3DS - Mobile - PC - Wii U
PC
Sviluppatore: Neko Entertainment
Produttore: Neko Entertainment
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Inglese (sub ITA)
Giocatori: 1
Data di uscita: 21/11/2013
Per spiegare dove affondano le radici del gioco che andremo a recensire, urge una piccola premessa che ci permetterà di proseguire con più facilità. Tra gli anni settanta e gli anni ottanta la televisione, un elettrodomestico che diamo ormai per scontato, iniziò a diffondersi in modo esponenziale anche nelle case degli italiani. Inoltre, nello stesso torno d’anni l’offerta televisiva si espanse, diversificando i programmi trasmessi ed influenzando i pomeriggi di migliaia di giovani con cartoni animati – per lo più provenienti dalla terra del Sol Levante – entrati ormai nella leggenda e nel patrimonio sociale. Dragon Ball, l’Uomo Tigre, Ken il guerriero, i Cavalieri dello Zodiaco, Capitan Harlock, sono solo alcuni dei mostri sacri che in quegli anni venivano trasmessi e ritrasmessi. Molti di voi avranno già associato i primi ricordi d’infanzia a tali serie televisive; però non tutti probabilmente si ricorderanno delle avventure del giovane Esteban e dei suoi amici.
Andata in onda sulla Rai per la prima volta più di trent’anni fa (correva l’anno 1982) la serie nata da una collaborazione del francese Studio Pierrot con alcuni maestri nipponici e basata sul romanzo degli anni ’60 scritto da Scott O’Dell si fece indubbiamente notare, ma non riuscì a fare la voce grossa in un mercato abbastanza affollato di capolavori e a godere di un successo tale da essere indenne dal rapido oblio. Quindi, se la serie è terminata nel 1983 dopo soli 39 episodi, come mai proprio ora un piccolo team indipendente si è deciso a togliere lo strato di polvere che si è posato sul povero Esteban? Ebbene, a parte la loro indubbia passione, il videogioco è stato realizzato in concomitanza con la messa in onda dei nuovi episodi della seconda stagione. La serie animata dunque è ufficialmente ripartita dopo oltre un trentennio; vediamo se il gioco ne rispecchia l’anima.
IL RAGAZZO DEL DESTINO
The Mysterious Cities of Gold: Secret Paths riprende l’avventura da dove era stata sospesa molto tempo fa. Esteban è un vivace ragazzo spagnolo in cerca di avventure e, in particolare, alla ricerca delle leggendarie sette città d’oro sparse per il mondo. Dopo aver scoperto Eldorado nel vecchio anime, il videogioco sposta l’azione verso la Cina. Purtroppo però, dal punto di vista della trama la produzione di Neko Entertainment non aiuta molto chi si avvicina per la prima volta alle avventure di Esteban e dei suoi amici. Lo stile artistico adottato riprende fedelmente l’anime originale, con spezzoni animati che però si limitano a fungere da collante tra un livello e l’altro ma nulla più. Probabilmente non era nelle intenzioni degli sviluppatori creare un prodotto asservito al mero fan service; purtroppo hanno dato troppe cose per scontate e la mancanza di un “riassunto”, di una pregressa conoscenza della storia e del background dei vari personaggi penalizza un po’ l’esperienza di gioco che, dal punto di vista emotivo, resta sempre abbastanza superficiale. Dicevamo, l’avventura di Esteban e dei suoi amici, Lia (Zia nella versione originale) – una delle ultime discendenti del popolo inca – e Tao, si sposta dal Sud America al vasto impero cinese, alla ricerca, ovviamente, dell’ennesima Città d’Oro.
Nonostante il taglio avventuroso dell’anime, il videogioco non ne rispecchia il carattere, anzi, risulta più naturale accostarlo alla formula dei semplici giochi di logica. Il gameplay che fonda quest’avventura nel Celeste Impero infatti risulta assai abbordabile, dato che si mantiene costante dall’inizio alla fine senza grandi acuti, anche se, bisogna darne atto, stranamente non annoia. Ad ogni modo, la struttura di gioco è la seguente: ogni stage è disseminato di rompicapi da risolvere ma l’obiettivo finale è, sostanzialmente, quello di andare sempre da un punto A (l’entrata) ad un punto B (l’uscita). Per superare i livelli è necessario sfruttare le peculiarità dei tre personaggi al nostro servizio. Non è possibile averne il controllo simultaneo quindi, a seconda delle necessità del momento, si può cliccare sul ritratto del personaggio richiesto ed assumerne immediatamente il controllo. Ad esempio, solo Lia può infilarsi in spazi angusti, Tao può utilizzare il suo pappagallino per rubare gli oggetti ai nemici, mentre Esteban possiede l’amuleto del Sole che gli permette di attivare determinati artefatti antichi. Va detto che l’idea di basare il gameplay su tre personaggi dalle caratteristiche peculiari e rendere necessario il loro uso tout court non è affatto male e sembra funzionare… almeno per i primi livelli. Purtroppo però, ci si avvede ben presto che la sfida resta sempre abbastanza puerile, perché l’utilizzo dei personaggi e le mosse da eseguire sono praticamente guidate passo passo dallo stesso level design, che non prevede soluzioni creative od enigmi complessi su cui perderci la notte. Tutto sembra sequenziale, studiato a tavolino; si tira una leva, così una porta viene aperta e ciò permette di andare ad azionare una botola, la quale gira un ponte sospeso che sblocca la strada verso il pulsante che apre il passaggio verso un’altra stanza e così via, senza grandi complessità. Attenzione però a non associare questo gameplay a noia e banalità; la struttura di gioco, anche se elementare, in quanto ben fatta può divertire comunque. Gli sviluppatori hanno inoltre inserito i classici obiettivi secondari per poter completare al 100% il gioco, come raccogliere un determinato numero di pergamene, trovare il forziere con le illustrazioni bonus o completare ogni stage entro il tempo limite.
Comunque, a rimarcare il fatto che l’esperienza sembra esser dedicata ad un pubblico di più piccoli, ci pensano le semplici sezioni “stealth” che vedono i nostri protagonisti nascondersi, o meglio evitare, il contatto con le bande di Zares che infestano i livelli. Durante queste sezioni, in cui non è possibile cambiare personaggio a causa del pericolo imminente, i nemici si limitano ad osservarvi, sino a che la linea tratteggiata che segna la loro linea visiva diviene rossa e, visto che ci metterà diversi secondi, c’è tutto il tempo per scappare e nascondersi con calma. Nel raro e malaugurato caso in cui riuscissero a catturarvi (dovete proprio cercarvela!), l’unico malus, a parte la simpatica scenetta, è rappresentato dal fatto di dover ripartire non dall’inizio dello stage, bensì dal punto esatto in cui vi han catturato, nulla più.
ANIME O VIDEOGIOCO?
Essendo un tie-in, il comparto stilistico de The Mysterious Cities of Gold: Secret Paths riprende totalmente, come abbiamo ricordato prima, lo stile dell’anime. Oltre alle scene animate d’intermezzo, anche la grafica in-game rispecchia il cartone animato. I tre protagonisti della storia, i nemici e gli stage isometrici, i quali spaziano dalle rigogliose foreste ai templi shaolin, dalle caverne alla Città Proibita, sono resi con una grafica cartoon definita, molto pulita e dai colori carichi ed intensi. L’interfaccia di gioco è semplice, essenziale e soprattutto non reca alcun ostacolo alla visuale del giocatore. Anche i controlli sono intuitivi, probabilmente ciò è dovuto al fatto che il gioco è disponibile anche per tablet e Nintendo Wii U. Ad ogni modo, col mouse è possibile non solo impartire un ordine di movimento ai personaggi cliccando nel punto di arrivo, ma anche selezionare un oggetto presente nell’esiguo inventario e trascinarlo nel punto con cui dovete interagire, nonché muovere la visuale e saltare da un personaggio all’altro. L’engine è abbastanza leggero e per girare al massimo non richiede macchine performanti. Sono presenti comunque alcune opzioni di personalizzazione come l’attivazione discrezionale del V-sync, la possibilità di selezionare la risoluzione più adatta al vostro schermo e l’antialiasing. Per essere una produzione indipendente a bassissimo budget il risultato finale non è per niente male, anche se resta la sensazione da “occasione mancata”.
Esteban e The Mysterious Cities of Gold: Secret Paths è un puzzle game senza grandi alti e bassi, con meccaniche di gioco semplici ma allo stesso tempo - stranamente - divertenti. Infatti, nonostante sia stato palesemente pensato per soddisfare un pubblico di giovanissimi, il gameplay è sì abbastanza banale, ma non stanca mai e porta il giocatore a terminare ogni livello dell'avventura. Nuovi livelli inoltre saranno resi disponibili gratuitamente in concomitanza con le puntate televisive. Il rovescio della medaglia sta nel fatto che gli sviluppatori hanno dato fin troppo per scontata la conoscenza, da parte dei videogiocatori, della serie da cui nasce questo tie-in. La trama è appena abbozzata e manca il background dei personaggi, cosa fondamentale se l'obiettivo è quello di suscitare curiosità ed affetto per i protagonisti ed, eventualmente, invogliare l'utenza a vedersi l'anime. Per le sue ambizioni, Esteban si porta a casa la sufficienza, ma si poteva certo fare di più e soprattutto per un pubblico più adulto. Occasione mancata. ZVOTO 6