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The new world – Il nuovo mondo – Terrence Malick

Creato il 02 ottobre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

2 ottobre 2013 Lascia un commento

New World
Ancora animaletti, ancora animaloni. Alberi e sempre alberi, erba e vento, vento e erba, fiumi e mari, cielo e stelle e ancora di piu’, sempre piu’ verde, azzurro e marrone e sempre quei monologhi… mamma mia…Sempre Malick, sempre lui.
Questa volta spruzza il suo repertorio su Pocahontas, come se la Disney non avesse gia’ fatto abbastanza danni con una storia della quale non frega nulla a nessuno, non fosse per lo sforzo immane di infilarci per qualche anfratto tutta la retorica del "volemese bene" e trasformare il millenario pruritino dell’umano diffondersi, in esemplare modello di convivenza tra popoli e culture. Vabbe’.
Malick ha altra retorica da portare avanti con la storia della principessa selvatica bella, buona e saggia in balia di uomini nevrotici che non possono vivere con lei e neppure senza di lei, il tutto nella Virginia dei primi del 1600 all’alba della colonizzazione del continente nordamericano.
Di tutti i film di Malick che a sprazzi divertono, annoiano e qualche volta sanno persino stupire, questo mi innervosisce parecchio.
Si, sono davvero nervoso. L’adagio del "Piano concerto n.23" di Mozart, si usa sapendo di essere perdenti in partenza e di tutti i mezzucci possibili per affascinare lo spettatore, questo e’ tra i piu’ banali e scontati nell’abbinamento di amore/dolore, quindi di fatto una ridicolaggine. Del resto parlando di musica, basterebbe ascoltare il preludio del "Das Rheingold" di Wagner come utilizzato da Malick e da Herzog per valutare il peso specifico di ognuno di loro e vedendo le sequenze, comprendere che Malick ha bisogno di Wagner per dare forza alle sue immagini, Herzog invece alla sinfonia costruisce il perfetto palcoscenico.
Poi forza, che ci sta a fare un compositore tedesco del XIX secolo nella Virginia del 1600.
I Carpazi di quegli anni sono quantomeno una scelta piu’ oculata…
Malick ha provato persino a crearsi un dogma, regole per luci e camera, fallendo anche in questo dal momento in cui esistono testimonianze che smentiscono il rispetto delle regole da lui stesso imposte.
Restando sul cinema,  Colin Farrell e’ li’ a fare il piacione e fa il piacione, e’ bravo e gli riesce bene, Christian Bale e’ bravo persino quando diretto da Malick. La Pocahontas ha le fattezze di Q’orianka Kilcher, figliola di origine peruviana che interpreta un’indiana – e cio’ spiega le bancarelle estive di peruviani zufolanti vestiti da pellerossa – e tutto il resto e’ Malick all’ennesima potenza.
Se c’e’ qualcosa da salvare e’ l’arrivo in Inghilterra, momento in cui lo stupore di un popolo e’ l’ordinario di un altro, ben resa l’esperienza forse comparabile all’atterraggio su un nuovo pianeta. Poi alla fine si torna a sfasciare tutto.
Malgrado tutto, il ragazzo piace? Allora saranno due ore di gaudio, altrimenti non so.

Scheda IMDB


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