro ad ipotesi e poi spiegazioni che scolpiscono a tutto tondo i personaggi.
Infine, quando i due sembrano felicemente uniti, il tormento fonte di guai diventa l'ossessiva attenzione giornalistica. Qui, Mrs Reynolds regala a Cassie una bellissima scena, molto rappresentativa del personaggio e del suo alter ego, Lizzie Bennet (ma anche dell'autrice stessa!): il gossip viene smontato con il metodo scientifico durante un'esilarante e istruttiva lezione di... biologia!
Rammento di aver pensato leggendo questa scena “decisamente un ciak da commedia americana!”, non una critica alla modernità di questo frangente, quanto al suo carattere esageratamente scenografico, insomma, Lizzie, anche ignorando tutte le convenzioni, non sarebbe arrivata a tanto, voi che dite?  
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E mi piace molto anche il colpo di scena riguardante la professione di Calder - il quale appare semplicemente come impegnato solo ad esercitare l'invidiatissima professione di rampollo di ottima e ricca famiglia. E invece... (mi fermo qui, perché la sorpresa per me è stata piacevolissima, perfettamente in sintonia con P&P, il personaggio di Darcy, ma anche quello di Lizzie, nonché Jane Austen stessa, e in generale con l'amore per i libri). Ho apprezzato molto questo “lato oscuro” di Calder, in particolare le implicazioni che comporta nell'evoluzione del romanzo e, soprattutto, della mente di Cassie.
Inoltre, questo dettaglio diventa funzionale all'evolversi della storia quando Calder deve svelare alcune cose a Cassie - trasformando così in modo molto azzeccato la famosa scena della lettera che, nell'originale, Darcy scrive a Elizabeth dopo la prima disastrosa dichiarazione.
Forse c'è un solo piccolo difetto in questo romanzo: Calder (di cui, come giustamente ricordi tu, LizzyGee, seguiamo i pensieri e le emozioni in modo molto introspettivo, nella seconda parte del libro) talvolta mi sembra un po' troppo... femminile nelle sue sfrenate elucubrazioni e nelle sue costanti, quasi ossessive, premure verso la sua amata. Che ne pensate? Forse hai ragione, LizzyS, ma è comprensibilissimo, dato che è un uomo nato dalla penna di una donna e rappresenta l'ideale - il Mr Darcy - che ogni donna vorrebbe al suo fianco... Un uomo ideale, sì, anche se ogni ideale si basa sempre su molte realtà, non dimenticatelo!
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Giudizio Conclusivo delle Lizzies Non è soltanto e semplicemente una Variation di Pride & Prejudice: si tratta di un'opera a se stante, ispirata con molta coerenza a quella austeniano, sì, ma in cui l'eclettica personalità dell'autrice contribuisce a creare un ottimo romanzo del tutto originale.
Da leggere e, soprattutto, assolutamente da tradurre per il pubblico italiano.
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