The Neighbors

Da Matteobortolotti @bortolotti

Ho cominciato a guardare questa serie tv  ’a camera fissa’ con un certo riserbo. Motivo principale: il concept non è particolarmente originale. Alieni e umani.
Mork & Mindy, 3rd Rock fron the Sun, ALF, eccetera… Non so voi, ma io appartengo alla generazione ‘alieni e umani’. Sono cresciuto negli anni ’80, con Carlo Rambaldi e Steven Spielberg, con Ralph SuperMaxiEroe e Starman. Ho sempre sperato di essere un alieno adottato da genitori terrestri, ma non divaghiamo o potrei venire ripreso dall’ologramma-DeusExMachina del mio vero padre (oggi va di moda, vedi Man of Steel).
Alieni e umani, dicevamo. Bene, ma c’è stata una cosa di ‘The Neighbors’ che mi ha subito conquistato: la maledetta stranezza dei protagonisti, oltre al ribaltamento del classico. Lo stile con cui sono stati creati gli alieni è esagerato, demente, grottesco, e non poteva che piacermi. Vanno in giro coi caddie (le macchinine elettriche) e vestono in assurdi completini da golf.
E poi, dopo 5 puntate da ‘show familiare standard americano’, la scrittura prende quota e pur rimanendo (solo) una serie piacevole senza diventare un must-view, pur essendo una serie totalmente verticale -non c’è una grande evoluzione nella storia dei personaggi, – diventa piacevole seguire la metodica follia della squadra degli autori che si è divertita a declinare con qualche bel virtuosismo la premessa, senza mai scordarsi che ci troviamo di fronte a una serialità comedy, sboccando di quando in quando.
Si sorride ogni 2 minuti, si ride ogni 5, e se ci si lascia trasportare dal gioco questo fenomeno accade anche più spesso.
Insomma, la seconda serie potrebbe trasformare questo piccolo semplice prodotto ABC in un bel diversivo alle serialità a grande budget, che sono sempre più complesse, contorte, cantate e suonate per complicarci la vita.
Abbiamo bisogno di cose buffe. E forse, quel che ci manca al giorno d’oggi non sono le cose buffe, ma le persone in grado di vederle e godersele. Le risate del pubblico son sempre meno. Non solo perché i prodotti commedia son sempre peggio, ma anche perché il pubblico invece di diventare più selettivo perché più specializzato, sicuro di se’ e predisposto, forse spesso preferisce semplicemente diventare più critico e meno auto-ironico.

Male, perché le storie sono sempre intrise d’ironia. Anche le storie più drammatiche, a partire dall’ironia del fatto che il pubblico sopravviverà sempre e comunque ai protagonisti. Qualsiasi cosa gli accada.
Nel caso di ‘The Neighbors’, spero che tutto vada per il verso giusto, che Weaver e Zabvroniani ci facciano compagnia ancora un po’. Ogni tanto nella serie si semina qualche riferimento a una potenziale invasione della Terra che potrebbe rappresentare un gancio molto divertente per tenerci attaccati a questo rassicurante prodotto ABC!
Fra il nero e il mistero. Leggero.

E diamogli 3 giacche verdi per d’incoraggiamento. Puntata per capire la serie: episodio 5, The Halloween-ween. 


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