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La trama (con parole mie): un fabbro venuto da Occidente trova in un selvaggio villaggio della Cina feudale crocevia di assassini, soldati, uomini di potere e donne pronte ad approfittarne. Mosso dal sogno di raccogliere il denaro necessario a lui e alla sua donna per abbandonare quei luoghi e cambiare vita, il fabbro forgia giorno dopo giorno armi sempre più potenti e letali, che finiscono per alimentare il desiderio di potere del Clan dei Leoni rispetto al Governatore.Quando il Leone d'argento elimina quello d'oro in modo da assumere il comando del Clan stesso per poi allearsi con due pericolosi assassini, il fabbro decide di unire le sue forze a quelle del figlio del capoclan trucidato e del soldato Jack Knife, in missione segreta per recuperare i beni del Governatore trafugati dai ribelli.La lotta sarà senza quartiere, e prima di poter giocare un ruolo decisivo il fabbro dovrà perdere il suo cuore, e non solo, per diventare l'uomo dai pugni di ferro in grado di ristabilire l'ordine e la pace.
RZA è senza dubbio un uomo dai molteplici talenti: musicalmente un fenomeno, anima dei Wu Tang Clan ed autore di colonne sonore clamorose come quella del meraviglioso Ghost dog - se non l'avete visto, correte immediatamente a recuperarlo -, gravita da parecchio tempo, ormai, nei dintorni del pulp figlio del bad guy del Cinema per eccellenza, Quentin Tarantino.Ed è proprio al genio di Pulp fiction che RZA fa riferimento con questo suo esordio dietro la macchina da presa, un cocktail decisamente divertente che mescola la grande tradizione dei film di arti marziali che vennero sdoganati in Occidente da Bruce Lee, il wuxia, l'estetica di Kill Bill e gli effetti splatter di Greg Nicotero, senza dimenticare il suo caro, vecchio, hip hop.Non mancano certo i difetti, a quest'opera prima interessante quanto eccessiva, in primis il suo autore: forse perchè troppo ansioso di dimostrare il suo talento anche nella settima arte, il leader dei Wu Tang - tralasciando le naturali sbavature sia in fase di script che di regia, tutte giustificabili - decide di porre se stesso anche dalla parte opposta della macchina da presa assegnandosi il ruolo di protagonista, causando in questo modo la perdita di almeno una parte di appeal del lavoro finito.Non me ne voglia il buon Robert Fitzgerald Dicks, ma come attore i suoi limiti sono decisamente più evidenti di quelli di Dave Bautista, che i più noti fan di wrestling come il sottoscritto conoscono semplicemente come Batista, ex campione WWE ed anima dello sport-entertainment nel periodo 2005/2010, che nel suo primo ruolo di un discreto spessore mette tutto quello che può - e, inutile negarlo, dal punto di vista dell'impatto fisico è sempre impressionante - facendo una figura decisamente migliore di quella del suo regista.Inoltre il tributo allo stile tarantiniano risulta decisamente pesante, tanto da far pensare in più di un'occasione di stare assistendo ad un film già visto almeno una decina d'anni fa, o ad un uno di quegli omaggi che gli esordienti semisconosciuti insistono per tributare ai loro registi preferiti.Non propriamente, dunque, il cult che molti di noi - e mi ci metto in mezzo senza problemi - si aspettavano da una proposta assolutamente attesissima almeno dal popolo della rete.Dall'altra parte, però, occorre ammettere che The man with the iron fists ha stile da vendere, funziona anche con i suoi difetti dall'inizio alla fine, avvince e diverte, e grazie ad un ottimo Russell Crowe assume uno spessore a suo modo autoriale pur essendo un'opera decisamente votata al tamarrismo da grindhouse selvaggio: l'eccesso di esibizionismo tecnico, il citazionismo sfrenato, la colonna sonora volutamente al limite del kitsch ed i combattimenti che mescolano i cult del genere come Le implacabili lame di Rondine d'oro - supercult del 1966 che ispirò lo stesso Quentinone per il suo già citato Kill Bill - al più moderno stile del folle Takashi Miike - in alcuni momenti pare quasi di essere stati catapultati nel pieno di una versione old school di Ichi the killer - senza dimenticare il quasi horror e lo spirito a stelle e strisce modello Indiana Jones - "quando prendo parte ad un combattimento con il coltello non dimentico mai di portarmi una pistola", sentenzia Jack Knife sornione - donano a questo ibrido imperfetto un fascino quasi irresistibile, che riesce a regalare all'audience la sensazione di goduriosa soddisfazione che permette, di norma, di non considerare troppo gravi i difetti e sminuire le aspettative deluse.Sicuramente se quello che potreste aspettarvi è grande Cinema le probabilità di rimanere con l'amaro in bocca sono molte, così come se doveste pensare di andare incontro ad una nuova pietra miliare dei film di botte o all'instant cult dell'anno appena iniziato, ma è facile ovviare a questi eventuali inconvenienti: sedetevi, prendete un bel respiro, e godetevi il lavoro di RZA e questo sfoggio di ego e coolness come se non ci fossero troppi domani, lasciando che i colori, le immagini e le danze da ottantotto folli possano intrattenervi e nulla più, cercando di spassarvela come un vecchio soldato cialtrone decisamente letale che abbia solo voglia di buon cibo, una sana sbronza e compagnia femminile fino ad essere stremato, senza perdere troppo tempo ad ammazzare cristiani.In questo modo rischierete davvero di uscire dalla sala come se il vostro Chi fosse una potenza praticamente incommensurabile.
MrFord
"Bone, crushing, smooth, kicks
blades, chopping, through, bricks
master of the weaponry, sells to both clicks
blacksmith, with the iron fists."Wu Tang Clan - "Rivers of blood" -
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